Negli ultimi giorni, un acceso dibattito ha scosso il panorama culturale italiano: la proposta di legge regionale che consentirebbe la riconversione di circa 50 storiche sale cinematografiche romane in una serie di centri commerciali. Questa iniziativa ha suscitato una mobilitazione internazionale che sta vedendo coinvolte diverse figure di spicco del cinema mondiale, tra cui Martin Scorsese e Steven Spielberg, che hanno espresso la loro ferma opposizione.
La proposta di legge e la reazione della comunità cinematografica
La proposta, avanzata dall’assessore all’Urbanistica Pasquale Ciacciarelli nell’agosto 2024, mira a modificare le normative vigenti riguardanti le destinazioni d’uso degli edifici culturali. In particolare, essa prevede la possibilità di trasformare le sale cinematografiche chiuse o dismesse da oltre dieci anni in strutture commerciali, eliminando l’obbligo attuale che impone di destinare il 70% dello spazio interno a usi culturali. Questa modifica legislativa potrebbe portare alla scomparsa definitiva di luoghi che hanno rappresentato per decenni il fulcro della vita culturale e sociale della capitale.
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La notizia ha rapidamente oltrepassato i confini nazionali, attirando l’attenzione di registi e artisti di fama mondiale. Martin Scorsese, il cui profondo legame con l’Italia è ben noto, ha lanciato un appello accorato alle autorità italiane, definendo la proposta come “un profondo sacrilegio non solo per la ricca storia della città, ma anche per il patrimonio culturale da lasciare alle future generazioni“. La lettera aperta è stata inviata direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla premier Giorgia Meloni e rappresenta l’eco di un precedente appello, volto a tutelare i cinema, lanciato da alcuni importanti nomi del panorama italiano, tra cui Paolo Sorrentino, Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Matteo Garrone e tanti altri.
Anche a livello locale, la proposta ha incontrato una forte opposizione. L’architetto e senatore a vita Renzo Piano ha descritto le sale cinematografiche come luoghi preziosi per la comunità, mettendo in guardia sul rischio che si corre nel trasformare questi luoghi in spazi commerciali. Mentre Valerio Carocci, presidente del collettivo Cinema America, ha espresso preoccupazione riguardo al fatto che la nuova legislazione potrebbe incentivare i proprietari di cinema ancora attivi a chiudere le loro attività per riconvertirle in spazi ritenuti più lucrativi.
Prospettive di un patrimonio a rischio
La storia dei cinema di Roma è intrinsecamente legata all’evoluzione culturale e sociale della città. Un tempo, la capitale ospitava circa 160 sale cinematografiche, mentre oggi ne restano operative circa 44. Molte di queste strutture, come il Cinema Maestoso, sono diventati dei veri e propri simboli architettonici, testimoni di epoche in cui il cinema era il cuore pulsante della vita comunitaria.
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La questione della riconversione delle sale va ben oltre la semplice trasformazione di edifici. Tocca il cuore di una parte importante dell’identità culturale di Roma e solleva interrogativi sul futuro degli spazi dedicati all’arte in questo contesto urbano in continua evoluzione. La riconversione non dovrebbe essere qualcosa che distrugge il simbolo, ma dovrebbe rappresentare un elemento di rinascita del senso intrinseco del cinema.
Ne è un esempio lampante l’operazione di riqualificazione fatta per il Cinema Troisi da parte dell’Associazione Piccolo America. Il Cinema Troisi, adesso, offre non solo proiezioni cinematografiche ma anche uno spazio di studio aperto 24 ore su 24. Nel 2024 ha venduto 110.000 biglietti e ospitato quotidianamente 250 studenti nel suo spazio di studio, dimostrando come sia possibile coniugare sostenibilità economica mantenendo forte la vocazione culturale del progetto.
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La decisione finale sulla proposta legislativa è attesa nelle prossime settimane. Nel frattempo, il dibattito continua a infiammare sia l’opinione pubblica che il mondo culturale, con l’auspicio che le autorità riconoscano il valore inestimabile di questi spazi e optino per la loro tutela e valorizzazione. La speranza è che, grazie all’intervento di figure di spicco del cinema mondiale e all’opposizione di alcune autorità, si possa trovare una soluzione di congiunzione tra la riqualificazione economica di questi spazi e la loro naturale caratura artistica e culturale.