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Lettura: Il Sacrificio del Cervo Sacro, ovvero l’Ifigenia in Aulide in versione cinematografica
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AnticipazioniCinema

Il Sacrificio del Cervo Sacro, ovvero l’Ifigenia in Aulide in versione cinematografica

Irene Pepe 7 anni fa Commenta! 3
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Il regista greco Yorgos Lanthimos scrive e dirige un film che è una sorta di trasposizione dell’Ifigenia in Aulide di Euripide, con un finale altrettanto tragico.

Steven Murphy, ovvero Colin Farrel, che aveva già lavorato con Lanthimos in The lobster, è un cardiologo di successo con una bella famiglia. Ha una moglie bella come Nicole Kidman, anzi è proprio Nicole Kidman, e due figli adorabili, Kim e Bob. Un giorno fa amicizia con Martin, un adolescente che ha perso il padre da poco, e lo prende sotto la sua protezione. Pian piano, la loro relazione si fa più intensa ma, solo quando Bob comincia a presentare sintomi psicosomatici, apparentemente inspiegabili, viene a galla la verità su Steve e Martin. Tacciamo il finale tragico ma, trattandosi di un film ispirato all’Ifigenia, si può immaginare.

Contenuti
La prima parte del film è la preparazione della tragedia:Per tornare coi piedi sul suolo patrio;

Pare che all’inizio lo script del film, realizzato dal regista stesso assieme al suo abituale collaboratore Efthymis Filippou, fosse meno attinente alla tragedia euripidea ma, probabilmente, gli autori tragici per i greci sono un po’ quello che Shakespeare è per gli inglesi.

La prima parte del film è la preparazione della tragedia:

la sensazione che qualcosa di terribile stia per accadere. Per fare un parallelo con un film italiano, è l’atmosfera che Nanni Moretti riesce a creare in maniera perfetta in La stanza del figlio, un film che, personalmente, non ho amato particolarmente, ma che è uno dei pochi che riesce a riprodurre al cinema quello che doveva essere la tragedia greca a teatro. Per entrare subito nell’atmosfera, la prima scena in assoluto è un’operazione chirurgica a cuore aperto. Originariamente la sequenza prevedeva anche l’asportazione dell’organo, cosa che, in fase di montaggio è stata tolta. Meno male, conosco gente che sarebbe svenuta dinanzi a una scena simile; trovandosi già seduto in poltroncina il danno sarebbe stato minimo, ma la troviamo comunque una scelta saggia. Nella seconda parte, come succede nei classici, la tragedia scoppia e qui, parlando sempre con un punto di vista personalissimo, il film di Moretti non riesce a tenere il confronto col modello. Vedremo cosa riesce a fare Lanthimos che dovrebbe avere la tragedia nel sangue.

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Il film, a Cannes, ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura e Lanthimos è un regista di talento che ha una sincera ammirazione per Kubrik, quindi molto è lecito attendersi.

Per tornare coi piedi sul suolo patrio;

un altro film che il ministro della famiglia Lorenzo Fontana non amerà. A giudicare dai film che stanno uscendo negli ultimi tempi sembra che il mondo della cultura, finalmente, si stia interrogando su questioni che sono sempre state rimosse o si è semplicemente fatto finta che non esistessero. Anche se, c’è chi continua a farlo.

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