Fan appassionati, Keira Knightley colpisce per la sua interpretazione ne La donna della cabina numero 10. Tra i film più visti su Netflix, un thriller di Simon Stone, tratto dal bestseller di Ruth Ware, che trae ispirazione dalla genialità di Alfred Hitchcock e Agatha Christie. L’attrice londinese, protagonista: non potrai non amarla.

Nel frattempo, proprio in queste ore di straordinario successo, trapelano retroscena che spaventano. Siamo in clima di mostri e zombie grazie a Halloween – magari fosse qualche morto vivente – tuttavia terrorizza proprio perché è la realtà. La dolce Keira presa di mira in un modo atroce, che non esisterebbe se abitassimo tutti in un mondo veramente vivibile.
Keira Knightley costretta a nascondersi: una carriera stravolta
In balìa degli eventi, quelli peggiori. Una giovane attrice, ancora una vita professionale da costruire, risultata vittima del sistema. Lo ha raccontato al The Times U.K. Un periodo caratterizzato da ansia, paura e isolamento. Fermamente convinta, altruista portare la propria esperienza dinanzi al pubblico poiché potrebbe essere di aiuto a molte ragazze del mondo dello spettacolo, magari già affermate.
Cominciato a muovere i primi passi nell’ambiente fin da bambina, ma il successo è giunto intorno ai diciotto anni circa. Una ragazzina nella fossa dei leoni. Difatti, durante il periodo della giovinezza, Keira Knightley subì una vergognosa oppressione mediatica, al pari dello stalking, tale da cambiare le proprie abitudini. Arrivò persino a non uscire più di casa.
Colpa dei paparazzi che le rivolgevano le più rivoltanti delle volgarità: “Mi gridavano pu***na, tr**a”, quando ero con il mio ragazzo, mio fratello Caleb o mio padre“. Speravano così di scatenare qualche rissa, una foto al momento giusto e lo scoop da vendere. Seguita ovunque, giorno e notte. Confondere le acque, l’unica soluzione, ma non durò a lungo.
Difatti, si divise tra due appartamenti. Far credere di trovarsi in un luogo invece di un altro. Beccata subito: i fotografi non li inganni, sono dei segugi – addirittura alcuni giunsero ad affittare una casa di fronte alla sua, controllandola morbosamente h24. Così racconta: “Avevo un sesto senso, lo sentivo quando mi seguivano. Pensavo di essere pazza ma, puntualmente, trovavo la mia foto sui giornali“.
A questo punto, l’ultimo tentativo: trasformarsi, optando per una resistenza passiva. Perciò, indossare gli stessi vestiti, annullare le reazioni, identiche mosse: “Se mi seguivano, mi fermavo e restavo immobile. Una volta rimasi ferma per cinque ore finché non sono andati via“. D’altronde, scattare foto di una celebrità con i vestiti del giorno prima e stessa posa…che noia! Meglio arrendersi.
Intanto Keira Knightley decise di allontanarsi da Hollywood, preferendo viaggiare e ritrovando un po’ di pace: “Musei, treni…ero molto trasandata, cosa che non si sarebbero mai aspettati. Semplicemente non guardi negli occhi e stai curva. Per questo, mi sono ingobbita“. Sono trascorsi tanti anni, fortunatamente un capitolo chiuso. Oggi Keira Knightley è una donna, più forte e consapevole.