Il Corvo: film cult degli anni ’90, è tragicamente conosciuto per la morte del protagonista, ma seppur sicuramente il più grave, non è stato l’unico incidente sul set
Di film in cui gli attori si sono feriti sul set ce ne sono davvero tanti e a volte è capitato agli stessi protagonisti. In molti casi, il momento esatto è stato poi effettivamente inserito nella pellicola. Basti pensare a Ellen Burstyn, protagonista de L’Esorcista, di cui abbiamo parlato nel primo appuntamento della rubrica dedicata ai set maledetti. La tecnica con cui, in una scena, è stata trascinata a terra, le ha provocato dei seri problemi alla colonna vertebrale che si è portata avanti per il resto della vita. Potremmo parlare anche di Leonardo DiCaprio, che si è ferito accidentalmente una mano sul set di Django Unchained continuando poi a recitare come se nulla fosse o anche di Martin Sheen che, analogamente, si è ferito rompendo uno specchio all’inizio di Apocalypse Now e ha poi ammesso che in quel frangente si trovava sotto l’effetto di stupefacenti. Ma di attori protagonisti che hanno addirittura perso la vita durante le riprese, se ne contano veramente pochi.
Tra i più celebri si annoverano sicuramente i nomi di Bruce Lee e, tragicamente, proprio del figlio, Brandon Lee, protagonista de Il Corvo, film cult di Alex Proyas. Uscito nelle sale l’11 Maggio del 1994.
Il Corvo: le responsabilità
Uno dei problemi più rilevanti sul set de Il Corvo a quanto pare, però, fu la droga. Sembra che molti membri del cast tecnico e artistico arrivassero agli studi già in preda ai fumi dell’alcool e agli effetti degli stupefacenti, rendendo quasi impossibile girare molte scene. Pare che una volta, udito uno starnuto di un membro della troupe, lo stesso Brandon Lee abbia sdrammatizzato dicendo
Qui qualcuno ha appena perso 50 dollari
Però gli incidenti accaddero eccome, già a partire dal primo giorno di riprese, quando un carpentiere si ustionò gravemente. Nei giorni successivi a molti altri non andò bene: un operaio si ferì gravemente una mano trafiggendosi con un cacciavite; uno stuntman rischiò la vita quando cadendo da un tetto si ruppe diverse costole, mentre un altro operaio rimase gravemente folgorato. Uno scultore, forse in preda agli effetti di qualche sostanza a cui si accennava prima, perse la testa e distrusse il laboratorio degli oggetti di scena con la sua auto. Come se non bastasse, anche la natura si mise in mezzo, spazzando via diversi set con un uragano.
Ma come sappiamo, a Brandon Lee andò decisamente peggio. Tra l’altro, anche lui si ferì durante le riprese, tagliandosi con un vetro. Curiosamente sembra che uno degli attori, Jon Polito, che nel film interpreta Gideon, abbia dichiarato che temeva che prima o poi Brandon Lee sarebbe morto durante una scena. Se solo avesse saputo che la sua era una vera e propria premonizione…
La tragedia avvenne a soli tre giorni dal termine delle riprese. Sul set si utilizzavano spesso pistole con proiettili scaricati dalla polvere da sparo. Un giorno uno degli assistenti per gli oggetti di scena sparò un colpo per scaricare l’arma, commettendo un grave errore, proprio perché il proiettile inserito non aveva polvere da sparo. Come risultato, mentre il bossolo fu correttamente espulso dall’arma, il proiettile vero e proprio rimase bloccato nella canna. Successivamente la pistola venne caricata con proiettili a salve, che, per fare più rumore, contengono molta più polvere da sparo di un normale proiettile.
Nella fatidica scena, l’attore Michael Massee, scomparso ad ottobre 2016, che nel film interpreta Funboy, sparò, come da copione, a Brandon Lee. L’eccessiva potenza della polvere da sparo fu sufficiente a sbloccare il proiettile bloccato in precedenza che, complice la distanza ravvicinata, bastò a fare il resto. L’attore venne colpito in pieno e ferito gravemente. Non morì sul colpo come si diceva all’inizio, ma non sopravvisse all’operazione cui fu sottoposto per tentare di salvarlo. Michael Massee, colto da fortissimi sensi di colpa, si ritirò dalle scene per diverso tempo, nonostante la produzione chiarì subito che non fu colpa sua.
L’uscita de Il Corvo fu ad un passo dall’essere cancellata, ma grazie a un sapiente lavoro di controfigure e computer grafica, oltre ad una riscrittura di parte della sceneggiatura, consentirono al pubblico di vedere il lavoro completato. Il film fu ovviamente dedicato proprio a Brandon Lee e alla sua compagna di allora, Eliza.