L’attesa è finita, finalmente domani 14 novembre uscirà in tutte le sale Il Gladiatore II. Per gli amanti del colossal americano, diretto da Ridley Scott sarà una vera e propria sorpresa, tra combattimenti all‘ultimo sangue, teste mozzate e battaglie navali all’interno dell’arena del Colosseo ce ne saranno di tutti i colori. Scenografie ed effetti speciali curati in ogni minimo dettaglio, rendendo lo spettacolo unico nel suo genere e visibile solo sul grande schermo. Un appuntamento che non puoi assolutamente perdere.
Il Gladiatore II: sedici anni dopo la morte di Marco Aurelio
Diretto dal leggendario regista Ridley Scott, il Gladiatore II continua raccontare la straordinaria saga di potere, intrighi e vendetta nell’antica Roma. Anni dopo aver assistito alla tragica morte del venerato eroe Massimo (Russel Crowe) per mano del suo perfido zio Commodo (Joaquin Phoenix), Lucio (Paul Mescal) si trova costretto a combattere nel Colosseo dopo che la sua patria viene conquistata da parte di due tirannici imperatori, Geta (Joseph Quinn) e Caracalla (Spencer Treat Clark) ora governano Roma.
Nei panni di un valoroso gladiatore di fama Annone, conquista l’arena e l’amore di Roma. Spinto dalla sete di vendetta per il brutale assassinio della moglie, arriva nelle coste di Ostia, con un solo obiettivo, raggiungere la caput mundi ed uccidere colui che ha tolto la vita all’amata, che da anni conquista e espande l’impero romano, l’impietoso generale Acacio (Pedro Pascal).
Per la seconda volte un mero schiavo sfida il potere tirannico e gioca con le debolezze dei due nuovi fratelli che detengono il potere del Senato e dell’Impero di Roma. Riuscirà l’erede consanguineo a realizzare il sogno di Roma, a cui tanto ambiva Marco Aurelio, per cui mano è morto il generale Massimo Decimo Meridio…
Il Gladiatore II: la maledizione dei sequel e dei remake
Purtroppo da sempre predilige la solita maledizione nel mondo del cinema. Sequel o remake di colossal che hanno fatto la storia del cinema, quasi sempre risultano flop o prodotti decenti che però non riescono a classificarsi al pari degli originali. È successo con Joker 2 (2024) che è stato un vero e proprio punto di non ritorno per il regista Todd Phillips e per il premio oscar Joaquin Phoenix. E ancora The Crow (2024) con il remake azzardato di Rupert Sanders e l’interpretazione di Bill Skarsgård.
Questa volta a sfidare la fortuna è Ridley Scott, che ripropone dopo bene ventitrè anni dall’uscita del primo, il sequel del Gladiatore II. Padre e autore del colossal americano più amato di sempre, riporta in vita l’antica Roma, le battaglie nel Vespasiano, i gladiatori, il lignaggio imperiale e i miti che vi si celano dietro. Tutto è surclassato dalla distopia del romanzato, che mescola e rielabora fatti veri con il potere narrativo dell’apparecchio cinematografico. Pathos, sangue, amore, storia e violenza.
Le trame narrative che hanno conquistato e padroneggiato il primo film, tratto da una sceneggiatura scritta da David Franzoni, ispirata al romanzo Those about to die di Daniel Mannix del 1958. E arricchita da un cast d’eccezione tra cui Russel Crowe, Joaquin Phoenix, Connie Nielsen, Richard Harris e Oliver Reed. A fare da cornice sono le magnifiche scenografie di Arthur Max e Crispian Sallis, gioCando della potenza e audacia delle composizioni di Hans Zimmer.
Un successo mondiale, un film che diventa volto e autenticità del nuovo cinema contemporaneo. Tanto da non riuscirsi a staccarsi dall’amore del pubblico e pare neanche Ridley Scott ci riesca. Infatti il regista pluripremiato, ha portato in atto il sequel, che continua la storia di Roma, la sua discendenza e l‘ambito folclore culturale. Dopo il glorioso ritiro dalle scene di Massimo (Russel Crowe), il generale che con audacia aveva represso il tiranno Commodo (Joaquin Phoenix), la linea continua a espandersi sempre di più fino a ritrovare il protagonista della dinastia aureliana, Lucio.
Il personaggio protagonista interpretato da Paul Mescal, non riuscirà a emergere come il primo, troppo grande il divario, ma comunque la sua storia è interessante, anche se sembri essere fin da subito un copia e incolla del primo film. Lucio alias Annone, reso schiavo dai romani, diviene gladiatore per vendetta e sete di rabbia. Deve trovare colui che ha ucciso la moglie, e solo così potrà trovar pace.
Il prodotto nonostante tutto è buono, pecca a livello narrativo poiché sembra una trascrizione dello script originale, cambia solo il personaggio e alcuni modus operandi. Stesse scenografie, alcuni personaggi vecchi e alcuni nuovi che però a grandi linee sembrano ricalcare quelli della prima pellicola. Ad esempio colui che aiuterà Lucio nella cava dei gladiatori, Sami è molto simile per attitudine a Juba amico fidato di Massimo, che incontra sempre nell’arena dei combattimenti.
Tra svariati clichè e rimandi nostalgici, Ridley Scott punta tutto sulla scenografia e sugli effetti speciali, dalla ricostruzione perfetta e impressionante dell’Antica Roma fino al mitico combattimento navale dentro il Colosseo. L’azione e le interminabili scene tecniche degli scontri sicuramente battono il primo, ma questo per l’uso di tecnologie più avanzate e il radicale sviluppo dell’animazione dagli anni 2000. Se non altro, il primo film era proprio esperimento di questi ultimi che man mano si facevano spazio nell’industria cinematografica cambiandola radicalmente.
