Anni 90, in un villaggio di Banpo nella Cina rurale, accadono cose strane. Una donna viene trovata morta in riva al fiume, ad occuparsi del caso è il capo della polizia Zhe, che indaga sui misteri che si intrecciano con il giallo. Un’amante, un pazzo e il fiume che diventa protagonista di morte e follia.
Il mistero scorre sul fiume: la trama
Tratto dal libro “Torture” di Yu Hua, il film vede protagonista Zhu Yilon, che veste i panni di Zhe, il capo della polizia criminale di Banpo. Tutto inizia con la scoperta di un cadavere, una donna anziana, molto amata nel piccolo borgo, colpita alle spalle sulla riva del fiume. Il mistero conduce subito al giovane ragazzo instabile, chiamato “il pazzo”, che l’anziana aveva portato da poco con sè in casa. Un’arresto troppo facile, mentre i suoi superiori sono ansiosi di comunicare il successo dell’inchiesta e consegnare il colpevole alla giustizia, diversi indizi spingono Ma Zhe a scavare più a fondo negli strani comportamenti nascosti dei suoi concittadini.
Man mano che le indagini proseguono, spuntano nuovi elementi intrecciati al mistero del fiume, tra le nuove testimonianze emerge una figura, una donna alta con capelli mossi, che conduce quasi alla pazzia l’ispettore Zhe poiché introvabile. E poi, un altro omicidio, rinvenuto ancora una volta in riva al fiume a pochi passi dal primo cadavere.
Il sospettato intanto scappa, e inizia prendersi gioco del capo della polizia, ormai tormentato da questo filo di crimini intrecciati tra loro che sembra non aver soluzione. Intanto la moglie di Zhe aspetta un figlio, ma la gravidanza sembra aver problemi a causa di una malattia genetica del feto. Tutto scorre tra vita e morte lungo la riva del fiume, e il capo della polizia ha in mano le redini del gioco.
Il mistero scorre sul fiume: la recensione
Un film lento che segue l’agonia del personaggio nell’incapacità di risolvere il delitto, che pian pian si articola con elementi sempre più interessanti. Una trama coinvolgente che non riesce a prevenire ogni singola interpretazione dello spettatore, perché cambia, e al giallo si aggiungono situazioni contrastanti, difficile da percepire una soluzione al mistero. Il tutto è ambientato sotto un cielo grigio, portatore di pioggie incessanti, che non aiutano lo svolgimento delle indagini boicottando le prove intorno al fiume.
Tra un’atmosfera noir e un poliziesco anni 90, il regista Wei Shujun ti trasporta in una parte della Cina povera dove la vita scorre, come un fiume in piena e la morte è sempre dietro l’angolo. Il tempo sembra quasi essersi fermato prima ancora dei delitti, tutto sembra sospeso dentro un’infernale quadro di Hopper. Un mistero che fa buchi nell’acqua ovunque, dal ritrovamento del primo cadavere fino ad un suicidio, tutto collegato da una profonda agonia esistenziale che riesce quasi a riflettersi nello schermo attraverso l’acqua del fiume, il luogo di morte. Un punto di inizio ma anche di fine, che porterà il protagonista alla pazzia. Tutto sembra non avere più un senso, tra allucinazioni, verità e vite spezzate.
Le scene seguono un ritmo costante, non ci sono sbalzi narrativi, e il montaggio è semplice non si attacca a elementi di scene precedenti, se non, in particolare una scena dove l’occhio rimane accecato da un bagliore collegato al colore delle palline da ping pong. Da lì segue una scena su un grande schermo giallo che proietta il sogno del protagonista, un leggero focus che riprende una cinepresa prendere fuoco, e da lì la magia diegetica del montaggio. Una ripresa alla Christopher Nolan, che trasforma un film d’autore in un vero e proprio cult.
Proprio la cinepresa, con cui il capo della polizia riguarda più e più volte le immagini degli omicidi, i dettagli, c’è qualcosa che li collega l’uno con gli altri, ma gli sfugge. Un tormento che sembra prendere vita dentro la testa di Ma Zhe, incapace di collegare il mistero. Tutto è troppo semplice, e prevedibile e questa volta ad unire la morte ci potrebbe essere non solo un singolo assassino. Il finale lascia perplessi, tutti i dubbi, le ipotesi che lo spettatore formula con il poliziotto svaniscono nell’ombra, lasciando al caso ogni sospetto. Un lieto fine che così lieto alla fine non è.
Il cinema anche questa volta presente, infatti è il palcoscenico dove avvengono le indagini, dato che l’ufficio di Zhe e i suoi corrispondenti è stato trasferito lì. Un luogo poco frequentato, ormai alla deriva e sotto le mani delle autorità. Un grande spettacolo messo in scena da un destino fin troppo casuale che gioca con i personaggi della storia, tra amori impossibili, depressione e segreti rimasti seppelliti lungo la riva del fiume. Un film che inizia con la morte e finisce con la vita, un’anima nuova che ha saputo sopravvivere agli abusi del destino.
Il mistero scorre sul fiume sarà distribuito da Wanted, a partire dall’ 11 luglio.