Dopo “l’episodio pilota” della scorsa settimana su John Cena e Bin Laden, debutta oggi ufficialmente (spolier per il Seo, con Kim Kardashian) L’Amerikanata, la rubrica di icrewplay.com più trash e pacchiana circa il red carpet IU ES EI, la cui direzione, per motivi alieni alla logica, è stata affidata proprio a me, il maggiore esperto di Kubrick della Val Padana che non abbia mai visto Barry Lyndon e che, allo stesso tempo, ritienga ottimo 2001: Odissea nello spazio unicamente come ASMR per dormire.
(Hanno sempre pessime idee ai piani alti; io, occhiolino, volevo fare il cantante delle canzoni inglesi…).
In ogni caso, la protagonista ideale per la rubrica odierna non può che essere lei, la già citata in parentesi Kim Kardashian, capricciosa (capricciose saranno le mie sorelle…) miliardaria (ho pagato tutte le tasse fino all’ultimo centesimo e al prossimo che mi rompe le scatole gli mando la Guardia di Finanza a casa…) d’oltreoceano la cui trashitudine è notorio fino a Proxima Centauri sia direttamente proporzionale al numero dei suoi follower, che, al momento attuale, sono 360 milioni solo su Instagram (clikka su segui e diventa il mio 360milionesimo e uno, XOXO…).
(Che turbo trashata il nuovo millennio; il novecento era il secolo dello Je di Proust, questo invece è quello dello Ye di Kanye West…).
(Ah, non dirlo a me guarda, ci sono pure stata insieme per 9 anni…).
(Sì, ma resti ancora una trashona, cara Kim…).
(Taci, microbo di icrewplay, ti ricordo che io sono più ricca che fregna. E, per la cronaca, sono una strafica…).
(Straaafica… Steeeeve Madden…).
Kim Kardashian, Parigi val bene una cheesecake
Ad ogni modo, qualche tempo fa (quanto tempo fa? Ma chissenefrega, noioso fact checker che non sei altro; la Vita è adesso, come canta quell’ugola d’oro di Claudio Baglioni…) la trashissima (ma strafica) Kim era nella sua turbo villa di Los Angeles, quando d’un tratto le venne voglia del suo dolce preferito.
Allora andò in cucina, aprì il frigorifero che aveva acquistato grazie a una televendita di Giorgione Mastrota, e si gustò il suo Kinder Pinguì.
Poi tornò sul divano e riprese a leggere Alla ricerca del tempo perduto come un Alain Elkann qualsiasi su un Italo per Foggia pieno di lanzichenecchi.
Non è vero, chiaramente, miei ingenui lettori e mie ingenue lettrici del venerdì pomeriggio, le cose presero una piega ben diversa.
Infatti, la nostra eroina (eccessiva come la CGI in tutti i live action Disney recenti…) prese il suo jet privato, scomodando un intero equipaggio e facendo imbestialire gli ambientalisti per la vagonata di benzina consumata, e, dopo le 12 ore di traversata dell’oceano, giunse a Parigi, dove l’aspettava la deliziosa cheesecake dell’Hotel Costes (nel nome un destino…), unica e inimitabile nel gusto, a giudicare dalle energie spese da Kim per assaporarla, per poi fare immediatamente dietrofront, tornando alla turbo villa californiana dove quella voglia l’aveva solleticata.
(Dai su, microbo, vatti a mangiare i tuoi Kinder Pinguì…).
(Tua sorella Kourtney è decisamente più simpatica…).
(Ho fatto delle ricerche accurate e la notizia su Kim è stata palesemente ingig—) (ancora tu, ma sparisci strXXXetto di un fact checker, sei proprio il classico soggetto che si apposta fuori dagli asili per dire ai bambini che Babbo Natale non esiste).
Insomma, una bella amerikanata farsi oltre 9000 km solo per un dolcetto, ma sì sa, Kim è Kim, una vera queen che può tutto (vai a zappare la vigna, Kim…) mentre tu, caro lettore o cara lettrice di icrewplay.com, non sei un… “pazzo” (faccinakeride).
(Ma dai, Alain, pure tu adesso ti sei messo ad ascoltare il rap di Ye…).
(Siamo rimasti solo io, Je e Claudio Baglioni come persone serie a questo mondo…).
(Non capisco gli scarsi risultati della mia amica Jennifer Aniston, sulla mia pelle da strafica lo sperma di salmone ha avuto effetti miracolosi…).