Il regista greco Yorgos Lanthimos scrive e dirige un film che è una sorta di trasposizione dell’Ifigenia in Aulide di Euripide, con un finale altrettanto tragico.
Steven Murphy, ovvero Colin Farrel, che aveva già lavorato con Lanthimos in The lobster, è un cardiologo di successo con una bella famiglia. Ha una moglie bella come Nicole Kidman, anzi è proprio Nicole Kidman, e due figli adorabili, Kim e Bob. Un giorno fa amicizia con Martin, un adolescente che ha perso il padre da poco, e lo prende sotto la sua protezione. Pian piano, la loro relazione si fa più intensa ma, solo quando Bob comincia a presentare sintomi psicosomatici, apparentemente inspiegabili, viene a galla la verità su Steve e Martin. Tacciamo il finale tragico ma, trattandosi di un film ispirato all’Ifigenia, si può immaginare.
Pare che all’inizio lo script del film, realizzato dal regista stesso assieme al suo abituale collaboratore Efthymis Filippou, fosse meno attinente alla tragedia euripidea ma, probabilmente, gli autori tragici per i greci sono un po’ quello che Shakespeare è per gli inglesi.
La prima parte del film è la preparazione della tragedia:
la sensazione che qualcosa di terribile stia per accadere. Per fare un parallelo con un film italiano, è l’atmosfera che Nanni Moretti riesce a creare in maniera perfetta in La stanza del figlio, un film che, personalmente, non ho amato particolarmente, ma che è uno dei pochi che riesce a riprodurre al cinema quello che doveva essere la tragedia greca a teatro. Per entrare subito nell’atmosfera, la prima scena in assoluto è un’operazione chirurgica a cuore aperto. Originariamente la sequenza prevedeva anche l’asportazione dell’organo, cosa che, in fase di montaggio è stata tolta. Meno male, conosco gente che sarebbe svenuta dinanzi a una scena simile; trovandosi già seduto in poltroncina il danno sarebbe stato minimo, ma la troviamo comunque una scelta saggia. Nella seconda parte, come succede nei classici, la tragedia scoppia e qui, parlando sempre con un punto di vista personalissimo, il film di Moretti non riesce a tenere il confronto col modello. Vedremo cosa riesce a fare Lanthimos che dovrebbe avere la tragedia nel sangue.
Il film, a Cannes, ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura e Lanthimos è un regista di talento che ha una sincera ammirazione per Kubrik, quindi molto è lecito attendersi.
Per tornare coi piedi sul suolo patrio;
un altro film che il ministro della famiglia Lorenzo Fontana non amerà. A giudicare dai film che stanno uscendo negli ultimi tempi sembra che il mondo della cultura, finalmente, si stia interrogando su questioni che sono sempre state rimosse o si è semplicemente fatto finta che non esistessero. Anche se, c’è chi continua a farlo.