Il lago delle oche selvatiche è una sorta di regalo che si fa il regista cinese in quanto la sua idea era antecedente ad altri progetti; la sua idea prenderà piede quando leggerà di una notizia diffusa dai media che descrivono una situazione paritetica alla quale lui aveva dato una forma, ma ancora non completa e rifinita. Le idee di degli artisti sono in genere sprazzi di vita quotidiana che assumono poi la forma delle loro opere. Ciò che fa il regista Yi’nan Diao fa al caso nostro in questa situazione. Viene determinata attraverso le sue annotazioni una sorta di quadro dove il pittore riesce a riempire gli spazi man mano che la mente e l’occhio realizzano ciò che vorranno vedere. Il film è prodotto da Movies Inspired e racconta una storia che è molto verosimile alla realtà. Yi’nan Diao è un regista cinese che è riuscito a scardinare quella famosa porta del successo riuscendo a diventare un regista su cui puntare nei prossimi anni come tra i migliori. Con il suo primo lungometraggio Train Night presentato al Festival di Cannes è stato particolarmente apprezzato dalla critica che li ha permesso di veder distribuito la pellicola in tutta Europa. Con il secondo vince, Fuochi D’artificio in Pieno Giorno, l’Orso d’oro come miglior film e l’Orso d’argento come miglior attore per Liao Fan.
Così il regista parla della location di Il lago delle oche selvatiche “Volevo un film pieno di immagini d’acqua o, meglio, di immagini di donne e acqua. Mi ricordavo di alcune fotografie in bianco e nero viste in passato, in particolare la foto di una donna con un sorriso misterioso, distesa sulla prua di un’imbarcazione, e sullo sfondo lo scintillio dell’acqua. È così che si è naturalmente imposta la figura della bagnante. Qualche anno fa avevo visto le “bagnanti” in una cittadina balneare e dopo ho scoperto che questa forma di prostituzione a buon mercato esisteva anche nelle città lungo il Fiume Azzurro. Questa figura è stata immediatamente inserita nella sceneggiatura. Dunque, la storia prevedeva un lago nei pressi di una città. La regione di Wuhan conta numerosi laghi, è persino soprannominata “la città dei cento laghi”. È anche una città gigantesca, dove la cultura portuale, unita all’industrializzazione e all’urbanizzazione, offre un’incredibile varietà di paesaggi. Il mio direttore della fotografia, Dong Jinsong, e io non abbiamo avuto molti dubbi. Non volevo mostrare una Wuhan “figurativa”, da realismo sociale. Volevo una città del sud astratta, reinventata. Abbiamo fatto sopralluoghi nel raggio di 200 km intorno a Wuhan, abbiamo scelto le location migliori e le abbiamo assemblate”. Tutto ciò sembra paradisiaco descrivendo i luoghi dove girare il film ed ora quella stessa città è in preda al panico ed alla contaminazione dal “Coronavirus” che a causa di una non gestione immediata si è propagata, disgraziatamente, provocando oltre cinquecento morti ad oggi, con la speranza e l’augurio che si possa tornare presto alla normalità.
Il lago delle oche selvatiche. Il regista sulle riprese notturne
Un uomo inseguito dalla polizia ha bisogno del “favore della notte”. La notte è mistero, la notte ha a che fare con la morte e visivamente offre più possibilità. È come se aggiungesse dei filtri all’obiettivo che permettono di ritrovare l’eleganza e la semplicità del bianco e nero. Allo stesso tempo i colori più densi, i chiaro-scuri, le strade deserte creano un’atmosfera onirica. I colori della notte riescono a crea filtri che permettono al regista di andare oltre rispetto a ciò che si potrebbe fare di giorno, quasi di entrare nell’inconscio della porpria coscienza e prendendo dei rischi. Il regista si la percepisce descrivendone alcuni tratti raccontando del suo noir Il lago delle oche selvatiche: “Sotto la luce artificiale, il mondo assume una dimensione surreale, gli uomini si aggirano come animali al confine tra sogno e realtà. E poi c’è il silenzio della notte, un silenzio in cui ogni tratto luminoso sembra avere un suono. Considero i suoni reali come la musica del mondo e desidero che la colonna sonora segua il loro ritmo e la loro musicalità”.
I due personaggi sono contrapposti ma vengono da situazioni individuali che li vedranno lottare per lo stesso motivo: riconquistare la dignità di essere umani a rischio della vita. Zhou capo di una banda di ladri appena uscito di galera deve nascondersi da una caccia all’uomo in quanto ricercato per l’omicidio di un poliziotto; cosa che non poteva sapere in quanto era in atto una guerra tra gang. Liu Ai’ai la prostituta vuole riscattarsi dalla sua condizione, forse innamorata di Zhou ma lo scoprirai nel film se è vero, cercherò di aiutare il fuggitivo assassino. Il pensiero di Yi’nan Diao a riguardo è simile alla maggior parte di noi: “La Cina ha sofferto indicibili tragedie e oggi la corsa alla modernizzazione e allo sviluppo ci ha fatto dimenticare i valori nobili della filosofia e della letteratura tradizionale cinese, che spero di riuscire a rappresentare in forma di film. Esisterà sempre la tristezza, in ogni società, perché nessun sistema è in grado di cancellare la sofferenza e la paura della morte, ma continuo ad avere una visione ottimista del futuro”.
Cast
Il cast artistico è composto da attori ed attrici asiatici provenienti sia dall’Accademia di Shangai che non professionisti. E’ ciò che rende Il lago delle oche selvatiche di Diao ancora più realista.
ZHOU: Zenong HU Ge
LIU Aiai: GWEI Lun Mei
Capitano LIU: LIAO Fan
YANG Shujun: WAN Qian
HUA Hua: QI Dao
YAN Ge: HUANG Jue
PING Ping: ZENG Meihuizi
XIAO Dongbei: ZHANG Yicong
Cliente: CHEN Yongzhong
Il film sarà distribuito nelle sale italiane dal 13 febbraio. Acclamato dalle più grandi testate sia nazionali che estere, Il lago delle oche selvatiche riuscirà a catturare la tua attenzione per la bravura dello scenggiatore a trasporre momenti di calma a improvvise accelerazioni dinamiche.