“Guerrieri… giochiamo a fare la guerra?”
Sei semplici parole che, immediatamente, ricordano una pellicola che fa parte della storia del cinema. Una pellicola che supera lo status di cult-movie, meritandosi quello di icona, di fenomeno generazionale, di rappresentante di QUEL cinema, di QUEL periodo. I Guerrieri della notte è uscito nelle sale 40 anni fa; era il 1979 quando Walter Hill scrisse e diresse uno dei film più celebri di sempre.
Raduno e fuga…
La trama è semplice, ma nasconde più significati di quanto sembri. Nella città di New York, in una calda notte d’estate, viene organizzato un raduno di tutte le bande che controllano i quartieri della città. L’appuntamento è in uno stadio nel parco del Bronx, dove migliaia di ragazzi, tramite il passaparola, arrivano da ogni angolo della grande mela. Decine di bande diverse, con le divise e gli accessori caratteristici di ognuna. L’organizzatore è Cyrus, leader dei Riffs. Carismatico e risoluto individuo, viene acclamato quasi come un santone dalle delegazioni delle bande della città. Avvolto in un kimono di seta, propone di unire le forze sfruttando la superiorità numerica sulle forze dell’ordine, per controllare i quartieri della città. Nonostante l’accordo, l’instabile e psicopatico Luther, il leader della gang dei Rogues, uccide Cyrus e dell’omicidio vengono accusati i Warriors, una gang di Coney Island. La notizia dell’assassinio di Cyrus si diffonde anche grazie alla speaker Dolly Bomba: inizia una spietata caccia ai guerrieri, i quali cercano di tornare indenni a casa.
I Guerrieri della notte (basato sull’omonimo romanzo di Sol Yurick del 1965), nonostante l’aspetto semplice e fruibile dai più, in realtà è la rielaborazione in chiave moderna dell’Anabasi di Senofonte, ambientato in un contesto contemporaneo. L’opera autobiografica dell’autore ateniese, divisa in sette libri, narra della ritirata dei Diecimila attraverso l’Impero persiano, dopo che Ciro il Giovane (da qui il nome Cyrus), pretendente al trono imperiale e loro capo, era stato sconfitto nella battaglia di Cunassa.
Ecco che i Warriors del film dovranno compiere un’impresa simile a quella dei Diecimila, che si trovarono ad attraversare l’impero contando esclusivamente sulle loro forze, attaccati da tutti i popoli sottomessi all’impero (nel film troviamo le gang rivali) ed inseguiti da un esercito nemico.
Immergiamoci nel 1979…
In fase di lavorazione il film si sarebbe dovuto intitolare Streets of fire ma alla produzione non piaceva; il regista Walter Hill però lo tenne in caldo per utilizzarlo successivamente. Cinque anni più tardi, nel 1984, il regista scrisse e diresse Strade di Fuoco con Michael Parè e Diane Lane. A detta di Hill, il film che sognava di fare da tutta la vita.
Tra gli elementi di successo del film, c’è soprattutto l’immagine di una New York devastata dalla violenza e dal degrado, una città in cui la ruggine ed i graffiti sono il marchio di fabbrica di un ambiente underground davvero poco raccomandabile ma suggestivo. Non era solo la sceneggiatura che prevedeva una N.Y. pericolosa: in alcuni set del film, vennero pagati dalla produzione dei criminali veri, “assunti” per proteggere i furgoni con l’attrezzatura. Non solo… nella sequenza iniziale del raduno, vere gang di strada hanno partecipato. L’arena in cui si scontrano i membri delle gang è l’intera rete metropolitana e la successione degli scontri, ricorda un videogame; nel 2005 infatti, la Rockstar sviluppò l’omonimo videogioco, un ottimo picchiaduro a scorrimento nel quale le gang sono realizzate in modo molto preciso.
