Il matrimonio di Rosa è una commedia spagnola ambientata a Valencia, e arriverà nelle sale italiane il 16 settembre distribuito da Officine UBU: cliccando qui puoi vedere quali altri film ci saranno al cinema questa settimana!
Il matrimonio di Rosa – La boda de Rosa (2020)
Regia: Icíar Bollaín; sceneggiatura: Icíar Bollaín, Alicia Luna; fotografia: Sergi Gallardo, Beatriz Sastre; scenografia: Laia Colet; costumi: Giovanna Ribes; musiche: Vanessa Garde; interpreti: Candela Peña (Rosa), Sergi López (Armando). Nathalie Poza (Violeta), Ramón Barea (Antonio), Paula Usero (Lidia) Xavo Giménez (Rafa); Produzione: Cristina Zumárraga, Pablo Bossi, Lina Badenes; Fernanda del Nido, Alexandra Lebret; Cristina Zumárraga, Lina Badenes; Fernanda del Nido Compagnia di produzione: Tandem Films, Turanga Films, Setembro Cine; Distributore italiano: Officine UBU; paese di produzione: Spagna-2020
La trama di Il matrimonio di Rosa
Rosa (Peña) è una donna sulla soglia dei quarantacinque anni ed è una madre e costumista cinematografica che si prende cura di suo padre, dei suoi nipoti, del gatto della sua migliore amica e perfino delle piante del vicino: insomma, di tutti fuorché di sé stessa. Suo padre Antonio (Barea) è diventato vedovo due anni prima e da quel giorno si è totalmente affidato a lei, visto che gli altri due figli, fratelli di Rosa, sono sempre impegnati: Violeta (Poza) viaggia molto lavorando come traduttrice simultanea mentre Armando (López) ha una scuola di lingue che lo tiene fuori casa tutto il giorno.
Non che Rosa abbia tempo invece: oltre al suo lavoro (per cui non prova più soddisfazione) la donna non è in grado di dire di no a chi le chiede una mano, e così si divide tra le visite mediche di Antonio, il babysitting ai figli di Armando, la supervisione della ristrutturazione del nuovo ristorante del suo compagno Rafa (Giménez), mentre tutti danno sempre per scontato che lei potrà occuparsi di loro spesso senza neanche chiederglielo. Nessuna delle persone che la circonda la ascolta veramente, nessuno prende in considerazione che anche lei potrebbe avere bisogni e desideri.
Ma tutto questo cambia il giorno in cui Rosa capisce che deve riprendere in mano la sua vita e smettere di assecondare le necessità degli altri; la donna vuole mollare tutto e trasferirsi nel piccolo paese dov’è cresciuta, riaprendo la sartoria della defunta madre. Ma questo cambiamento richiede un annuncio in grande stile: come in una coppia il giorno del matrimonio i futuri coniugi si prendono l’impegno di rispettarsi reciprocamente, così la donna decide di volersi simbolicamente sposare con sé stessa per comunicare a tutti che d’ora in avanti seguirà i propri sogni.
Ecco quindi che Rosa annuncia ai suoi famigliari che si sposerà quello stesso sabato nel piccolo paese dove si vuole trasferire, ma senza dare altri dettagli: per questo ognuno dei suoi familiari, pensando di conoscerla, si sentirà in diritto di prendere decisioni sulla cerimonia e sulla festa senza rendersi conto che, per l’ennesima volta, si stanno occupando solo di ciò che vogliono loro e non di quello che desidera davvero Rosa. Riuscirà finalmente la donna a farsi valere e realizzare i propri desideri?
Ecco il trailer del film.
Il giudizio del redattore su Il matrimonio di Rosa
Questo film ha due tematiche principali: l’importanza del dialogo in una famiglia e l’importanza di prendersi cura di sé stessi, entrambi argomenti estremamente attuali.
Tutta la trama si basa infatti sulla totale assenza di comunicazione nella famiglia di Rosa, che porta ognuno dei membri a dare per scontati gli altri e allo stesso tempo a non condividere per davvero i propri problemi. Il matrimonio di Armando è in crisi, il lavoro di Violeta è a rischio, la stabilità mentale di Lidia (la figlia di Rosa) è in serio pericolo, eppure nessuno è mai davvero aperto su questo con gli altri; se solo ci fosse stato dialogo fra loro il film stesso si sarebbe chiuso prima ancora di cominciare.
Rosa stessa è incapace di dialogare con loro e di farli rendere conto di avere anche lei delle necessità, fino a che non raggiunge il punto di rottura e decide di riprendere in mano la sua vita: qui entra il tema del cosiddetto solo – wedding, lo sposare sé stessi. La regista Icíar Bollaín ha raccontato di aver avuto l’idea del film quando si è imbattuta in un articolo su un’agenzia di Tokyo che organizza questo genere di cerimonie cosicché:
“le donne possano realizzare il sogno di sposarsi ed essere “principesse per un giorno” nel loro abito da sposa, con auto da matrimonio e album fotografico inclusi, senza bisogno dello sposo. Cercando un po’ più a fondo (…), abbiamo scoperto che (…) Queste donne pagano per avere il ricordo più bello della loro vita, e anche per le foto più belle, senza la necessità di sposare nessuno. E in qualche strano modo, questo aiuterebbe la loro autostima.
O meglio, nelle parole di Candela Peña attrice protagonista del film, “è come se Rosa provasse a ottenere con una cerimonia quello che altre donne ottengono con anni di terapia”. E’ questo ciò che vuole comunicare Il matrimonio di Rosa allo spettatore: per stare bene è fondamentale prendersi cura anche di sé stessi e dei propri desideri, ed è importante che questo sia chiaro anche per chi ci circonda; bisogna impostare dei paletti e far comprendere agli altri che è un bene per tutti se questi vengono rispettati.
E questo messaggio il film lo comunica con leggerezza e colore, come d’uso nei film spagnoli, con una recitazione semplice e senza troppi fronzoli, scegliendo attori credibili in cui è facile identificarsi. Se capisci lo spagnolo a questo link trovi un’intervista al cast ed alla regista per saperne di più.
Certo c’è qualche limite: come in molte commedie i conflitti vengono risolti molto velocemente rispetto alla premessa, ad esempio, ma il fatto che non tutti siano da subito a bordo con la decisione di Rosa rende plausibile la storia.