La Guerra a Cuba (distribuz. Emera Film) di Renato Gugliano (qui il link della nostra intervista al regista), fa il suo ritorno nelle principali sale cinematografiche italiane. Un film che parla di fake news e di accoglienza: fra le date in programma ci sarà il 2 Maggio (ore 20:30) al Nonantola Film Festival al Cinema Teatro Massimo Troisi di Nonantola (MO), con la presenza del regista e dell’attrice Stefania Delia Carnevali. Per poi proseguire al Cinema Broadway di Roma il 4 Maggio (ore 20:30), in sala il regista, lo sceneggiatore e gli attori Antonio De Matteo ed Elisabetta Cavallotti. Infine il 6 e 7 Maggio (ore 19:15) presso il Cotton Movie di Piedimonte Matese (CE).
La Guerra a Cuba è un film che nasce da un più vasto progetto sull’accoglienza realizzato proprio con la popolazione della Valsamoggia. Ed è proprio dai laboratori proposti nel progetto che hanno preso vita spunti ed esperienze poi confluiti nella trama: emarginazione, intolleranza, faciloneria da fake news vanno ad irrorare una realtà sociale ed economica già difficile di per sé. Il regista – nel film – ci racconta tutto in modo non lineare, quasi a voler creare dei giudizi per poi capovolgerli. Il micromondo della provincia diventa osservatorio privilegiato di situazioni disperate, che annegano nell’indifferenza e l’occhio dello spettatore è pronto a coglierne l’ingiustizia.
In La guerra a Cuba, per raccontare questo frantumarsi delle identità e dei valori, Giugliano ha scelto una narrazione non lineare ma giocata continuamente fra attualità e flashback, tornando più volte indietro all’inizio della storia, a quel lunedì da cui tutto prende il via. Ad ogni nuovo inizio, le vicende ripartono aggiungendo nuovi elementi di comprensione e di dubbio. La chiusura del cerchio è solo alla fine, naturalmente, quando tutti i tasselli del puzzle – tranne forse uno – sono stati trovati, risistemati e il quadro si fa completo.
Ed ecco delinearsi l’immagine di una comunità possibile che, nonostante rabbia e frustrazione, cerca in unità e coesione le armi per restare lucida, guardarsi e riconoscersi gli uni nelle aspettative degli altri e, insieme, prepararsi a ricominciare.