La giuria della contea di Fairfax, in Virginia, ha deciso che Johnny Depp è stato diffamato dall’ex moglie Amber Heard e che quest’ultima gli dovrà corrispondere un risarcimento di quindici milioni di dollari. Dieci per le gravi diffamazioni, cinque come “punitive damages“, una sorta di maggiorazione dovuta per la gravità del comportamento sanzionato.
Ad Amber, invece, sono stati riconosciuti 2 milioni di dollari in relazione alle dichiarazioni fatte dal suo ex marito che l’aveva accusata di avere orchestrato, con i suoi amici, su suggerimento di un legale e del suo addetto stampa, la falsa ricostruzione di un’aggressione da denunciare alla polizia.
Quarantadue i quesiti che sono stati esaminati attentamente per raggiungere un verdetto contro ogni ragionevole dubbio. Funerea l’espressione di Amber Heard, presente alla lettura della sentenza. Assente Johnny Depp che si trovava a Londra per accompagnare Jeff Beck in concerto.
Le dichiarazioni a caldo di Johnny Depp e Amber Heard
Le parole condivise da Amber Heard sui social non stupiscono:
La delusione che provo oggi è al di là delle parole. Ho il cuore spezzato dal fatto che la montagna di prove non sia stata sufficiente a resistere al potere e all’influenza sproporzionati del mio ex marito. E sono ancora più delusa da ciò che questo verdetto significa per le altre donne. È una battuta d’arresto. Porta indietro l’orologio a un tempo in cui una donna che parlava veniva umiliata e non creduta
Johnny ha affidato alla sua pagina Instagram una dichiarazione liberatoria:
Sei anni fa la mia vita, la vita dei miei figli, quella delle persone più vicine a me e anche quella delle persone che per molti anni hanno creduto in me e mi hanno supportato sono state cambiate per sempre. Tutto in un batter d’occhio. Accuse penali, false e molto gravi mi sono state mosse attraverso i media, che hanno innescato una raffica di contenuti di odio, sebbene non siano mai state portate prove contro di me. Questa cosa ha fatto il giro del mondo due volte in un nanosecondo e ha avuto un impatto sismico sulla mia vita e sulla mia carriera. Sei anni dopo la giuria mi ha ridato la vita indietro e sono molto onorato.
La decisione di portare avanti questo caso, conoscendo molto bene quanto fossero grandi gli ostacoli legali che avrei dovuto affrontare e l’inevitabile spettacolo che la vita sarebbe diventata per il mio mondo, è stata presa solo dopo aver riflettuto a lungo. Fin dall’inizio, l’obiettivo di portare avanti questo processo era quello di rivelare la verità, indipendentemente dall’esito. Dire la verità era qualcosa che dovevo ai miei figli e a tutti coloro che sono rimasti fermi nel sostenermi. Mi sento in pace sapendo di aver finalmente raggiunto l’obiettivo.
Sono, e sono stato, sopraffatto dall’amore e dal colossale sostegno e gentilezza da tutto il mondo. Spero che la mia ricerca per avere la verità possa essere d’aiuto ad altri, uomini o donne, che si sono trovati nella mia situazione, e che chi li sostiene non si arrende mai. Spero anche che si difenda l’innocenza fino a prova contraria, sia all’interno dei tribunali sia nei media. Desidero riconoscere il nobile lavoro del giudice, dei giurati, del personale del tribunale e degli sceriffi che hanno sacrificato il proprio tempo per arrivare a questo punto, e al mio diligente e incrollabile team legale che ha svolto un lavoro straordinario aiutandomi a condividere la verità. Il meglio deve ancora venire e un nuovo capitolo è finalmente iniziato
Veritas numquam perit. La verità non muore mai
Al termine di questo lungo e doloroso processo, è doveroso osservare che al netto del risultato, due esseri umani sono giunti a farsi un male incredibile ed hanno perso entrambi un po’ di se stessi.