Quando si racconta una storia è singolare partire dalla fine, soprattutto se si tratta di una biografia. Una Jessica Chastain stupenda, in rosso sul tappeto rosso – secondo gli esperti di moda un colore che non si dovrebbe mai indossare, a rischio di essere confusi con lo sfondo – accanto ad Oscar Isaac, amico dai tempi della Juilliard School, prestigiosa accademia dove entrambi si sono diplomati in recitazione, merita una menzione (e una foto, qui sotto).
La chimica tra i due è così forte che molti hanno ipotizzato una relazione che andasse al di là dello schermo, sul quale gli attori hanno portato il remake in forma di miniserie di Scene da un matrimonio, una delle opere più note del maestro svedese Ingmar Bergman. Dal 20 settembre potremo vedere su Sky e NowTv i cinque episodi della serie (non tutti lo sanno ma anche l’originale andò in onda per la prima volta in tv, diviso in sei episodi, che diventarono i sei capitoli del film, proiettato poi sul grande schermo in una versione ridotta di 173 minuti).
Conclusa questa premessa d’attualità, in attesa di ammirarla sul piccolo schermo, è giusto ritornare all’inizio, come nei romanzi d’appendice, precisamente al 24 marzo 1977 quando la piccola Jessica Chastain nasce a Sacramento dalla chef vegana Jerri Chastain. A 9 anni la nonna la porta a vedere un musical di Andrew Lloyd Webber, il che la porta ad appassionarsi alla danza. Da adolescente è una solitaria, addirittura in alcune interviste ha confessato di essersi considerata una disadattata: la recitazione la aiuta ad uscire dall’isolamento ma i suoi esordi non sono facili.
A 20 anni si fa notare in una produzione teatrale di Romeo e Giulietta nel quale recita da protagonista: la sua prova è così convincente da consentirle di accedere alla prestigiosa Juilliard School di New York ed ottenere una borsa di studio dalla fondazione Robin Williams. Dopo aver partecipato attivamente al dipartimento teatrale, prendendo parte a produzioni e progetti di film studenteschi e conseguire la laurea in Belle Arti nel 2003, a ventisei anni.
Gli esordi
Dopo la laurea si trasferisce a Los Angeles e inizia a girare gli studios, ma i produttori trovano difficile collocarla, in quanto bellezza atipica dai capelli rossi, tutt’altro che convenzionale. Ottiene quindi solo piccoli ruoli in serie tv di successo nei primi anni 2000 come E.R. -Medici in prima linea, Law and Order – Il Verdetto, Veronica Mars e Close to Home- Giustizia ad ogni costo. Continua anche la propria carriera teatrale, recitando insieme con Michelle Williams in una versione de Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov e interpretando il personaggio di Salomè nell’atto unico omonimo scritto da Oscar Wilde.
Il debutto sul grande schermo giunge nel 2008 con il film Jolene, ispirato alla canzone omonima di Dolly Parton: nonostante le critiche siano per lo più negative, l’interpretazione della ventunenne Jessica Chastain viene lodata e premiata con il trofeo alla miglior attrice al Seattle Film Festival. Nel 2009 arriva il ruolo marginale nel thriller Stolen – Rapiti e viene ingaggiata per il ruolo shakespeariano di Desdemona nella tragedia Otello nel quale recita accanto a John Ortiz e Philip Seymour Hoffman al Public Theatre di New York.
Nel 2010 condivide il ruolo principale nella spy-story Il debito nel quale è una giovane agente del Mossad, inviata negli anni ’60 a Berlino Est per catturare un ex medico nazista che ha condotto esperimenti sui prigionieri ebrei nei campi di concentramento. Nel film condivide il ruolo con Helen Mirren e le due attrici instaurano subito un bel rapporto, provando spesso insieme la parte, dovendo interpretare lo stesso personaggio in due momenti diversi della vita, imparando a modulare la voce e imitando i gesti l’una dell’altra per rendere credibile e coerente l’identità della protagonista.
In quel periodo Jessica Chastain prende lezioni di tedesco quattro volte a settimana e impara il Krav Maga, l’arte marziale cui vengono addestrati i membri del Mossad, in modo da poter girare senza controfigura le scene d’azione. In tv prende parte all’episodio Assassinio sull’Orient Express nella serie Poirot.
La consacrazione
Il 2011 è l’anno di svolta nella carriera, ancora una volta con una pellicola shakespeariana, questa volta trasposta aigiorni nostri, Coriolanus, dove interpreta Virgilia, accanto a Ralph Fiennes: il film viene presentato a Berlino. In maggio, al Festival di Cannes Jessica Chastain arriva per presentare due pellicole: Take Shelter dove è la moglie di un uomo che inizia ad aver delle visioni su terribili tempeste che sconvolgeranno il paesino dove vive e soprattutto The Tree of Life di Terrence Malick. Nel ruolo dell’amorevole madre del protagonista (Sean Penn), sposata ad uomo severo, Brad Pitt, la Chastain ottiene commenti molto positivi e il film vince la Palma d’Oro. A Malick l’attrice era stata consigliata da Al Pacino, che l’aveva vista a teatro. A proposito dell’opportunità finalmente colta l’attrice commenta:“È stato il punto più alto della mia vita, finora”.
