Prima l’acclamazione della critica e del pubblico per la sua straordinaria interpretazione nel film Emilia Pérez, diventando la prima attrice transgender ad essere candidata agli Oscar come miglior attrice, poi il linciaggio mediatico causato dalla scoperta di alcune sue opinioni giudicate offensive pubblicate sull’allora Twitter (oggi X), fino alla presa di distanza di Netflix, proprietaria dei diritti di distribuzione del film in Usa, Canada e Regno Unito, che ha deciso di estromettere Karla Sofia Gascon dalla promozione del film negli USA.
![Karla sofia gascon: netflix prende le distanze dopo i tweet razzisti Karla sofia gascon in emilia perez](https://cinema.icrewplay.com/wp-content/uploads/2024/12/locandinapg1-3.jpg)
Ma facciamo il punto della situazione.
Karla Sofia Gascon – chi è
Nata con il nome di Carlos Gascón il 31 Marzo 1972 ad Alcobendas, vicino Madrid, si avvicina alla recitazione sin dall’infanzia e all’età di 16 anni decide di diventare un’attrice. Dopo una laurea in recitazione presso l’ECAM, si trasferisce a Londra per lavorare in una serie della BBC per l’apprendimento della lingua spagnola e poi a Milano dove dà voce a dei burattini per alcuni spettacoli teatrali per bambini.
Tornata in Spagna prende parte ad alcune soap operas ottennedo, però, solo piccoli ruoli; fino a quando, sotto consiglio del regista messicano Julián Pastor, decide di trasferirsi in Messico.
Ed è qui che la sua carriera inizia a decollare, grazie a numerosi ruoli in Telenovelas: come ad esempio quello dello zingaro Branko in Corazón salvaje e quello di Peter in Nosotros los Nobles. Grazie a quest’ultimo ruolo acquisisce una grande notorietà presso il grande pubblico ma inizia anche un lungo periodo di crisi a causa di problemi con la sua identità sessuale.
Decide quindi di ritirarsi dalle scene e di iniziare un percorso di transizione di genere, raccontato poi nell’autobiografia Karsia, Una historia extraordinaria, che lo accompagnerà fino al suo ritorno sulle scene con il nuovo nome di Karla Sofia Gascón. Da qui l’inizio di una nuova vita e carriera che culminerà con il ruolo e il grande successo di Emilia Pérez.
Emilia Pérez – il trionfo e le polemiche
Nel 2022 Karla viene scelta per interpretare il ruolo di Juan “Manitas” Del Monte, boss di un cartello messicano della droga, che assolda un famoso avvocato di città del Messico per aiutarlo ad inscenare la sua finta morte affinché possa eseguire nel totale anonimato un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso per iniziare una nuova vita con il nome di Emilia Pérez.
Il film, diretto dal regista francese Jacques Audiard, ha avuto fin da subito un grande successo e viene acclamato dalla critica, tanto fargli guadagnare 10 candidature ai Golden Globe (ne vincerà 4), 2 premi al festival di Cannes (compreso quello alle quattro protagoniste) e 13 candidature al premio Oscar: diventando così il film non in lingua inglese con più candidature di sempre. Ma le polemiche iniziano sin da subito.
Prima con le dichiarazioni del regista che, durante un intervista, spiega il motivo per cui ha deciso di girare il film in lingua spagnola: “Lo spagnolo è la lingua dei Paesi emergenti. Una lingua di Paesi modesti, semplici, di poveri, di migranti”.
Poi con quelle della stessa Karla Sofia che, in un’intervista data al giornale brasiliano Folha de São Paulo, ha accusato alcuni collaboratori dell’attrice brasiliana Fernanda Torres, candidata anche lei agli Oscar come miglior attrice, di voler screditare il suo lavoro e il suo film, dicendo: “molte persone che lavorano con Fernanda Torres parlano male di me e di Emilia Pérez“.
Fino ai tweet incriminati scoperti dalla giornalista canadese Sarah Hagis e scritti dall’attrice spagnola nel periodo compreso tra 2013 e il 2023.
