Con una comunità sempre più incline all’esterofilia e con l’avvento dei moderni sistemi di sottotitolatura, tale pratica può ormai ritenersi inutile?
La lunga tradizione del doppiaggio italiano
Non tutti sapranno che, fin dagli anni ‘30, l’Italia è considerata un’eccellenza nel campo del doppiaggio cinematografico. Quando nel nostro paese vi era un tasso elevatissimo di analfabetismo il doppiaggio assunse un duplice ruolo: quello di permettere la fruizione di prodotti cinematografici esteri a tutta la popolazione e quello di educare le masse all’uso corretto della lingua italiana.
I doppiatori, dunque, erano attori chiamati ad assumere il delicatissimo ruolo di educatori degli italiani, motivo per cui dovevano essere incredibilmente preparati e professionali. La prima generazione di doppiatori era costituita da leggende del mondo attoriale come Paolo Stoppa, Stefano Sibaldi, Emilio Cigoli, Carlo Croccolo e Gabriella Genta, che sono solo alcuni nomi dei principali professionisti che hanno rappresentato le colonne portanti della disciplina del doppiaggio all’italiana, che ancora oggi vanta abili operatori largamente conosciuti come Luca Ward, Francesco Pannofino o Massimo Lodolo.
Il doppiaggio ai giorni nostri
Con il progresso tecnologico che avanza inesorabilmente purtroppo (o per fortuna) molte cose sono cambiate all’interno della società. Le roulette da casinò si sono trasferite sulla rete, come nel caso di NetBet roulette, i manuali scolastici hanno integrato sempre più contenuti fruibili dal web e così anche il doppiaggio sta incontrando delle trasformazioni inevitabili dettate dalla velocità dettata dai tempi moderni.
C’è da considerare il fatto che gli spettatori italiani sono diventati sempre più istruiti, arrivando a conoscere la lingua inglese e iniziando a preferire sempre più la fruizione di contenuti in lingua originale. Da un altro punto di vista, le scadenza per la lavorazione dei doppiaggi si sono fatte sempre più stringenti, data la velocità dei tempi di distribuzione imposti dalle società di produzione, motivo per cui i lavori vengono gestiti in maniera leggermente più approssimativa e “frettolosa” rispetto al passato.
Queste sono le problematiche principali che obbligano i lavoratori del settore a chiedersi se il doppiaggio sia seriamente destinato ad avere un ruolo sempre più marginale in Italia. In effetti potremmo immaginare che abituarsi alla visione di contenuti in lingua originale ci permetterà di fruire di tali contenuti in contemporanea con i paesi di produzione, e l’abbandono della pratica del dubbing consentirebbe all’industria del cinema di risparmiare sui costi complessivi del prodotto distribuito.
Perché il doppiaggio non morirà?
Secondo il nostro parere, però, il doppiaggio italiano non è destinato a scomparire, almeno non nel breve periodo, perché ha una funzione molto più importante di quel che si possa ritenere e, onestamente, facciamo fatica a immaginare che tutti gli italiani possano preferire un palinsesto televisivo completamente sottotitolato. Le voci dei nostri doppiatori contribuiscono a farci immergere ulteriormente all’interno di un film o di una serie tv e forniscono un valore aggiunto all’opera che visioniamo: vi basta pensare a questo per capire come siamo fortunati ad avere a disposizione i migliori professionisti del mondo.
Lo spero altamente!!! Terribile!!! Io vivo in UK e ho vissuto in USA e Australia! da più di 40anni!! Qui e’ considerato OSCENITÀ!!! Come si potrebbe doppiare Anna Magnani???
Il doppiaggio uccide l’arte!! Qui pure un operaio si rifiuterebbe di guardare un film doppiato!!!
Montalbano per esempio e’ famosissimo in UK. La mia vicina di casa lo adora!!! ( lei ha fatto solo la corrispondente 3rza media!!!)) lo
Guarda chiaramente SOTTOTITOLATO!!!!
Sveglia Italia . We are at the end of 2022…🙈🙈🙈