Le memorie di Woody Allen sono state rifiutate da quattro grandi editori statunitensi. Ma non ha pensato di pubblicarle in Europa? Le case editrici europee non si tirerebbero certo indietro
Il caso Allen è uno di quelli che dà da pensare; per questo ci soffermiamo ancora su di lui. La storia è nota: Woody Allen fu accusato di molestie da sua figlia, Dylan Farrow nel 1992. Allen negò decisamente. Il caso fu indagato dal personale specializzato in abusi sessuali del Yale New Haven Hospital. Dylan fu ascoltata per nove volte durante sette mesi alla fine dei quali il dottor John M. Leventhal dichiarò, sotto giuramento, che considerava la bambina “emotivamente instabile e influenzata dalla madre”.
Dopo che il giornalista Ronan Farrow, unico figlio naturale proprio di Woody Allen, fece scoppiare il caso degli abusi sessuali di Harvey Weinstein, per motivi poco chiari, forse solo perché Ronan è figlio di Woody, è tornata a galla la storia, vecchia di 27 anni, di Dylan. Questa volta le reazioni sono state abnormi: Amazon che non vuole distribuire i film, gli attori che giurano di non voler lavorare più con lui, le case editrici che rifiutano la biografia. E questo nonostante la storia fosse ben nota e giuridicamente conclusa.
“Woody non è di quelli che vanno in giro a giustificarsi sulle sue questioni private, – dice la scrittrice Daphne Merkin, amica di Allen – ma è probabile che in quel libro ci siano le sue testimonianze su quello che è successo. È il tipo di persona che va avanti, nonostante tutto, e che si nutre del suo lavoro”.
Soprattutto, va detto che Allen è sempre stato molto chiaro e deciso le rare volte che ha parlato della sua vita privata. Quando, nel 1991, iniziò la sua relazione con Soon-Yi e fu ospite del programma 60 minuti, condotto dal giornalista Steve Kroft, la sua dichiarazione fu estremamente secca: “Io ho una relazione adulta con Soon-Yi. Se qualcuno ha obiezioni da fare perché è troppo giovane per me, perché è figlia di Mia o per qualsiasi altra cosa, posso accettarlo. Di questo sono responsabile. Ma questo non significa che debba essere condannato per pedofilia. Il mio amore per lei è reale e felicemente autentico. È una donna incantevole, intelligente e sensibile che ha cambiato in meglio la mia vita”.
Perché, dunque, questa presa di posizione da parte della pubblica opinione statunitense? Ah, saperlo. Gli USA sono notoriamente un paese bacchettone, ipocrita e incoerente. Un po’ come Salvini vorrebbe l’Italia, dove si protegge fino allo spasimo la vita di coloro che non sono ancora nati, ma si lascia morire serenamente in mare quelli che nati sono già. Per questo lanciamo un appello a Woody Allen, prima che anche noi diventiamo come gli Stati Uniti: Woody, vieni qui, noi non ti abbiamo rinnegato; amiamo i tuoi film, la tua musica (Allen farà una tournée europea quest’estate con la sua jazz band) e pubblicheremmo volentieri un tuo libro di memorie. Vieni in Europa e non te ne pentirai.