Tempeste tropicali improvvise, alcool, droghe e minacce di suicidio hanno minato seriamente la produzione del capolavoro di di Francis Ford Coppola
In questo caso, come successo invece in altri film di cui vi abbiamo parlato, come L’esorcista, non ci è scappato il morto. Anche se i cadaveri a quanto pare non sono mancati. Apocalypse Now, punta di diamante della cinematografia di Francis Ford Coppola e uno dei capolavori assoluti del cinema di guerra, ha avuto una produzione davvero sofferta e complicata, causata in parte dal volere del regista, che in alcuni casi ha calcato un po’ troppo la mano con gli attori, e in parte da un clima impietoso che per colpa dei temporali tropicali, tipici della zona in cui sono state effettuate le riprese, ha costretto la produzione a bloccarsi per parecchi giorni. Basti pensare che le scene, in origine, avrebbero dovuto essere state completate in circa 12 settimane. Ce ne vollero 68. Di sicuro, comunque, non fu solo il clima a rendere difficoltosa la produzione di Apocalypse Now. In primis, esattamente come ne Il Corvo, sul set giravano parecchie sostanze stupefacenti e alcool. Dennis Hopper, nel cast nel ruolo del fotoreporter, pare seguisse una sorta di “dieta” a riguardo e sembra che bevesse quotidianamente l’equivalente di una cassa di birra, mezzo gallone di liquore e sembra arrivasse a utilizzare circa 85 grammi di cocaina. Anche Martin Sheen ha confessato in seguito di aver particolarmente abusato di alcolici, ma su questo pare ci sia la mano dello stesso Coppola. Nella scena iniziale, ambientata nell’hotel a Saigon, l’attore era effettivamente ubriaco, e, pare per volere del regista, era in quello stato da almeno un paio di giorni. Nella scena, si vede, in particolare, un momento in cui l’attore, con un pugno, manda in frantumi uno specchio. Probabilmente nessuno lo aveva avvisato che quello non era un oggetto di scena, ma un vero specchio, e si vede perfettamente la mano sanguinante nei momenti successivi. Nonostante il suo stato, Sheen continuò comunque a recitare come niente fosse, a causa anche del divieto assoluto imposto alla troupe di interferire con la performance, completamente improvvisata. L’attore, poco tempo dopo, fu costretto ad uno stop alle riprese a causa di un improvviso attacco cardiaco, causato proprio dall’abuso di alcolici. Un altro importante problema furono le malattie tropicali, che colpirono diverse persone tra la troupe tecnica e il cast artistico e costrinsero tutti a rimanere nuovamente a casa, rallentando ulteriormente il completamento del film. Inoltre c’era il problema delle armi. Coppola, per evitare di incidere ulteriormente sul budget, fu costretto a chiedere in prestito le armi all’allora Presidente delle Filippine, Ferdinand Marcos, che però aveva il controllo assoluto sul loro utilizzo e al bisogno poteva riprendersele, togliendo di fatto ulteriore tempo alle riprese del film. E a proposito di budget, il regista, per poter completare l’opera, aprì un’ipoteca sulla sua casa, riuscendo a racimolare ben 30 milioni di dollari. Questo avvenimento però, unito ai sensi di colpa per aver provocato l’arresto cardiaco di Sheen e il rischio sempre più vicino di separarsi dalla moglie Eleanor, lo fece sprofondare in un critico stato di depressione, al punto tale da arrivare a perdere quasi trenta chili nel giro di pochissimo tempo e a tentare il suicidio. Fortunatamente si rivelò solo un tentativo…
Come se non bastassero i problemi di produzione, ci si misero anche i capricci di Marlon Brando. Appena arrivato sul set di Apocalypse Now, Coppola capì subito che l’attore avrebbe causato non pochi problemi. Anzitutto impose al regista di essere ripreso esclusivamente in penombra, di modo che non si vedesse che era in forte sovrappeso. Inoltre, a quanto pare, Brando, come Michael Sheen, abusava parecchio di alcolici e stupefacenti e pare non andasse particolarmente d’accordo con il sapone. Inoltre si rifiutava di memorizzare le battute, costringendo lo sceneggiatore ad adattare lo script alla performance improvvisata (che si rivelò comunque grandiosa) di Brando, fino ad arrivare a suggerire le battute che dovevano essere necessariamente recitate come pensato, con l’ausilio di un auricolare.
Ad inizio articolo, inoltre, ho parlato della presenza di cadaveri in scena. Ebbene, lo scenografo Dean Tavoularis avrebbe voluto utilizzare autentici cadaveri, consegnati da una persona che a quanto pare “riforniva” le università e le società di ricerca a scopo scientifico. Nessuno sapeva, però, che le salme erano state trafugate dai cimiteri. Quando sul set arrivò la polizia, dopo aver controllato i documenti di tutti e aver scoperto il colpevole, ritirò i corpi dicendo che poi sarebbero stati scaricati “altrove” dato che nessuno si era più fatto avanti per il pagamento delle operazioni di sepoltura.
Il film, infine, è comunque uscito ed è diventato uno dei film simbolo del cinema di guerra a livello internazionale, nonostante abbia impiegato così tanto tempo e sia costato il triplo di quanto era stato presupposto all’inizio. Oltre che a livello artistico, il film ha portato grossi cambiamenti anche a livello tecnico, dato che si tratta del primo film con audio in 5.1 che di lì a poco sarebbe diventato uno standard immersivo destinato presto a crescere.