Alessandro Siani, il comico partenopeo arrivato alla notorietà grazie Benvenuti al sud al fianco di Claudio Bisio, torna al cinema con la quarta pellicola che lo vede impegnato nel doppio ruolo di regista e attore protagonista.
Il giorno più bello del mondo, questo il titolo del film, è una commedia che racchiude momenti malinconici e a tratti commoventi, è una storia della quale si intuisce quasi subito sia la trama, che il finale, ma comunque piacevole sia per i momenti di alta comicità sia per quelli intrisi di sentimento e dolcezza.
La trama
Arturo Meraviglia (Siani) sin da bambino è cresciuto dietro le quinte del teatro dove il padre organizzava spettacoli di avanspettacolo di successo, in mezzo a funamboli, acrobati, mangia fuoco, quelli che il suo papà chiama “artigiani che costruiscono gioia pura”.
Il piccolo Arturo, incantato da quel mondo magico e fatato, ha un unico desiderio, quello di ricalcare le orme del padre e riuscire a trasmettere al pubblico la stessa “meraviglia” che prova lui tutte le volte che osserva uno spettacolo e pronuncia la frase “ma comm’fa?”
Trent’anni dopo però, lo scenario è decisamente cambiato, l’agenzia è sull’orlo del fallimento, e il nome dell’unico artista che ancora gli dà fiducia è tutto un programma Gianni pochi pochi (Giovanni Esposito ) che ha già lavorato con Siani in Si accettano miracoli del 2015);
“Meraviglia – dice Arturo nel film- era garanzia di successo, poi ha lasciato tutto a me, ed è stato un fallimento, io sono nato per perdere”.
Attorno a lui ruotano altri rocamboleschi personaggi che lo aiuteranno a restare a galla: la segretaria Kadri (Jun Ichikawa) l’indimenticata Flavia della serie R.I.S.) un improbabile scienziato (Benedetto Casillo) e il barbiere di quartiere (Nicola Rignanese).
Quando tutto sembra essere perduto però, un’eredità da parte di un lontano zio sembrerebbe correre in suo aiuto, ma in realtà non si tratta di denaro con cui pagare i creditori, ma dell’affido di due bambini, Rebecca (interpretata da Sara Ciocca) e Gioele (il giovanissimo Leone Riva) che fino a quel momento sono cresciuti, istruiti e ben educati, nei migliori collegi.
I problemi iniziali con cui Arturo Meraviglia deve confrontarsi alle prese con i due bambini vengono annullate quando si rende conto che Giole è dotato di uno straordinario potere telecinetico, emblematica la scena in cui, la prima mattinata trascorsa nella “stamberga” (così la chiama Rebecca) dello zio, Gioele apparecchia la tavola facendo lievitare tazzoni e posate provocando lo svenimento di Arturo. Il segreto è tutto in quei grandi e dolci occhi blu, occhi che parlano dal momento che Gioele, a causa del trauma per la morte del padre, non proferisce più parola.
Gioele potrebbe essere la soluzione ai suoi problemi e la salvezza di un presente in declino e senza futuro. Ma Arturo non è l´unico interessato al talento del piccolo, infatti anche un gruppo di scienziati lo tiene sott´occhio, intenzionati a studiare cosa nascondano le sue grandi doti da illusionista. Fra questi spiccano Francesco, interpretato da Stefano Pesce nell’insolito ruolo di uomo perfido e senza cuore, e Stefania Spampinato .
L’attrice è particolarmente conosciuta per la sua partecipazione ad uno dei medical drama più famosi al mondo, Grey’s anatomy, con il ruolo della dottoressa Carina DeLuca, della quale Arturo si innamora perdutamente.
Come nelle migliori delle commedie, ovviamente tutto alla fine si risolve per il meglio, e fra mille peripezie, alla fine, Artutro costruisce una famiglia, trova l’amore, ma soprattutto riesce a realizzare il suo sogno di far rivivere gli antichi fasti al teatro di famiglia.
Le scene più e meno significative
Più di quelle comiche, le scene che davvero restano impresse, sono quelle ricche di significato come quella in cui Gioele, con i suoi poteri, disegna in cielo con le stelle, un bimbo con il suo papà, o quella in cui ad Arturo, poco importa che lo stiano arrestando, perché finalmente Gioele ha parlato.
