A sessantacinque anni dalla scomparsa del divo del cinema hollywoodiano, James Dean, grazie, si fa per dire, alla computer grafica, tornerà a recitare. Questo l’annuncio dato dall’Hollywood Reporter che ha comunicato il progetto della casa di produzione Magic City Films. Il film in questione ha già un titolo, Alla ricerca di Jack, e sarà l’adattamento del romanzo dello scrittore sudafricano Gareth Crocker. A curarne la regia saranno Anton Ernst (Little one) e Tati Golykh i quali hanno raccontato che:“Abbiamo cercato in lungo e in largo l’attore perfetto che potesse interpretare Rogan, che ha un arco narrativo molto complesso, e dopo mesi di ricerca abbiamo deciso che l’unico poteva essere James Dean”. E qui non riesco più a trattenermi dal dare la mia opinione. Prima cosa, possibile che con tutto il panorama di attori che abbiamo ad oggi, non siano riusciti a trovare un attore capace di interpretare questo personaggio, che a quanto pare non è neppure protagonista? Fossi un professionista della recitazione mi sentirei anche fortemente offeso! Secondo, e qui apriti cielo, ma in cosa vogliono trasformare il cinema? Pensate ad un attore del calibro di James Dean, oggi viene ricostruito a più di mezzo secolo dalla sua tragica scomparsa da un computer per impersonare una piccola parte in un film. Dove vanno a finire le scuole di recitazione, lo studiare un personaggio da interpretare, il calarsi in una parte per poi trasmettere al pubblico, a noi, tutte le varie sfumature caratteriali ed emotive di un protagonista? Creare quell’empatia con la persona che sta gustando il film, entrando in sintonia con l’attore che, da vero attore, ti fa dimenticare di essere al cinema e ti senti parte integrante della storia, vivendola sulla tua pelle, provando gioia, stizza, amore, cattiveria, infelicità, rancore, paura, terrore, simpatia e tutte le sfumature di emozioni che noi umani siamo capaci di provare, dove vanno davanti ad una faccia ricostruita, sicuramente in modo perfetto con i mezzi informatici di oggi, ma che pur sempre resta una ricostruzione, un falso, un inganno per lo spettatore. Certo, già altre volte è stato usato questo escamotage di ricostruire un personaggio con la grafica, mi viene in mente per esempio Paul Walker (Fast & Furious; Trappola in fondo al mare; 8 amici da salvare), ma il caso è completamente diverso; purtroppo l’attore era stato vittima di un incidente in cui aveva perso la vita e mancavano pochissime scene alla conclusione delle riprese di Fast & Furious 7, ma capisci bene la diversità della situazione. Tra l’altro coincidenza: anche il divo Dean era deceduto a causa di un incidente stradale a soli ventiquattro anni nel 1955, diventando un mito per i giovani della sua generazione e per le successive. All’attivo aveva solo tre film, ma che film, capolavori! La valle dell’Eden di Elia Kazan (Barriera invisibile; Un tram che si chiama desiderio; Fronte del porto); Gioventù bruciata di Nicholas Ray (I bassifondi di San Francisco; Il temerario; Johnny Guitar) e Il gigante di George Stevens (Un posto al sole; Il diario di Anna Frank; La donna del giorno) del quale terminò le riprese pochi giorni prima del fatale incidente. Ora, io ti chiedo solamente una cosa: guarda questi capolavori, guarda cosa era capace di trasmettere con lo sguardo, con l’espressione e le sue movenze James Dean e poi dimmi se ti sembra una cosa fattibile rivedere un mito del cinema ricostruito al computer, ma non per un biopic su di lui, bensì per un film d’azione qualunque, magari anche bello, ma un film fattibilissimo con qualsiasi attore vivente. Ovviamente non sarò la sola a pensarla così su questa notizia, anche diversi attori di oggi si sono già risentiti e schierati contro questa scelta, tra cui Chris Evans (Captain America; The Avengers; Cena con delitto) ed Elijah Wood (Il signore degli anelli; Ogni cosa è illuminata; Lo Hobbit) e sicuramente se ne faranno avanti molti altri. Nel frattempo ti lascio con le immagini del trailer originale di Gioventù bruciata.