Viola Davis, straordinaria e talentuosa interprete di successo, ha recentemente commentato la sua partecipazione al film che l’ha resa celebre e le è valso una candidatura agli Oscar come Miglior Attrice Protagonista: The Help.
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In occasione del decimo anniversario dell’uscita del film (distribuito il 10 agosto 2011, ndr), l’attrice ha confessato che nonostante i prestigiosi riconoscimenti derivati dalla pellicola, non è contenta di essersi prestata al ruolo di Aibileen Clark, la domestica in servizio presso una famiglia facoltosa del sud degli Stati Uniti.
Viola Davis, che nel film diretto da Tate Taylor recita al fianco di Emma Stone, Octavia Spencer (premio Oscar come Miglior Attrice non Protagonista) Bryce Dallas Howard, ha dichiarato di pentirsi di aver partecipato ad una rappresentazione troppo semplicistica del ruolo delle domestiche di colore che attua una ‘marginalizzazione della loro figura a beneficio di un “salvatore bianco”‘ rappresentato dalla giornalista Eugenia Phelan, detta Skeeter.
Viola Davis ha affidato i suoi pensieri al New York Times commentando la recente condanna dell’assassino di George Floyd e l’ancora preoccupante livello di razzismo che dilaga nel mondo.
Non c’è nessuno che non sia divertito nel guardare The Help. Ma c’è una parte di me che si sente come se avessi tradito me stessa e la mia gente, perché ero in un film che non era pronto ad essere del tutto onesto. E’ stato creato nel filtro e nel pozzo nero del razzismo sistemico. Mi sentivo come se, alla fin fine, non erano le voci delle cameriere quelle che erano state ascoltate. Conosco Aibileen, conosco Minny. Sono mia nonna. Sono mia mamma. E so che se fai un film dove l’intera premessa è: “Voglio sapere come è lavorare per bianchi e crescere i loro figli nel 1963, voglio sentire come ti senti davvero”. E questo non l’ho mai sentito nel corso del film.
Probabilmente, per quanto inattese e amare appaiano queste riflessioni a noi semplici spettatori, dovrebbero indurci a riflettere sul tipo di rappresentazione della realtà che non soltanto apprezziamo, ma che accettiamo ci venga proposta. Sappiamo bene, in tutta coscienza, che per quanto godibile, ironico e istruttivo appaia The Help, trattandosi di una pellicola da Oscar, avremmo potuto e dovuto pretendere un’onestà narrativa più concreta e meno hollywoodiana. In buona sostanza, una narrazione più alla Green Book altrimenti non comprenderemo mai a sufficienza il passato, per migliorare il nostro presente e creare un futuro migliore.
Nonostante abbia rivisto spesso ed apprezzato il film, col senno di poi e nell’ottica del punto di vista di Viola Davis, devo dire di essere sostanzialmente d’accordo con lei, ma di rendermene conto soltanto adesso.