Immaginate di fare un viaggio.
Immaginate di fare un viaggio che già in partenza sapete che non potrete mai più rifare.
Immaginate di potervi totalmente immergere nelle immagini, nei suoni, nei colori, di tutto ciò che vedrete.
Immaginate 50 capolavori impressionisti, mai svelati al pubblico, perché privilegio per gli occhi solo di pochi eletti.
Il 10, 11 e 12 febbraio, il docu-film prodotto da Ballandi e Nexo Digital dal titolo Impressionisti segreti, diretto da Daniele Pini, ci porterà all’interno della mostra record di visitatori che dal 6 ottobre all’8 marzo sarà ospitata a Roma, presso il Palazzo Bonaparte, realizzata e promossa da Arthemisia.
50 capolavori nascosti fino ad oggi, perché appartenenti a collezioni private, svelati per la prima volta agli occhi del grande pubblico, un’occasione unica per entrare in simbiosi con artisti che per anni sono stati fraintesi e altamente sottovalutati, solo perché innovativi, veri, diretti, puri.
Hanno voluto svelarvi la realtà come è, non come appare, senza ritocchi né aggiunte, con le sue imperfezioni, i suoi colori, le sue forme, i suoi protagonisti.
Gli impressionisti componevano la realtà così come si presentava ai loro occhi, così sono nate le ninfee di Monet, coronamento del suo sogno acquatico, piante che si rigenerano senza sosta e che senza sosta lui ritrae con colorazioni evanescenti.
La solitudine e la malinconia delle pennellate di Cezanne nascono dalla sua personale e innovativa ricerca della vera essenza della natura, dipingere in solitudine, piuttosto che dipingere ad ogni costo, da questo concetto prendono forma le sue nature morte e i suoi ritratti.
Con Manet si suole ufficialmente dare inizio all’arte moderna, senza di lui probabilmente, l‘impressionismo non sarebbe mai nato. Lui che per primo rinnegò l’uso del chiaroscuro e della prospettiva, lui che primo volle ritrarre la realtà all’aperto, fu lui che per primo volle imprimere sulla tela ciò che l’occhio umano davvero percepisce, dimostrando che un altro modo di fare arte, è possibile.
Grazie a questa pellicola, entreremo in contatto con le continue sperimentazioni di Signac, che scompongono il colore fino a renderlo fluido e talmente espressivo, da farci sentire parte dei suoi paesaggi, così reali, così vivi.
E poi Caillebotte, quasi dimenticato dal grande pubblico, ma decisamente avanti rispetto ai tempi, capace di fotografare letteralmente la realtà; Berthe Morisot, donna, e pertanto esclusa dalle accademie, costretta a coltivare privatamente la propria passione che la porterà ad elaborare uno stile raffinato ed elegante, che spazia dagli acquerelli, agli oli, ai pastelli; Sisley stile autentico, timbro sentimentale, i suoi paesaggi sembrano vibrare, sono vivi.
La cura della mostra è affidata a due esperti di fama internazionale: Claire Durand-Ruel, discendente di Paul Durand-Ruel, colui che ridefinì il ruolo del mercante d’arte e primo sostenitore degli impressionisti e storica dell’arte esperta di Camille Pissarro; e Marianne Mathieu, direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi, sede delle più ricche collezioni al mondo di Claude Monet e Berthe Morisot, già curatrice della mostra al Vittoriano su Monet che totalizzò 460.000 visitatori.
Grazie agli interventi di storici dell’arte come Alain Tapiè e Sergio Gaddi, e ad un vero team di addetti ai lavori come la scrittrice Melania Mazzucco, il collezionista Scott Black, il fotografo e regista Fabio Lovino e l’artista Giuliano Giuman, conosceremo gli aspetti più intimi non solo dei capolavori celati, ma degli artisti: i loro sentimenti, il loro modo di essere.
Sono opere che da quando sono state dipinte, non sono mai state mostrate al pubblico, troveremo in queste tele qualcosa di sorprendente, che al primo sguardo l’occhio umano non può notare; l’istinto, la bellezza, la luce. Gli impressionisti sono stati i primi a rompere l’immobilismo che per secoli ha caratterizzato l’arte, e diviene così una necessità estetica, e solo dopo una tecnica pittorica.
All’interno del film troveranno spazio anche il racconto dell’allestimento della mostra e quello dell’inaugurazione, un focus su Palazzo Bonaparte, luogo di grande fascino e spazio espositivo vicino piazza Venezia, e che fino al 1836 fu la dimora di Maria Letizia Ramolino, madre di Napoleone, che aprirà per la prima volta le sue porte agli spettatori per quest’occasione speciale, e un approfondimento sulle figure del curatore e del collezionista, per porre l’accento sui molteplici aspetti del lavoro che ha portato alla realizzazione dell’ambizioso progetto Gli Impressionisti segreti.
L’impressionismo cela dietro di sé un mondo fatto di luci, colori, aria aperta e pulita, ma anche fatica e coraggio nel rompere gli schemi di un’arte che, fino al loro arrivo era statica e cupa. Quel gruppo di artisti, prevalentemente francesi e tutti nati tra il 1830 e il 1840, ebbero infatti il coraggio e l’ardire di abbandonare la pittura di scene storiche, mitologiche o religiose eseguita nella penombra degli atelier, delle case private, e delle chiese, per spostarsi en plein air, all’aria aperta.
Dipingevano ciò che vedevano, dai paesaggi a scene di vita quotidiana, dalle prostitute incontrate per strada ai contadini intenti al proprio lavoro, costretti spesso a portare con sé i materiali sulla schiena e prediligendo i piccoli e i medi formati, perché più facili da spostare.
Le loro pennellate – eseguite con colori brillanti, simbolo del loro stesso brillare – erano sbrigative, per evitare che la luce del sole seccasse il colore o rovinasse il momento impresso sulla tela, costringendoli a tornare il giorno dopo o quello dopo ancora.
Appuntamento al cinema quindi, per impressionarci con il meraviglioso mondo degli impressionisti.