In estate la Disney aveva licenziato il regista; poi è stato assunto per dirigere Suicide Squad. Infine, è stato richiamato per il terzo capitolo de I Guardiani della Galassia
Oltre a brevi post di ringraziamento sui social dopo la riassunzione, James Gunn non si era ancora esposto riguardo gli eventi che avevano colpito la sua carriera dallo scorso luglio. Recentemente, in un’intervista concessa a Deadline ha rivelato tutti i dettagli, dal giorno peggiore della sua vita al ritorno alla Marvel, passando per la prossima avventura alla DC Comics. Riportiamo l’intervista integralmente per la stima che proviamo nei riguardi di un grande professionista che si scusa pubblicamente ed è pronto a regalarci nuove spettacolari pellicole.
Domanda: Come hai reagito quando Alan Horn ti ha richiamato per dirigere Guardiani della Galassia Vol. 3?
James Gunn: “Stavo per sedermi e parlare dello sviluppo di The Suicide Squad con la DC ed ero entusiasta. Alan mi ha chiesto di incontrarci e parlare. Lo reputo un brav’uomo e penso che mi abbia reintegrato alla regia del film perché era la cosa più giusta da fare. Lo conoscevo già un po’, tornando con la mente ai film di Scooby-Doo, e l’ho sempre ammirato. Sono stato toccato dalla sua compassione. Si dice che ad Hollywood siano tutti spietati: è vero per una parte del settore, ma esistono anche persone realmente molto buone. Mi ha sempre affascinato riuscire a trovare questa bontà in posti inaspettati, a volte anche in alcuni personaggi dei miei film. Ho anche versato qualche lacrima, nel suo ufficio. Dovevo anche andare da Kevin Feige per riferirgli che avevo deciso di dirigere The Suicide Squad, quindi ero abbastanza nervoso”.
D: Nè Horn né Feige hanno incontrato altri registi per il film, ma la tua uscita di scena è stata molto enfatica. Hai mai pensato di abbandonare definitivamente il franchise che tu stesso hai portato con successo sul grande schermo?
James Gunn: “Sì, onestamente. Mentre scrivevo The Suicide Squad pensavo a come i tempi dei Guardiani della Galassia fossero ormai finiti. Immagino di averlo pensato per un po’, ma le conversazioni iniziali con Horn erano ‘capiamo se un tuo ritorno è possibile’ o ‘parliamo di questo’. Era davvero la fine del mio matrimonio. Ho divorziato e poi ho avuto queste conversazioni pacate con la mia ex-moglie, del tipo ‘proviamo ad andare d’accordo ed essere gentili l’uno con l’altra, perché siamo entrambi parte importante delle nostre vite. Odierei riguardare i sei anni del matrimonio con mia moglie e pensare ‘oh, che spreco di tempo’. Penso invece sia stato un periodo in cui sono molto cresciuto e in cui siamo stati bene. C’erano problemi e forse non dovevamo sposarci, ma vivere sei anni con la mia ex non è stata una perdita di tempo. Volevo sentirmi così, con la Disney. Non volevo guardare indietro e provare amarezza, rabbia o delusione. Ovviamente ogni tipo di emozione era legata al licenziamento, però volevo essere a mio agio nel salutare alcuni grandi compagni di viaggio, e la mia testa pensava solo a questo, anche nei primissimi incontri, una o due settimane dopo il licenziamento“.
D: Per essere un cineasta con la reputazione di essere schietto sui social, la tua risposta a tutto questo è stata decisamente muta. Non hai incolpato nessuno se non te stesso, il che ha chiaramente influenzato la decisione di Alan Horn nel tuo reintegro. Cosa hai pensato in quei momenti?
Poi è arrivata questa effusione di vero amore. Dalla mia fidanzata Jen; dal mio produttore e dai miei agenti, Chris Pratt che mi chiama e dà di matto; Zoe Saldana e Karen Gillan che mi chiamano in lacrime; Sylvester Stallone che mi fa una videochiamata. E naturalmente Dave Bautista, che ha avuto le uscite più forti su questa storia. Tutto questo ammontare d’amore da parte dei miei amici, della mia famiglia e delle persone della comunità online è stato assolutamente travolgente. A quanto pare, per sentire questo amore realmente per la prima volta, l’apparato attraverso cui lo fruivo doveva essermi completamente strappato via. Quindi sì, da una parte è stato il giorno peggiore della mia vita, ma dall’altra anche uno dei più emblematici e migliori. Nei mesi a venire non sono stato sempre perfetto nel mio viaggio spirituale, ma migliore sicuramente sì. Quelle prime settimane mi sono allontanato completamente dai social, disconnettendomi da tutto. È stato difficile e ho vissuto tutta la situazione minuto per minuto, ma è stato anche gratificante, poter vedere la vita da una prospettiva diversa“.
D: Cosa mi dici invece sull’aver realizzato: è colpa mia, questa ferita è auto-inflitta?
James Gunn: “La verità è che ho provato molta rabbia verso me stesso ma ho cercato anche di metterla da parte. Perché proprio come sapevo di aver sbagliato, s
D: Sei approdato a The Suicide Squad subito dopo esserti riappacificato con la Disney. In che modo la reazione dello studio rivale ha sedato le tue paure di non riuscire a ottenere un nuovo lavoro?
James Gunn: “Tecnicamente, le mie paure sono state dissipate nell’immediato; Jason Blum stava organizzando il panel al San Diego Comic-Con quando è uscita la notizie del mio licenziamento. Ha solo detto ‘assumerei James Gunn all’istante’. Al contempo, non sapevo a cosa credere. La notizia della mia riassunzione è stata una grande notizia per 24 ore, poi ha scemato. Quando è successo tutto quanto, invece, è durato per giorni e giorni e giorni. Per quanto
Certo sì, gli studios per la maggior parte hanno detto ‘ci piacerebbe averti’. Hanno chiamato entro i primi due giorni dal mio licenziamento. Però non ci credevo. Su questo devo essere sincero. A livello teorico pensavo ‘beh, forse ho ancora un futuro’. Sono una persona abbastanza orientata alla logica e questo mi ha aiutato, ma a livello emotivo non c’era proprio niente da fare. In un certo senso, è stato un bene per me, perché dovevo smettere di innalzare la mia carriera a unico strumento di felicità e benessere, iniziando a sentirmi realmente bene con me stesso. Mi sono concentrato su questo. Mi sono focalizzato sul divertimento. The Suicide Squad ha cominciato subito a fluire nella mia testa: non penso seriamente di essermi divertito tanto a scrivere una sceneggiatura sin dai tempi de L’alba dei morti viventi. Ecco come è stato scrivere questo film, per me”.
D: Data questa seconda possibilità con Guardiani della Galassia Vol. 3, quali personaggi o tematiche sei più entusiasta di inserire e vedere nel film?
James Gunn: “Quando mi hai chiesto quale fosse la cosa più triste, per m
D: Per concludere, dal punto di vista di qualcuno che ne è uscito fuori, cosa pensi dell’attuale clima nel settore, dove alcuni comportamenti sono esposti pubblicamente e le persone spesso bandite?