Di certo qualcuno sa che Roman Polanski, nonostante il coinvolgimento nell’approvazione del progetto di C’era una Volta a…Hollywood, non ha mai incontrato personalmente Quentin Tarantino negli Stati Uniti e che al suo posto ha mandato un caro amico a fornire il consenso alla realizzazione del film. Ma come mai?
Roman Polanski: il cineasta estroso che nessuno vuole, ma che tutti segretamente apprezzano
Espulso dalla commissione dei premi César, discusso dalla Presidente di Giuria Lucrecia Martel alla Mostra del Cinema di Venezia che ha protestato contro la presentazione di J’accuse – L’ufficiale e la spia, disertandone la prima, incluso sulla lista nera dell’Interpol, considerato un uomo violento, cupo e iellato, avvolto da una soffocante aura di negatività che ne ha caratterizzato la vita personale, più che quella professionale.
Roman Polanski, per sua stessa ammissione, dopo la tragica morte di sua moglie Sharon e del figlio che i due aspettavano, ha smarrito completamente se stesso. La vita con Sharon, dopo un’infanzia drammatica segnata dall’orrore della Shoah, dalla deportazione nel ghetto di Varsavia (vicenda ripresa nel suo epico cult Il Pianista) e dalla morte ad Auschwitz di sua madre, sembrava avere assunto i toni della serenità.
Divorato da un insopportabile senso di colpa, viene accusato nel 1977 di un deplorevole crimine: avrebbe drogato e stuprato Samantha Geimer, tredici anni, ospite del regista nella villa di Jack Nicholson e Angelica Houston a Mulholland Drive, Los Angeles.
Polanski non ha mai negato di aver avuto un rapporto sessuale con la ragazzina, ma ha sempre precisato che sarebbe stato consensuale. L’accusa invece ricostruisce una piano ordito con lo scopo preciso di abusare della giovane, la quale si sarebbe recata nella villa convinta che le sarebbero state scattate fotografie per Vogue. Tremendi i capi di accusa contestati a Roman Polanski: stupro, perversione, sodomia, molestie su minore di 14 anni e somministrazione di droghe a minorenne.
A seguito di un accordo tra i legali di Polanski ed il giudice incaricato del processo, le accuse vengono derubricate a un unico reato: rapporto sessuale illecito con soggetto di età inferiore ai 14 anni e il regista si dichiara colpevole. Viene disposta una perizia psichiatria di novanta giorni che dà esito negativo e attesta che Polanski non è un soggetto pericoloso. Inaspettatamente, il giudice torna sulla sua decisione iniziale e trattiene il caso per esaminare tutti i capi d’accusa originari.
Roman Polanski, a cui non hanno mai ritirato il passaporto e che rischia una condanna a cinquant’anni di carcere, prende un aereo dapprima per Londra e poi si trasferisce nella natìa Parigi, lasciando per sempre gli Stati Uniti.
Nel settembre del 2009, recatosi a Zurigo per ricevere un premio alla carriera, Roman Polanski viene arrestato all’aeroporto, trasferito dapprima in carcere e poi posto agli arresti domiciliari nella sua casa a Gstaad.
Viene diffusa una petizione per la sua liberazione con la firma di oltre cento personalità dell’intera industria cinematografica tra cui Woody Allen, Martin Scorsese, David Lynch, Pedro Almodovar, Wes Anderson e Tilda Swinton. La stessa Samantha Geimer, vittima di Polanski e ospite del Larry King Show, chiedendo che fosse chiusa la vicenda che la riguarda, dichiara in diretta sulla CNN:
Il sistema giudiziario e i media mi hanno danneggiato molto più di Roman Polanski
A diversi anni di distanza e moltissimi film dopo, nel 2017 prima e nel 2019 poi, piovono altre due gravi accuse di violenza sul regista da parte di due ex modelle: Renate Langer e Valentine Monnier. Le donne, insieme ad altre cinque che hanno raccontato la loro storia ai media, non hanno sporto formalmente denuncia e Polanski ha sempre negato ogni responsabilità in queste vicende.
Il passato di Roman Polanski è indubbiamente quello di un uomo tormentato e con molti segreti, un uomo che ha probabilmente attinto alla sua esperienza per elaborare alcuni dei film più celebri del cinema internazionale. Si potrebbe addirittura percepire nei suoi lavori una continua ricerca di riscatto, di espiazione e di analisi della parte più oscura dell’animo umano. Qualunque sia l’opinione legittima che ci si può fare sulle vite spesso controverse, disfunzionali ed eccessive di certi personaggi noti, restano immortali le opere che giungono a noi come dimensione creativa di quelle stesse vite.