Il 10 ottobre 1979, in Giappone, andava in onda la prima puntata di una serie animata destinata a diventare un cult in Italia: Le rose di Versailles, meglio conosciuta con il titolo Lady Oscar. I quaranta episodi, basati sull’omonimo manga di Riyoko Ikeda, non ebbero, in Giappone, il successo sperato, non subito, quanto meno. Da noi, invece, la storia della spadaccina Oscar François de Jarjayes, educata come un maschio sin dall’infanzia, ha appassionato almeno tre generazioni di italiani.
In questi giorni Lady Oscar compie 40 anni e tutti ricordiamo ancora a memoria la prima storica sigla di questo anime (cartone animato tratto da fumetti giapponesi)
“Grande festa alla corte di Francia, c’è nel regno una bimba in più / Biondi capelli e rosa di guancia, Oscar ti chiamerai tu”,
i più attenti, esperti e lettori del manga, conosceranno anche la differenza tra il cartone ed il fumetto in quanto quest’ultimo, era il racconto della Parigi di fine settecento, con personaggio principale Maria Antonietta, mentre nella versione animata è Oscar la vera protagonista.
Per noi tutti comunque, Lady Oscar è stato un mezzo per appassionarci alla storia della Francia rivoluzionaria, per conoscerla e studiarla e rappresentava un’icona femminista senza tempo.
Nobile fanciulla parigina cresciuta dal padre come un soldato, fin da piccola, Oscar veste e impara a duellare come un uomo al punto da diventare capo della guardia reale di Maria Antonietta. Episodio dopo episodio, s’innamora del Conte di Fersen ma nutre forti sentimenti anche per l’amico André.
Lady Oscar ha letteralmente stravolto i canoni dei cartoni dell’epoca, affrontando temi delicati e spesso volutamente taciuti come l’identità sessuale e la prostituzione, e proprio per questo in Italia è stato fortemente censurato.
Il timore era quello di non essere adatto a dei bambini, trattando temi del genere. Già, la prostituzione. C’è infatti una scena che appare molto diversa rispetto all’originale: quella di Rosalie che si lancia in strada davanti alla carrozza di Oscar, chiedendole l’elemosina per poter acquistare le medicine per la mamma ammalata. Nella versione originale, in realtà Rosalie faceva la prostituta, e durante il loro primo incontro si offre a Oscar in cambio del denaro che le occorre.
Altri tagli sono stati effettuati nella scena del processo di Jeanne Valois in quanto, nella versione originale, Jeanne muove pesanti accuse alla Regina, insinuando che avesse una amicizia ambigua sia con la Contessa di Polignac che con la strana donna che si veste come un uomo, vale a dire Oscar. Nella versione trasmessa in Italia, invece, le accuse di Jeanne sono molto più vaghe e non si fa nessun accenno a relazioni omosessuali tra la Regina e le altre due donne.
Anche l’ultima scena, quella in cui Oscar e Andrè trovano riparo dalla folla inferocita dei ribelli all’interno di un piccolo bosco e si dichiarano l’uno con l’altra, è stata ripetutamente tagliata e modificata, per evitare che potesse sembrare troppo “spinta”.
La storia di Lady Oscar si ispira a quella di Marie-Jeanne Schellinck che, travestita da uomo, si arruolò nell’esercito francese intorno al 1792 e si batté nello scontro di Jemappes. Il 10 novembre dello stesso anno venne nominata sottotenente e lasciò il servizio militare solo per sposare il suo tenente. Con lui combatté ancora fino al 1808 quando poi si ritirò a Lille.
Il nome di Lady Oscar invece, è ispirato a quello di François Augustin Reynier de Jarjayes, un cavaliere coraggioso che cercò di salvare la famigliare reale durante la rivoluzione e di far evadere la regina. Lui però fu punito con la ghigliottina.
Ancor prima che il cartone animato comunque, nel 1978, il regista Jacques Demy scrisse e diresse l’adattamento del manga, scegliendo come protagonista l’inglese Catriona MacColl. In Italia il film arrivò con le voci dei doppiatori del cartone, per cavalcarne l’onda, e la giovane Oscar François de Jarjayes era interpreta da una bambina londinese di dieci anni.
Ora come allora, sempre nella giornata che celebra i suoi 40 anni, Madamigella Oscar, viene ancora celebrata al cinema, a Viareggio, dove è stato proiettato un film che ha proprio lei tra i protagonisti, insieme con la regina Maria Antonietta.
Il lungometraggio, che è il primo fan film cosplay storico (parola formata dalla fusione di “costume” e “play” e che indica la pratica di indossare un costume che rappresenta un personaggio riconoscibile in un determinato ambito interpretandone il modo di agire), si intitola Due destini travolti dalla rivoluzione. La regia è firmata da Yatta, le protagoniste sono Antonella Rea (Lady Oscar) ed Elena Pampaloni (Maria Antonietta), con la partecipazione dei Giocolieri delle Stelle, un gruppo teatrale dell’oratorio Anspi Santa Rita di Viareggio.
Con il suo portamento fiero, l’alone di mistero e la chioma bionda scomposta al posto dei boccoli, Lady Oscar si è presa gioco dell’immagine femminile stereotipata dei cartoni di un tempo e ha fatto, dell’indipendenza, il suo cavallo di battaglia. Ha fatto sognare un’intera generazione, e forse anche più, precorrendo i tempi e presentandoci un’immagine decisamente inusuale per l’epoca, quella della donna soldato. Ma non solo. Oscar è stata la donna che indossava i pantaloni in un’epoca in cui donna era sinonimo di gonna; è stata la donna capace di guidare un esercito quando non era ritenuta in grado di guidare nemmeno un’autobus; è stata la donna capace di sfidare i luoghi comuni, amando due uomini contemporaneamente.
Madamigella Oscar fa parte della storia della nostra infanzia, quando era Bim Bum Bam ad allietare i nostri pomeriggi, non un telefono o un computer; era nell’immaginario di tutti, che almeno una volta, da bambini, abbiamo provato ad impugnare una spada giocattolo e pronunciare la fatidica frase:
“…sono Oscar François de Jarjayes, comandante delle guardie reali di Sua Maestà la Regina Maria Antonietta”
A me è piaciuto molto il cartone animato degli anni della mia infanzia, andò in onda nel 1979 il 10 ottobre ed a dire la verità, lo davano alle 20.30 così cenavo a tavolino da sola, per non esser disturbata!
Oscar era un pochino l’eroina di noi ragazzine, a cui piaceva impugnare la spada e far finta di duellare veramente come uno spadaccino provetto!
Ho anche partecipato al fan film “Due destini travolti dalla rivoluzione” e quindi conosco bene la storia della Madamigella che tutti amano e vorrebbero impersonare. Una bella esperienza ed un’emozione straordinaria far parte del mondo prima teatrale e poi del cinema!