Mi sono sempre chiesta se siano gli attori a scegliere i loro personaggi o se siano i personaggi che influenzano indelebilmente il carattere di un attore. Per esempio, Robert Redford, Susan Sarandon hanno sempre interpretato personaggi liberal e, nella realtà, sono liberal impegnati. Altri, tipo Schwarzenegger, Stallone o Eastwood hanno sempre interpretato personaggi, diciamo, conservatori e sono conservatori. Il più emblematico è Clint Eastwood, che dirige film stupendi, tutt’altro che reazionari, eppure ha fatto campagna per Trump. Kirk Douglas ha sempre impersonato ruoli eroici e generosi e generoso è stato per tutta la sua vita.
Il vero nome di Kirk Douglas è Issur Danielovitch, un altro, dunque, dei grandi attori di origine ebraica che hanno creato Hollywood. Quando iniziò a fare teatro cambiò nome in Isadore Demsky, forse per non cambiare le cifre sulla camicia, ma gli venne consigliato di cambiare di nuovo nome e optò per Kirk, che era il nome di un personaggio dei fumetti, che non può essere il sergente Kirk di Hugo Pratt, visto che è posteriore, e ormai non è più possibile chiedergli di quale Kirk si trattasse; mentre Douglas era il nome della sua insegnate di dizione. Così bastava aggiungere due stanghette alla I e le camicie erano salve.
Per quanti film abbia girato, la sua figura è legata indissolubilmente al personaggio di Spartacus,
film al quale teneva particolarmente, prodotto e interpretato da lui stesso, con un cast di autentici mostri sacri e diretto da Stanley Kubrick. È giusto, quindi, che sia stato immortalato da Goscinny e Uderzo in Asterix e la galera di Obelix; ma la sua fortuna come eroe in peplo gli ha valso anche una certa somiglianza con l’Hercules disneyano. Con Kubrick, Douglas aveva già recitato in quello che molti reputano il suo miglior film, Orizzonti di gloria,
e anche in quell’occasione ebbe modo di mettere alla prova il suo carattere quando la produzione voleva far cambiare il finale del film, considerato troppo pessimista. Douglas, con tutta l’autorevolezza che gli veniva da essere già una star affermata, si schierò fermamente dalla parte del regista che, neanche trentenne e al suo primo film importante, avrebbe dovuto sicuramente capitolare. Dunque, tutti i kubrickiani non posso che essere grati a quell’instancabile gladiatore per aver salvato uno dei finali più toccanti della storia del cinema. Passare in rassegna tutti i film interpretati da Douglas sarebbe un’impresa degna di Spartacus; forse, per dare un’idea dell’importanza che ebbe questo attore per la storia del cinema, è bene ricordare alcuni dei registi che lo hanno diretto in 56 anni di carriera: Joseph L. Mankiewicz, Michael Curtiz, Raoul Walsh, Billy Wilder, Howard Hawks, Vincente Minnelli, John Huston, Elia Kazan, Brian De Palma e anche l’italiano Mario Camerini, che lo volle per impersonare Ulisse.
Alla bella età di 88 anni abbandonò le scene, recitando da protagonista in Illusion di Michael A. Goorijan, ma anche da pensionato non ha mai smesso di essere attivo. Ormai limitato nel fisico aprì un blog e dette inizio a una campagna per spingere gli Stati Uniti a chiedere perdono per la schiavitù agli africani deportati fra il XVI e il XIX secolo e per le ingiustizie che gli afroamericani hanno dovuto patire anche dopo l’abolizione formale dello schiavismo. Nel 2008, finalmente, Kirk Douglas ebbe la soddisfazione di vedere riconosciuti i suoi sforzi: il vecchio Spartacus non si arrende mai.