Il 5 dicembre a Roma al cinema The Space Moderno e contemporaneamente a Milano al cinema The Space Odeon, alle 20.30, sarà proiettato il docu film Il tempo dell’attesa di Rolando Ravello, progetto cinematografico sulla cineterapia.
In cosa consiste Il tempo dell’attesa
Il film racconta i risultati di un innovativo progetto di cineterapia, che ha coinvolto 34 donne pazienti in terapia oncologica presso l’UOC di Ginecologia oncologica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, diretta dal professor Giovanni Scambia, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cancers.
Il tempo dell’attesa nasce dalla collaborazione tra la UOS di Psicologia Clinica diretta dalla dott.ssa Daniela Chieffo della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e MediCinema Italia, l’organizzazione no-profit che utilizza il cinema come terapia in percorsi riabilitativi.
Tra i promotori delle serate-evento Roche Italia, una delle più grandi aziende di biotecnologie al mondo che quest’anno taglia il traguardo dei 125 anni, e F.A.V.O. la Federazione italiana delle Associazioni Di Volontariato In Oncologia.
Per partecipare alla proiezione è necessaria una prenotazione con risposta di conferma inviando una mail entro a: eventi@medicinema italia.org.
Il tempo dell’attesa ha coinvolto le pazienti in un percorso sperimentale di cineterapia a complemento delle cure oncologiche, nel film diretto con intelligenza e sensibilità da Rolando Ravello, che hanno raccontato in prima persona la loro esperienza, attraverso il linguaggio immediato della GoPro (videocamera portatile) con una narrativa di grande impatto, che restituisce allo spettatore la sensazione di un tempo sospeso, ma non precluso alla vita.
Il tempo dell’attesa rappresenta la tappa finale di un progetto di ricerca ideato da Medicinema e Fondazione Gemelli IRCCS durato più di un anno e i risultati di questo progetto sperimentale dimostrano che la presa in carico delle persone con un tumore può trarre beneficio non solo dai trattamenti oncologici tradizionali, ma anche dalle cure complementari, come in questo caso la cineterapia, che unita ad un sostegno psicologico, diventa un’elaborazione dei momenti difficili o traumatici, come quello della diagnosi, e aiutano ad affrontare temi sensibili come quello della fertilità, della genitorialità e a volte anche del fine vita.
Assistere alla proiezione di un film all’interno dell’ospedale, durante le cure “tradizionali”, può favorire una nuova forma del rapporto mente-corpo che, di fronte alla malattia, a volte viene perduta.