A Los Angeles, Leonardo DiCaprio presenta il documentario sui cambiamenti climatici che ha prodotto assieme al padre
Molti attori sono attivi su temi sociali e sposano cause diverse; in tanti lavorano per l’UNICEF, altri si occupano di diritti civili e via dicendo; Leonardo DiCaprio va alla fonte di tutti i problemi: l’ambiente. George DiCaprio, padre dell’attore, lo ha sempre appoggiato in tutte le sue iniziative benefiche, anche per questo documentario, di cui è produttore esecutivo.
Poco si sa di George DiCaprio, che si è separato dalla moglie quando Leonardo aveva un anno, ma è sempre stato molto vicino al figlio. Scrittore, disegnatore e amante dell’arte, tanto che ha voluto chiamare il figlio Leonardo come l’autore della Gioconda, produttore di fumetti underground e attivista ambientale, George ha l’aspetto di un vecchio hippy. Non meraviglia, quindi che, in un’intervista a Rolling Stones del 2015, Leonardo abbia rivelato: “Il primo ricordo che ho di una cosa che ho fatto assieme a mio padre è quando mi ha portato a vedere un concerto hippy” e lo descrive come un perfetto bohemien. George ha anche avuto un ruolo importante nella carriera del figlio, appoggiandolo in ogni momento e fu proprio lui che contribuì a procurargli il ruolo di Arthur Rimbaud in Poeti dall’inferno.
Ma non dovevamo parlare di George DiCaprio.
Ice on fire è una carrellata attraverso i paesi più colpiti dal cambio climatico
e ci sono interviste con scienziati e studiosi che non si limiteranno a illustrare la situazione, che è effettivamente drammatica, ma anche a dare possibili soluzioni. Ci sembra importante che il documentario non si soffermi solo sulla tragica situazione attuale, ma che apra una speranza per il futuro. Non è motivante sapere che non abbiamo via d’uscita; sapere che si può e, soprattutto, come si può uscire da questa corsa verso l’entropia è importante.
Leonardo DiCaprio è la voce narrante del film che, al momento, è disponibile solo sull’emittente televisiva a pagamento HBO Now, ma può darsi che venga distribuito successivamente, cosa che sarebbe auspicabile. Da più di trent’anni gli scienziati stanno mettendo in guardia sui pericoli dell’inquinamento e nessuno se li fila, ma se lo fa una persona che è familiare alla gran parte della gente, alla quale si vuol vuol bene, è più probabile che ottenga qualcosa.
Il documentario è previsto in uscita per l’11 giugno e speriamo che venga distribuito al più presto e che ottenga una grande risonanza, anche perché, prima si risolvono i problemi dell’ambiente meglio è.