I tweet della discordia
Uni dei tweet che ha fatto discutere risalirebbe al 2020, dove Karla Sofia, secondo la giornalista, scriverebbe: “Scusate, è solo una mia impressione o ci sono più musulmani in Spagna? Ogni volta che vado a prendere mia figlia a scuola ci sono più donne con i capelli coperti e la gonna fino ai tacchi. L’anno prossimo invece dell’inglese dovremo insegnare l’arabo“.
È sempre dello stesso anno un altro tweet : “L’Islam è meraviglioso, senza alcun maschilismo. Le donne sono rispettate, e quando sono così rispettate rimangono con un piccolo buco quadrato sul viso per far vedere gli occhi e la bocca, ma solo se lei si comporta bene. Si vestono persino in questo modo per il proprio divertimento. È una cosa profondamente disgustosa per l’umanità“.
Mentre un’altro ancora si riferirebbe alla vicenda di George Floyd, il giovane di colore ucciso brutalmente da un agente di polizia e la cui vicenda ha portato all’ascesa del movimento Black Lives Matter: “Penso davvero che a poche persone sia mai importato di George Floyd, un truffatore tossicodipendente, ma la sua morte è servita a dimostrare ancora una volta che ci sono persone che considerano ancora i neri come scimmie senza diritti e che considerano i poliziotti come assassini. Si sbagliano tutti. T
roppe cose su cui riflettere riguardo al comportamento della nostra specie ogni volta che si verifica un evento. Forse non si tratta più di razzismo, ma di classi sociali che si sentono minacciate l’una dall’altra. Forse è questa l’unica vera differenza“.
Ed un’ulteriore suo tweet si riferirebbe proprio alla cerimonia degli Oscar, esattamente quella del 2021: “Sempre di più gli Oscar sembrano una cerimonia per film indipendenti e di protesta, non sapevo se stavo guardando un festival afro-coreano, una manifestazione di Black Lives Matter o l’8M. A parte questo, un gala brutto, brutto“.
Le scuse di Karla Sofía Gascon
L’attrice spagnola ha provato, sin da subito, a difendersi dalle accuse che gli sono piovute addosso.
In un comunicato mandato a Variety ha detto: “Come appartenente a una comunità emarginata, conosco fin troppo bene questa sofferenza e sono profondamente dispiaciuta per coloro a cui ho causato dolore. Per tutta la vita ho lottato per un mondo migliore. Credo che la luce trionferà sempre sulle tenebre“.
Mentre sul suo profilo Instagram ha affermato: “La vita mi ha insegnato che, se non si usano le parole giuste, i messaggi possono essere fraintesi. In appena sei mesi, sono passata dal vivere una vita normale a raggiungere il livello più alto della mia professione. Ora ho delle grandi responsabilità, perché la mia voce non appartiene soltanto a me, ma anche a molte persone che si sentono rappresentate da me” continuando
“Hanno vinto loro, hanno raggiunto il loro obiettivo di segnare la mia vita con le bugie o con le parole prese fuori contesto. Chi mi conosce sa che non sono razzista (sarete sorpresi di sapere che una delle persone che amo di più è musulmana), né alcuna delle accuse per le quali sono stata giudicata e condannata senza nemmeno un processo e senza l’opportunità di spiegare le mie vere intenzioni. …Hanno fatto di tutto per farmi crollare e non farmi vincere“.
Infine in un intervista rilasciata alla CNN spagnola: “Credo di essere stata giudicata, condannata, sacrificata, crocifissa e lapidata senza un processo e senza la possibilità di difendermi” e si scusa con “tutti coloro che possono essersi sentiti offesi da come mi sono espressa in passato, nel presente e in futuro“. Continuando “Mi sento e mi identifico molto con le persone che sono state buttate giù dagli autobus per il colore della loro pelle, con le persone che non volevano che studiassero all’università, con le persone che sono state odiate semplicemente per il fatto di esistere, come sono odiata io in questo momento“.
Adesso bisognerà aspettare per vedere come evolveranno le cose per l’attrice transgender spagnola e soprattutto se tutto questo comprometterà non solo le speranze di una sua vittoria agli Oscar, ma anche la sua carriera d’attrice.