Iddu è il nuovo film dei due sceneggiatori e scrittori Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, registi di Sicilian Ghost Story nel 2017, i quali tornano con due grandi attori come protagonisti del loro film: Toni Servillo e Elio Germano. Il film uscirà nelle sale italiane il 10 ottobre distribuito da 01 Distribution, ma molto presto sarà in Concorso alla 81ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (dal 28 agosto al 7 settembre). Interpreti del film, accanto ai due protagonisti per la prima volta insieme, ci sono Daniela Marra, Barbora Bobulova, Giuseppe Tantillo, Fausto Russo Alesi, Betti Pedrazzi e con Antonia Truppo e con la partecipazione di Tommaso Ragno.
Nel cast anche Filippo Luna, Rosario Palazzolo, Roberto De Francesco, Vincenzo Ferrera, Gianluca Zaccaria.
Iddu è una coproduzione Italia-Francia: Indigo Film con Rai Cinema per l’Italia e Les Films du Losange per la Francia, con il sostegno di CANAL +, con la partecipazione di CINÉ +, con il sostegno della Regione Lazio Fondo Regionale Cinema e Audiovisivo (Programma FESR Lazio 2021 – 2027).
Il film è scritto dagli stessi Grassadonia e Piazza, la fotografia è firmata da Luca Bigazzi, il montaggio da Paola Freddi, la scenografia da Gaspare De Pascali, le musiche originali da Colapesce, i costumi da Andrea Cavalletto, il casting da Maurilio Mangano e Marta Mancuso.
Iddu, Una storia fittizia per raccontare la reale ascesa di un uomo senza scrupoli
Sicilia, primi anni 2000.
Dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello (Toni Servillo), politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi Segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo (Elio Germano), ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l’occasione per rimettersi in gioco. Uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, Catello dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca d’approfittare. Un azzardo che con uno dei criminali più ricercati al mondo comporta un certo rischio…
La storia racconta, in una maniera fittizia, un pezzo di storia di un purtroppo celeberrimo personaggio strettamente legato alla cronaca italiana dei giorni nostri, quella dell’ultimo grande latitante mafioso Matteo Messina Denaro il quale, dopo più di trent’anni di latitanza, è stato arrestato il 16 gennaio 2023 fuori da una clinica a Palermo dove stava ultimando un ciclo di chemioterapia per il suo tumore al colon, per il quale morirà il 25 settembre 2023 all’Ospedale dell’Aquila, dove di fatto era agli arresti.
Denaro, non ha mai rilasciato dichiarazioni significative, ammettendo per esempio di avere solamente ordinato il sequestro, ma negando con forza di aver ordinato il terribile e disumano delitto del nemmeno quindicenne Giuseppe Di Matteo nel 1996, figlio del pentito Santino Di Matteo, simbolo questo giovanissimo e sfortunato ragazzo delle tante ingiustizie di cui la mafia si è macchiata e resa colpevole per tutto il XX secolo.
In questo caso si parla solamente di un pezzo di vita di Matteo Messina Denaro, raccontata dai suoi pizzini ritrovati dopo il suo arresto, i quali hanno permesso a Grassadonia e Piazza di tracciare un identikit del latitante di Castelvetrano, e che hanno quindi permesso di ricostruire un ritratto verosimile di questa figura così enigmatica e apparentemente senza scrupoli, di quello che veniva chiamato dagli affiliati “U Siccu” e “Diabolik” e che per trent’anni ha tenuto in ostaggio la sua terra, la Sicilia e Trapani nel particolare, città dove è nato e cresciuto e dove difatti Matteo Messina Denaro ha costruito il suo impero di terrore, prendendo il posto dei recentemente scomparsi corleonesi, Provenzano e Riina.
Perché, come in una doverosa nota dei registi, si tratta di un film liberamente ispirato a fatti accaduti. I personaggi che vi compaiono sono frutto però della fantasia degli autori, essendo la realtà solo un punto di partenza, non una destinazione.
Iddu. Le parole dei registi, dal sogno di Venezia ai pizzini di Denaro
Così i due registi hanno voluto raccontare le origini di Iddu:
“I nostri genitori, partendo in treno dalla lontana Palermo ci portavano alla Mostra del Cinema di Venezia quando eravamo ragazzi e il mondo del cinema era solo un sogno. Essere adesso in Concorso con il nostro film è un’emozione grandissima. Ringraziamo il Direttore Artistico Alberto Barbera e il comitato di selezione per avere accolto Iddu e realizzato il sogno di due ragazzi siciliani ormai cresciuti. Felici di condividere questa gioia con Indigo Film, Rai Cinema, 01 Distribution e Les Films du Losange che hanno creduto in questo film sin dall’inizio.
L’ispirazione iniziale per Iddu sono stati i numerosi pizzini ritrovati nel corso dei tanti, troppi, anni della latitanza di Matteo Messina Denaro, prima del suo arresto. Attraverso queste insolite lettere gestiva la sua vita in clandestinità e i suoi affari, ma i pizzini trascendevano la funzione pratica di comunicazione criminale e lasciavano emergere la sua personalità e il mondo insensato, tragico e ridicolo, che nel latitante si specchiava e intorno a lui volteggiava spericolatamente.”
Insomma un film certamente che tocca un argomento e un personaggio, purtroppo divenuto celeberrimo all’opinione pubblica italiana per il suo status di ultimo “grande” capo di Cosa Nostra e l’uso di due grandissimi attori del nostro cinema come Elio Germano e Toni Servillo, porterà con se indubbiamente opinioni contrastanti, essendo quasi indiscutibile la qualità del prodotto visto il cast, l’esperienza e la conoscenza del tema da parte dei due registi. Il tutto darà sicuramente adito d’altra parte ad inevitabili polemiche, visto la controversia che portano sempre con se fatti di cronaca così gravi e recenti.
Comunque la si voglia vedere, Iddu premette di essere una delle più interessanti uscite del nostro cinema di quest’anno, sarà uno dei cinque film italiani in Concorso a Venezia e anche quando uscirà nelle nostre sale cinematografiche dal 10 ottobre, siamo certamente sicuri che il film, nel bene e nel male, farà parlare di se come di fatto ha fatto scalpore il personaggio che lo ha ispirato quando era in vita.