L’horror di Tobe Hooper del 1982, contrariamente agli altri film maledetti, non ha avuto una produzione complicata. I problemi sono arrivati dopo…
Se nella nostra rubrica abbiamo spesso parlato di problemi di produzione legati ad incidenti, strani avvenimenti, o addirittura morti misteriose, il caso di Poltergeist – Demoniache presenze è un pochino diverso. Il film diretto da Tobe Hooper (Non Aprite Quella Porta) si avvalse della consulenza di Steven Spielberg che nel film figura anche come produttore e sceneggiatore e che attualmente sembra impegnato nella produzione di una serie horror pensata per essere vista esclusivamente di notte…
Il film, candidato a tre premi Oscar, fu un successo assoluto e uno dei film horror che ha ottenuto tra gli incassi più alti nel 1982, sforando i 72 milioni di dollari al botteghino. La pellicola negli anni successivi è diventata un fenomeno cult globale, tanto da essere omaggiata da altri film, serie TV animate come I Simpson o I Griffin e in Italia addirittura in un episodio di Casa Vianello.
Fortunatamente, la produzione di Poltergeist – Demoniache presenze non fu particolarmente difficoltosa come accadde in altri film di cui vi abbiamo parlato, come L’Esorcista di William Friedkin. Ci furono principalmente solo un paio di problemi, legati in particolar modo ad una delle scene finali ambientata in una piscina. La prima difficoltà era dovuta alla riluttanza degli attori nel partecipare a una scena in cui si utilizzavano scheletri autentici. Steven Spielberg, infatti, decise di impiegare sul set degli scheletri veri, che a quanto pare erano molto meno costosi, oltre che, ovviamente, molto più realistici di quelli finti. L’attrice principale JoBeth Williams (Dexter, Private Practice), però, non era particolarmente preoccupata per quell’aspetto, quanto per il fatto di dover recitare in una piscina circondata da cavi elettrici e lampade. Per rassicurarla, Spielberg, che ovviamente nella scena non si vede, pare si sia calato nell’acqua della piscina assieme all’attrice.
Per molti, però, quello fu l’episodio che diede il via alle misteriose morti che coinvolsero diversi attori legati alla pellicola o ai successivi sequel Poltergeist II – L’altra dimensione del 1986 di Brian Gibson e Poltergeist III – Ci risiamo uscito due anni fa e diretto da Gary Sherman.
Il primo lutto colpì la famiglia di Dominique Dunne, che nel film interpreta Dana, uno dei tre figli della coppia protagonista, interpretata da Craig T. Nelson (L’avvocato del Diavolo, Grace & Frankie) e la già citata JoBeth Williams . Dominique morì per mano del suo ex fidanzato, che incapace di accettare la fine della loro relazione, nel 1982 la uccise strangolandola. Solo tre anni dopo, Julian Beck che in Poltergeist II – L’altra dimensione prestava il volto al personaggio di Henry Kane, fu sconfitto da un cancro allo stomaco a 60 anni. Nel terzo episodio della saga, Beck fu sostituito da Nathan Davis (Reazione a Catena).
Nel 1987 la “maledizione” toccò Will Sampson, Taylor in Poltergeist II – L’altra dimensione, morto a causa di complicazioni sorte dopo un doppio trapianto cuore-polmoni. Ma la scomparsa che probabilmente è rimasta più in mente negli anni è collegata alla piccola Heather O’Rourke, che nel primo film interpretava la bambina-medium Carol Anne. A soli 12 anni rimase uccise dalla malattia di Crohn che colpisce in maniera piuttosto seria l’intestino e ancora oggi non ha una cura definitiva.
Dopo una lunga pausa, in cui sembrava che i chiacchierati effetti malefici della pellicola si fossero placati, nel 2004 il regista del secondo episodio, Brian Gibson, morì a causa di un cancro a soli 59 anni. Solo qualche anno dopo, nel 2009, la sorte peggiore toccò a Lou Perry presente nel cast del primo film. L’attore fu ucciso con un’ascia da un ex-galeotto affetto da problemi psichici.