Il regista si tiene stretto lo script del primo, cambia poche cose ma la musica è la stessa. Tra qualche cambio di inquadratura e una trama un tantino diversa, Scott non rischia, va sul sicuro, sà quello che piace al pubblico, e cerca in tutti i modi possibili di non stravolgere il topic. Pozione migliore per contrastare la maledizione cinematografica!
Il Gladiatore II: la nostalgia e la nuova versione (attenzione spoiler)
Gia dalla sigla iniziale, il montaggio onora il colossal americano, inserendo immagini e frame iconiche del Il Gladiatore.Tutto però viene traslato alla Ridley Scott infatti, viene utilizzata una tipica tecnica a olio che cela un’atmosfera nostalgica e allo stesso tempo artistica. Le modalità di inizio sono sempre le stesse, il protagonista inalberato nella sua piccola favola d’amore si ritrova a perdere tutto per mano dell’esercito Romano. I campi elisi, le distese di grano emblematiche del primo di trasformano nell’infinita distesa marea, dove in lontananza Lucio rivede l’amata, con la promessa di raggiungerla nell’aldilà. Ma prima di ogni cosa c’è la vendetta verso gli occhi assassini che senza pietà compiono la brutale violenza davanti a esso.
Tra sfoderamenti di spade, incendi e saccheggi, il film inizia subito con la carica giusta. Violenza e adrenalina, che gli attori riportano su scena con una grande prestazione atletica e una preparazione enorme fuori dal set. Infatti Paul Mescal, subisce un cambiamento fisico notevole, a discapito dei colleghi Joseph Quinn e Fred Hechinger impregnati di trucco e costumi sfarzosi per impersonare le due caricature eccentriche dei due imperatori fratelli.
La fotografia è sublime, dalle scene di lotta e guerriglia fino a quelle più intime e ricalcate che passano dal bianco e nero dell’ombra del mare fino al colore per segnare il passaggio temporale del giorno. La presentazione dei personaggi è progressiva, non azzardata. Il generale Acacio impersonificato da Pedro Pascal viene mostrato subito valoroso e crudele, un pò come ci era stato presentato il generale Massimo, ma man mano che la storia continua si rivelerà umano e voglioso solo di tornare tra le braccia dell’amata moglie. Il parallelismo è evidente, un caso oppure un modus operandi nostalgico e ben architettato.
Tra citazioni e eufemismi che tornano e rieccheggiano per tutto il film, l’andatura è buona e ritmata al punto giusto. Dalla classicità e la semplicità del primo film, si passa a congetture più artificiose, come la sostituzione dei leoni con scimmie quasi futuristiche che sembrano dei veri e propri mastini da combattimento. Di errori tecnici e storici ce ne sono, in fondo gli americani sui fatti storici peccano di superficialità. Infatti, nel momento in cui apparirà la tomba dove risiedono le spoglie del generale Meridio, apparirà in inglese la celebre frase:
Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità!
Va bene l’adattamento culturale attuale, ma comunque se si ricalca quel determinato periodo storico è bene fare uso del latino, lingua originale e popolare del tempo. Per una resa migliore e più d’impatto sarebbe stata cosa buona e giusta, utilizzare in alcuni caso la lingua originale e tradurla poi rispettivamente al montaggio. Ahia qui Ridley hai proprio toppato!
Il Gladiatore II: da vedere assolutamente sul grande schermo
Seppur la volontà c’è, e il fallimento potrebbe essere alle porte, Ridley Scott non si è fermato al primo capitolo de Il Gladiatore. Nonostante siano passati anni, non è riuscito a scrollare di dosso l’emblema cinematografico. Elaborando con coraggio e furbizia, una seconda storia che sancisce i chiude la dinastia dell’impero di Marco Aurelio. In realtà il finale già lo avevamo avuto ed era degno di nota. Ma c’erano alcuni personaggi che effettivamente dovevano avere il proprio spazio e la propria fine. Infatti nel sequel, il regista porta alla luce la storia di Lucio, il nipote di Commodo, che dopo l’eroico sacrificio del gladiatore ispanico doveva essere per principio erede al trono.
Invece non fu così, e infatti le dinamiche e le controversie sono spiegate nel secondo film. Non necessario e di vitale importanza ma comunque piacevole e atteso per i fan dell’omonima saga. La trama fin da subito è avvolgente e incalza i ritmi giusti del primo. Gli antagonisti principali sono eccentrici, ai limiti della follia.
Ma qualcun’ altro stavolta è più scaltro degli imperatori, brama e vigila la sedia del senato. Colui è Macrino, personaggio emblematico interpretato da Denzel Washington (American Gangster, Hurricane). Un personaggio già visto, che ricorda Proximo l’avido ma sensibile padrone dei gladiatori. Macrino ha la stessa funzione nel film, ma pian piano si rivelerà senza scrupoli e sorprendentemente intrepido e scaltro.
Insomma tra colpi di scena e personaggi ambigui, il film sorprende nonostante la duplicata sceneggiatura. Un copia e incolla fatto a modino, che sfugge dal linciaggio mediatico e approda su un’onda positiva di buon action e adrenalina allo stato puro. Un film da vedere, che merita a livello tecnico, per la scenografia e il montaggio che provocano stupore e eccitazione soprattutto se guardata sul grande schermo!