Per ridere, anche di gusto, c’è solo l’imbarazzo della scelta: Arturo alle prese con una macchina che misura il quoziente intellettivo e che gli risponde “te faccio sapè”; Arturo che prende fuoco nel tentativo di accendere un sigaro con uno zippo; Arturo che, colto alla sprovvista, reinventa a modo suo la storia di Biancaneve.
Non tutte le scene però appaiono apprezzabili, e di qualcuna si potrebbe anche fare a meno perché nulla andrebbe a togliere alla magia del film, anzi. I dialoghi fra Francesco e Stefania, ad esempio, risultano noiosi e infantili.
Le scene dei prodigi computi dal piccolo fenomeno invece, sembrano come veri e propri miracoli, qualsiasi cosa lui guardi, si trasforma in una danza armoniosa e ordinata, che cozza e contrasta con la sregolatezza ed il disordine mentale di uno zio squattrinato che “confessa”:
“…non vedo un euro, da quando è uscita la lira”
Il giudizio complessivo
Il tratto distintivo ed il leitmotiv di questo come degli altri film di Siani sono l’ironia e la comicità, esasperati dalla “napoletanità” che forse qui si fa sentire un po’ troppo. In alcune scene infatti, l’idioma napoletano prende il sopravvento e diviene incomprensibile se non ad un partenopeo doc, facendo perdere importanza alla storia.
Dei momenti scorrono un po’ troppo lenti, penalizzati da dialoghi inutili e pesanti.
Tutta la storia è basata però su sentimenti veri, sinceri e genuini, che toccano l’anima e arrivano al cuore. Arturo si affeziona veramente ai bambini, e sfida mille difficoltà per salvarli; è davvero amareggiato e dispiaciuto per aver deluso le aspettative del padre; ama sul serio Stefania e instaura un rapporto di fraterna amicizia con Gianni pochi pochi.
Una commedia dal finale scontato forse, ma con una morale profonda: i sogni qualche volta si avverano.
Il successo e i luoghi del set
Il giorno più bello del mondo di Alessandro Siani è il miglior debutto di un film italiano del 2019 e si aggiudica il terzo posto del podio con oltre 324 mila euro, e il secondo piazzamento come numero di spettatori in sala (48.517) nel primo giorno di uscita. Una grande soddisfazione per il regista e attore napoletano che commenta:
” Evviva il cinema italiano e soprattutto il pubblico che ha dato un primo importante segnale d’ interesse verso un film family realizzato in Italia”.
Il film prodotto da Vision Distribution, Bartleby film, Buona Luna e distribuito da Vision Distribution è stato girato in quattro diverse località.
Sono tantissime, le scene girate a Napoli che resta il set preferito di Siani.
«Con questo nuovo film – ha raccontato l’attore e regista alla stampa alla vigilia del primo ciak- sono tornato un po’ nelle sfumature del Principe Abusivo nel raccontare Napoli, anche se nei sei anni che sono passati ci sono belle differenze tra la città di allora e quella di oggi».
Vediamo la chiassosissima ma sempre magica Spaccanapoli e possiamo ammirare i padiglioni della Città della scienza, nel quartiere di Bagnoli, un luogo ancora vergine dal punto di vista cinematografico e al quale il regista ha voluto dedicare uno spazio dopo il rogo del 2013.
Le riprese, della durata complessiva di 9 settimane, si sono poi spostate in altri due luoghi tutti italiani: Roma, che non ha certo bisogno di presentazioni e che sul grande schermo fa sempre la sua bella figura, e l’incantevole Cernobbio, una località che gode di una posizione assolutamente privilegiata sul lago di Como.
L’intero cast si è quindi trasferito al di là delle Alpi, a Colmar, per girare alcune scene in quella che è stata ribattezzata “la Venezia della Francia“. Un luogo fiabesco e ricco di scorci da cartolina, che si divide perfettamente tra le sue due anime: quella tedesca e quella francese. Splendide le casette colorate in legno e in pietra che si affacciano sui canali, le chiesette gotiche che s’incontrano passeggiando lungo i viali e gli scenografici ponticelli a filo d’acqua che permettono di spostarsi rapidamente da un quartiere all’altro. Un luogo da visitare insomma.
Il giorno più bello del mondo è un tuffo nel mondo dei balocchi, un mondo fatato e fantastico per grandi e piccoli, 104 minuti di risate e sentimenti conditi da una dilagante napoletanità.