Nel 2012 la regista Katryn Bigelow, già vincitrice dell’Oscar per The Hurt Locker, vuole girare un altro film sulla guerra al terrorismo; questa volta non si tratta di analizzare l’alienazione dei soldati in missione ma della lunga caccia ad Osama Bin Laden, condotta dagli agenti della CIA, estorcendo informazioni ai prigionieri con ogni mezzo possibile. Al centro della vicenda la figura di Maya Harris, interpretata da Jessica Chastain, che ha vinto la concorrenza con Rooney Mara per il ruolo: una donna ossessionata dalla missione di trovare Bin Laden, cui ha votato la propria esistenza, sopravvivendo ad attentati terroristici (Islamabad 2008) e difficoltà personali. Zero Dark Thirty non è tratto da un libro ma è stato messo insieme grazie al lavoro giornalistico di Mark Boal, sceneggiatore che ha scovato la documentazione e parlato con fonti all’interno dell’Agenzia, la principale delle quali è proprio un’agente dal nome in codice di Maya, incarnata alla perfezione dalla Chastain, qui alla sua interpretazione più intensa e complessa.
Premiata col Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico, sfiora l’Oscar che viene assegnato a Jennifer Lawrence per Il lato positivo, ma la sua reputazione e l’ammirazione per le sue capacità interpretative ne escono consolidate.
Dopo Zero Dark Thirty la carriera di Jessica Chastain decolla definitivamente e alcuni dei registi più affermati di Hollywood le propongono parti interessanti e complesse in film di genere fantascientifico. Recita nel ruolo della figlia adulta del protagonista Matthew McCounaghey in Interstellar (2014) di Cristopher Nolan e fa parte dell’equipaggio dell’astronave Ares 3 per Ridley Scott in Sopravvissuto – The Martian ma il meglio di se stessa, nell’opinione di chi scrive, lo dà in film come Miss Sloane – Giochi di potere, diretto da John Madden, nel quale è una formidabile lobbista che politici e concorrenti cercano di incastrare perchè schierata contro la potente lobby delle armi da fuoco: vorrebbe regolamentarne l’uso, ma deve scegliere se pagare un prezzo altissimo, rischiando carriera e libertà.
Un secondo titolo meritevole di menzione è Molly’s Game (2017) dove è la sciatrice Molly Bloom che, ritiratasi dalle competizioni, si ricicla come organizzatrice di partite di poker clandestine, aperte solo a personaggi famosi e abbienti. Dopo aver fatto il salto ed essersi trasferita a New York, Molly si trova a fare i conti con la mafia russa. rischiando la vita. Tallonata dall’FBI viene arrestata e cerca l’aiuto dell’avvocato Charlie Jaffey, interpretato da Idris Elba; nonostante l’iniziale riluttanza egli riconosce in Molly una tempra morale e una determinazione fuori dal comune: l’unica strada percorribile sarebbe di dichiararsi colpevole, ma la donna sarà in grado di affrontare le conseguenze delle proprie azioni? Nel film è diretta da Aaron Sorkin -già premio Oscar alla sceneggiatura, qui al suo esordio alla regia – da lei molto stimato.
Come e più che in Miss Sloane il film è un one-woman show, nel quale però si trova a duettare con vecchie volpi del grande schermo, rubando loro la scena: Kevin Costner e Elba sono eclissati da un’attrice capace di rappresentare la serie di emozioni e contraddizioni di una personalità sfaccettata come quella di Molly (che è esistita davvero, Sorkin è partito da una biografia per scrivere il copione).
Le ultime interpretazioni e il sospirato Oscar
Dopo aver accettato il ruolo di antagonista in X-Men – Dark Phoenix, è produttrice e protagonista per Netflix di Ava (2020) nel quale è l’assassina su commissione, ex soldato ed ex tossicodipendente Ava Faulkner: film adrenalinico di cui è mattatrice accanto a John Malkovich e ad un perfido Colin Farrell, deciso a spodestare quest’ultimo come capo della squadra di assassini prezzolati.
Nel 2022 la vediamo produrre e interpretare un’altra pellicola adrenalinica, The 355 (in alto il trailer), una spy-story tutta al femminile diretta da Simon Kinberg dove Jessica Chastain sarà un’agente della Cia incaricata insieme con altri agenti dei servizi segreti di recuperare un’arma top secret caduta nelle mani di un pericoloso mercenario. Nel cast saranno presenti i premi Oscar Lupita Nyong’o (12 anni schiavo) e Penelope Cruz (Vicky Cristina Barcelona, Madres Paralelas) oltre a Diane Kruger (Bastardi senza gloria).
Quest’anno Jessica Chastain ha prodotto Gli occhi di Tammy Faye, vestendo i panni della controversa telepredicatrice Tammy Faye Bakker, accanto a Andrew Garfield/Jim Bakker; il film basato su un documentario del 2000 che narra l’ascesa della coppia fino agli scandali sessuali e finanziari che ne hanno determinato la rovina (qui sopra il trailer, diffuso lo scorso 9 giugno) ha vinto l’Oscar 2022 per trucco e acconciatura e l’interpretazione di Jessica Chastain è stata premiata dall’Academy con la statuetta da miglior attrice protagonista lo scorso 27 marzo. Il giusto e meritato riconoscimento per una carriera in continua ascesa e per un film nel quale ancora una volta ha potuto dimostrare tutto il suo talento e le sue doti interpretative.