La Ferrovia Sotterranea (The Underground Railroad)
Paese Stati Uniti d’America Anno 2021 – in produzione.
Ideatore Barry Jenkins, regia Barry Jenkins, soggetto dal romanzo di Colson Whitehead, sceneggiatura Barry Jenkins, Jihan Crowther, Colson Whitehead. Genere drammatico, storico Lingua originale inglese
https://www.youtube.com/watch?v=yUwS8TL0HMI
Di cosa parla La ferrovia sotterranea?
Nella Georgia aria ed aspra dove la schiavitù e il diritto di poter possedere delle persone come capi da bestiame è ancora considerato una cosa del tutto normale chi deve sopportare questa dura agonia cerca un qualsiasi modo per sfuggirne.
La fuga verso il nord è quella che spinge Caesar a rischiare la vita per ottenerla e nel farlo vuole trarre in salvo con lui anche una giovane donna di nome Cora.
Ma lasciare il mondo che si conosce è sempre difficile, ed è per questo che Cora non accetta subito, troppo legata alle persone della sua vita alle quali avrebbe dovuto dire addio, la tentazione di poter avere una vita migliore però ha la meglio e alla fine anche lei cede.
Una fuga che per gli occhi e il cuore di Cora non è certo nuova, a farla prima infatti era stata la sua stessa madre, diventando così una leggenda locale per il suo coraggio.
La fuga può anche finire male e Cora sa bene cosa succede ai fuggitivi che vengono catturati, e lo possiamo immaginare bene anche noi.
Presa questa ferrovia sotterranea l’ambientazione cambierà totalmente e ripetutamente: questa ferrovia ha diverse stazioni a cui Cora e il suo compagno si dovranno fermare ed ognuna di essa dal Carolina del Sud, al Carolina del Nord, nel Tennessee fino all’Indiana, molto differenti tra loro ma quello che lo caratterizza è l’intolleranza per la gente di colore, mostrata ogni volta con una sfumatura diversa, che sia quella di metterli in schiavitù nella piantagioni o quella più subdola di promettere una vita nuova per poi costringerli alla sterilità per un bene superiore.
Come il libro da cui è tratto, La ferrovia sotterranea vuole farti conoscere le varie forme di razzismo che si sono sviluppate negli Stati Uniti. Un viaggio verso una libertà tanto sognata ma quanto più lontana di quanto all’inizio potesse sembrare.
Vedi o lasci?
Siamo franchi di serie televisive tratte da libri siamo veramente pieni. Mai più che in questi ultimi anni la produzione di serialità è diventata così alta (sia per la qualità che purtroppo anche per la quantità).
Scegliere quindi se iniziare una nuova serie diventa sempre più difficile, specialmente se non è auto-conclusiva e comporta la visione di altre stagioni negli anni a seguire. Vale dunque la pena di vedere La ferrovia sotterranea? Per noi assolutamente si (e ti consigliamo anche di recuperare il libro).
Lontano dai drammi d’epoca La ferrovia sotterranea vuole anche andare oltre dall’essere una semplice lezione di storia moderna. Con momenti di puro lirismo e altri di feroce verità su quello che era la condizione di schiavitù la narrazione riesce ad entrarti dentro, facendoti sentire quello che i personaggi provano.
Reduce da Moonlight e Se la strada potesse parlare Jenkins riesce ad infondere le atmosfere di questi due film anche nella serialità de La ferrovia sotterranea. Una produzione decisamente più impegnativa e che ha messo per immagini un pezzo della storia ancora da analizzare oggi, una storia sicuramente non facile da vedere ma che va vista e studiata nella sua interezza.
Nessuna performance attoriale stona, ma quella di Mbedu è sicuramente quella che spicca di più su tutte. Jenkins ha deciso di buttarsi su attori giovani e poco conosciuti e probabilmente è stata questa la sua mano vincente. Una cosa già realizzata con i suoi precedenti film e che anche in quel caso hanno portato al successo.
La ferrovia sotterranea ti mette davanti al fatto che niente in questo mondo è rimasto incontaminato dalla schiavitù, nessuno può ritenersi estraneo dal problema del razzismo perché siamo tutti coinvolti.
Elemento di forza de La ferrovia sotterranea è sicuramente la struttura episodica, un’arma a doppio taglio perché la facilità di divorare i 10 episodi in un’unica serata è veramente forte.
Ogni singolo episodio meriterebbe un’analisi e un commento per la qualità delle immagini e le scelte delle musiche in sottofondo, una caratteristica non comune per le serie televisive.
Quello che colpisce più di tutti, oltre all’altissima qualità tecnica è la capacità di strutturare così ampiamente i personaggi che vivono queste storie. Anche se la protagonista è Cora, le sue scelte si sommano sempre a quelle di altre personaggi.
In questo modo Jenkins ha la possibilità di esplorare altre persone e con loro le storie che le circondano. Sono storie che si sommano tra loro e che ti ipnotizzano davanti allo schermo, con la semplice richiesta di ascoltare le loro storie e di ricordare quello che è accaduto.
Alla fine della visione non possiamo non sentirci vicini a questo mondo riuscendo a capire meglio quelli che che ci hanno abitato.
Tutte le storie da quella di di Cora a quella di Grace costituiscono quello che è un pezzo fin ora nascosto della storia americana che ha ancora degli strascichi nel nostro presente.