Jurassic World: Il Dominio
Regia: Colin Trevorrow Soggetto: dai personaggi creati da Michael Crichton Sceneggiatura: Colin Trevorrow, Emily Carmichael Cast: Chris Pratt, Sam Neil, Jeff Goldblum, Laura Dern, Bryce Dallas Howard, DeWanda Wise, Isabella Sermon, Omar Sy, Justice Smith, Daniella Pineda Genere: azione, fantascienza, avventura Paese: Stati Uniti D’America Durata: 146 min Data di uscita: 2 giugno 2022 Distribuzione: Universal Pictures Produzione: Amblin Entertainment, Perfect World Pictures, Universal Pictures
Sinossi Jurassic World: Il Dominio
La pellicola si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le creature più temibili della storia.
Era il 1993 quando nelle sale cinematografiche uscì Jurassic Park, diretto da Steven Spielberg, un film destinato a cambiare per sempre il modo di concepire il cinema di intrattenimento e soprattutto la tecnologia atta alla realizzazione di tali prodotti audiovisivi. Per la prima volta infatti vennero messi in campo degli effetti digitali, che resero al pubblico la inquietante ma anche gratificante sensazione di trovarsi di fronte a veri e propri dinosauri.
Eccoci dunque quasi trent’anni dopo, con quella che dovrebbe finalmente essere l’epica conclusione di una saga riesumata nel 2015 con il primo Jurassic World, ma che invece si riserva il diritto di essere solo un altro stanco e fioco tentativo di estorcere denaro agli spettatori tramite l’ormai abusato effetto “nostalgia” , dovuto al rivedere i volti noti dell’infanzia, realizzando una pellicola che a conti fatti, nonostante tutte le promesse e le ambizioni che il trailer aveva il compito di trasmettere, non è altro che un pessimo film di spionaggio inglobato forzatamente in un contesto fantascientifico.
Parlando di quello che è l’aspetto narrativo della pellicola di Colin Trevorrow c’è ben poco da dire, tutto si svolge in maniera didascalica e senza alcun guizzo da quelli che dovrebbero essere i colpi di scena atti a far mantenere alto il coinvolgimento da parte del pubblico. Non aiuta la premesse narrativa da cui il tutto ha inizio, e che spinge i protagonisti della saga ad incrociarsi con il cast originale della prima trilogia. Il tutto dal punto di vista della scrittura è basato sul riproporre nel singolo film, tutti i vari momenti e situazioni già presenti nei capitoli precedenti della saga, senza alcuna sorpresa né intenzione da parte degli sceneggiatori di portare nuova linfa a situazioni ed in generale ad un modo di immaginare questo tipo di prodotti, che possa finalmente distaccarsi dal passato proponendo qualcosa di innovativo.
Paradossalmente, ciò che dovrebbe essere l’unico appiglio su cui il film si basa, ossia riproporre storici personaggi nei medesimi contesti in cui già li abbiamo trovati, è proprio uno dei difetti peggiori di questo lungo metraggio, il tutto sa di già visto e permette anche allo spettatore meno esperto di essere già a conoscenza, ancor prima che si palesino sullo schermo, di quelli che saranno i percorsi in cui si muoverà l’intreccio, che qui sembra essere utilizzato solo come un mero espediente per mostrare quanto c’è di più amato dai fans all’interno del franchise, ma riproponendo il tutto con una superficialità ed una fiacchezza tale, da far sentire il peso di una produzione atta solamente al voler stimolare una lacrima facile di nostalgia.
Entrando nel merito di quella che è la messa in scena, forse possiamo dare merito al film di restituire comunque le giuste atmosfere a cui la saga ci ha abituato in passato, specie grazie all’utilizzo dell’illuminazione ed al mantenimento di alcuni animatronics per portare sullo schermo le creature preistoriche. Ma detto questo ci sono anche altre numerose creature che risentono del pessimo utilizzo di effetti visivi non all’altezza delle aspettative, che inevitabilmente riflettono una scarsa cura nella realizzazione estetica a favore di una costante e sempre mantenuta intenzione di palesare su schermo tutti i dinosauri più rappresentativi del franchise, la cui però occhiata fugace non basta a restituire nello spettatore quell’entusiasmo e quel senso di “ultimo saluto” che il regista vorrebbe probabilmente restituire.
Arrivando a quello che è il lato più strettamente tecnico della pellicola, ossia la regia ed il montaggio, è oggettivo il fatto che quest’ultimo non solo sia troppo frettoloso, troppo impegnate nell’esagitato tentativo di voler mostrare il più possibile tutti i numerosi eventi del film, ma anche che venendo utilizzato in tal modo non aiuti affatto una regia pigra, che non approfitta di determinati momenti all’interno della narrazione che potrebbero essere mostrati sfruttando determinati movimenti di macchina, ma che invece preferisce adagiarsi sul semplice fatto che il pubblico a cui è rivolto tale produzione, è più interessato a ciò che accade e non tanto a come lo si vede su schermo.