La belle epoque applaudito a Cannes 2019 per originalità e qualità e in anteprima italiana domenica 20 ottobre alla quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, alla presenza dell’attrice Fanny Ardant e del regista Nicolas Bedos, arriverà nei cinema italiani a partire dal 7 novembre.
Distribuito da I Wonder Pictures, La belle epoque è una commedia romantica che guarda al passato e ai ricordi per riscoprire la bellezza del presente.
La storia è quella di Victor (Daniel Auteuil), un uomo all’antica, vecchio, odia la tecnologia, il digitale, il presene in cui vive e che considera come una gabbia; è un fumettista orgoglioso e senza più alcuna ispirazione che è stato licenziato dal giornale in cui lavorava perché rifiuta il progresso che avanza. Sue moglie Marianne invece, non potrebbe essere più diversa da lui, è ancora molto affascinante, curiosa di ogni novità; è una psicanalista dispotica che non accetta il passare del tempo, che ha bisogno di nuovi stimoli e cerca amanti più giovani come François, il migliore amico di Victor e al culmine dell’ennesimo litigio, lo caccia di casa.
Due mondi che si scontrano: un passato che non vuole aggiornarsi e un presente che assorbe la tecnologia; Victor e Marianne sembrano due rette che non si incontreranno, eppure in passato confluivano l’uno nell’altra. Victor è estasiato quando si ritrova risucchiato nel suo passato e anche se sa che è tutta una finzione, a lui va bene ugualmente, perchè sa che ritroverà la sua Marianne, quella della quale è innamorato.
Marieanne, in apparenza fredda e distaccata, nasconde anche lei un grande cuore.
Per descrivere il suo personaggio l’attrice Fanny Ardant ha dichiarato:
“La ricchezza di un personaggio è nella sua contraddizione, Marianne è forza e fragilità, insieme, non vuole rassegnarsi alla fine di un grande amore e invece di arrendersi diventa crudele. Ma la sua crudeltà non è gratuita, lo fa per scuotere l’uomo della sua vita”.
A questo punto, a tentare di ricucire il loro rapporto interviene il figlio della coppia Maxime (Michaël Cohen), che preoccupato per il futuro dei suoi genitori, decide di fare al padre un regalo particolare, un tuffo nel passato grazie ai servigi di una particolare agenzia, la Time Travel. A dirigerla, con scrupolosità maniacale, è Antoine ( Guillaume Canet), che regala ai suoi clienti la possibilità di vivere nell’epoca prediletta grazie a sontuose scenografie e a un gruppo di attori rodati. In questa realtà parallela, tutto è possibile, bere un bicchiere con Hemingway o sparare sull’aristocrazia del XVIII secolo. Quando a Victor viene proposto di rivivere un giorno del passato appunto, non ha dubbi, sceglie il 16 maggio 1974 il giorno in cui, in un caffè di Lione, “La belle epoque” conobbe l’amore della sua vita, sua moglie.
Ma nel 1974, inizia ad esplorare anche il suo io e i suoi disegni prendono vita con assoluta naturalezza. È felice, ha 25 anni, è testimone di cambiamenti della società francese, ma sopratutto inizia la sua vita con la sua anima gemella: col passato, trova il futuro.
Il regista sceglie un interessante espediente narrativo per tornare alle tematiche a lui più care, già apprezzate nell’interessante Un Amore sopra le Righe, l’evoluzione nel tempo delle grandi storie d’amore e il rapporto fra amore e ispirazione artistica.
Non sono viaggi nel tempo, il film è soprattutto il tentativo di ricostruire le memorie personali e la storia nel presente. Troviamo quindi Heminghway che però non beve, Hitler spaventato dall’irruzione di un’altra storia; i meccanismi del cinema ci sono tutti, i set in costruzione, le luci, la scansione dei momenti drammaticamente più importanti, come fossero pezzi di pù film che si girano contemporaneamente
La pellicola è una commedia come non se ne vedevano da tempo, è un riuscito viaggio nel viale dei ricordi, pieno di momenti esilaranti e toccanti, nel quale si riflette su gli errori che portano le coppie a logorarsi ma anche alla magia che sta dietro alla messa in scena del mondo cinematografico.
Il regista francese attraverso i suoi personaggi ironizza molto sulle nuove forme della tecnologia, condividendo quasi in toto il punto di vista di Victor. Forse una critica alla società attuale quindi, ma non si può unicamente vivere di rimpianti nostalgici, non si può rimanere ancorati alla propria ossessione. Bisogna superare le contraddizioni confrontandosi, ricordando i momenti felici, per poter affrontare quelli più amari.
Per dare vita a questa commedia degli equivoci, Bedos ha convocato le celebrità del cinema francese più sopraffino. Sul finale, le mani intrecciate dei protagonisti, sembrano non voler sentire ragione, Victor e Marianne sono fatti per stare insieme, e forse per ferirsi ancora.