Dietro la macchina da presa
Walter Hill ,che riesce a trasmettere allo spettatore tutta la brutalità che trasuda dalla New York di quei tempi, padroneggia la sceneggiatura puntuale e nitida (alla quale lui stesso ha partecipato) trasformandola con maestria in immagini violente che, all’uscita del film nelle sale, lasciò perplessi molti spettatori. Il regista, fin dalle prime inquadrature, aggredisce lo spettatore facendolo immergere immediatamente in quella che sarà la trama del film; la famosa sequenza d’apertura sulla metropolitana, intervallata da balzi temporali e spezzoni, riesce in appena cinque minuti a creare un contesto narrativo dalle regole ben definite in cui i ruoli vengono subito individuati ed il villain immediatamente rivelato.
Per semplificare la narrazione pensata per un pubblico giovanile, il regista si affida ad una struttura narrativa molto lineare scandita solo dagli scontri con le gang rivali. Si può dividere virtualmente il film in tre atti: la fuga, gli scontri e l’inevitabile scontro finale. Questi elementi rendono I guerrieri della notte un prodotto fresco e fortemente innovativo per l’epoca, che punta sul contenuto del messaggio più che su trovate sceniche. La vena immortale di questa pellicola deriva dalla capacità di mescolare le influenze del cinema western, la tensione del cinema horror e l’eleganza dei musical. Sì, hai letto bene… le scene di lotta, seppur realistiche, hanno un’eleganza affascinante ma ruvida e, come il regista ha preteso, sono state tutte coreografate nei minimi dettagli.
I protagonisti in gilet di pelle
Ok, i gilet non erano di pelle vera; ne vennero fabbricati a decine per esigenze di produzione, nel caso si rompessero durante le scene di lotta. Partiamo del leader dei guerrieri, trovatosi al comando della banda di Coney Island dopo la morte di Cleon; Swan è interpretato da Michael Beck il cui punto più alto della sua carriera è rappresentato proprio dal film di Walter hill. L’impulsivo Ajax è l’attore James Remar: sicuramente più presente in produzioni importanti come le serie tv Dexter e Gotham, 48 ore del 1982, altra perla eighties con Eddie Murphy, 2Fast 2 Furious e visto recentemente in C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino. Deborah Van Valkenburgh è Mercy, la fanciulla aggregata ai warriors; ha recitato in Strade di Fuoco, il film di Walter Hill del 1984 ed in La Casa del Diavolo di Rob Zombie. Gli altri membri sono David Harris, Marcelino Sanchez, Terry Michos, Dorsey Wright. Il perfido Luther è l’attore David Patrick Kelly, il quale ha recitato in una pellicola squisitamente anni 80 come Commando con Arnold Schwarzenegger, mentre Cyrus è Roger Hill, morto nel 2014.
https://www.youtube.com/watch?v=adwUENjd_MI
Allora, cosa rende I guerrieri della notte un cult-movie indimenticabile? E’ un film magnetico, che attrae. I protagonisti, caratterizzati da uno stile unico e differente da gang a gang. Gli Orphans, pur essendo la gang considerata più sfigata ha comunque una sua identità con quelle t-shirts verde militare, i Turnbull Ac’s che girano per strada con un bus di Mad Maxiana memoria, i Baseball Furies (forse i preferiti da molti!) vestiti con divise dei giocatori degli Yankees, mazza da baseball e trucco in viso stile Kiss, i Punks di salopette vestiti, le perfide e subdole Lizzies, i Rogues vestiti di borchie e catene, i Riffs che indossano vestiti arancione stile monaci Shaolin e loro…i Guerrieri: petto nudo, gilet di pelle e tanta arroganza.
A quarant’anni dall’uscita I Guerrieri della notte non ha perso nemmeno un grammo della sua forza quasi rivoluzionaria; tra battute iconiche e sequenze da brividi (le scene di lotta accompagnate da una sontuosa colonna sonora sono da applausi ancora oggi), il film di Walter Hill è un film che ha fatto la storia del cinema.