Noi tutti conosciamo gli eventi storici che sono accaduti nello scorso secolo, ma penso che sarai d’accordo con me che uno degli episodi che più è rimasto nella memoria collettiva sia stato l’Olocausto, un orrore disumano fin troppo spesso dimenticato e mai troppo poco evocato alla luce di certi episodi che hanno colpito anche il nostro bel paese. Prodotta dalla Monkeypaw Production di Jordan Peele (Get out, Us) e dalla Sonar Entertainment, Hunters è una serie in dieci episodi distribuita da Amazon Prime Video dal 21 febbraio creata da David Weil che ci riporta ai quei tristi ricordi, ma anche a quello che accadde trent’anni dopo, quando dei nazisti furono fatti fuggire in America e a cui vennero date delle nuove identità a stelle e strisce…
Nel cast di Hunters Al Pacino/ Meyer Offerman, Logan Lerman/ Jonah Heidelbaum, Lena Olin/ Il Colonnello, Jerrika Hinton/ Millie Morris, Saul Rubinek/ Murray Markovitz, Carol Kane/ Mindy Markovitz, Josh Radnor/ Lonny Flash, Greg Austin/ Travis Leich, Tiffany Boome/ Roxy Jones, Louis Ozawa Changchien/ Joe Torrance, Kate Mulvany/ Sorella Harriet, Jeanny Berlin/ Ruth Heidelbaum e Dylan Baker/ Biff Simpson.
La trama
New York 1977. Il giovane Jonah conduce la sua vita nelle ristrettezze economiche, pur possedendo una brillante mente matematica, non può davvero permettersi di andare all’università e cerca di aiutare, spesso in modi non molto legali, Ruth l’anziana nonna con cui vive. I due hanno un rapporto molto stretto essendo gli ultimi rimasti della loro famiglia, inoltre la donna è una sopravvissuta ai campi di concentramento, tragica esperienza di cui racconta solo alcuni episodi al nipote, a cui però cerca di inculcare gli insegnamenti ebraici. Un giorno uno sconosciuto entra nella loro casa e uccide con un colpo di pistola Ruth, lasciando il giovane Jonah disperato ma con una grande voglia di vendetta verso l’uomo che gli ha portato via l’ultimo componente della sua famiglia.
E’ in quel momento di lutto che Jonah conosce Meyer Offerman, un ricco ebreo anch’esso sopravvissuto ai campi e che ha condiviso l’esperienza con Ruth, il quale presto gli rivela essere a capo di un eterogeneo gruppo di cacciatori di nazisti, giunti in America grazie all’Operazione Paperclip e che ora sembrerebbero intenzionati ad instaurare un Quarto Reich negli USA. Degli Hunters fanno parte Mindy e Murray Markovitz, esperti in elettronica e comunicazioni, Sorella Harriet, abile con le armi e con parecchi informatori, Roxy Jones la quale si divide tra la caccia e il suo lavoro da mamma, Joe Torrance, reduce di guerra e soldato di talento e Lonny Flash (ti ci vorrà un pò per riconoscere Ted Mosby di How I met your mother!), un ex attore fallito ed ex alcolizzato. Grazie alle loro ricerche e a metodi di interrogatorio non proprio legali, i cacciatori si fanno strada attraverso un complotto che potrebbe portare i nazisti al potere negli USA, attirando su di loro le attenzioni di Millie Malone, agente dell’FBI.
In un susseguirsi di indagini, tradimenti, omicidi e rivelazioni, il giovane Jonah inizierà un’avventura che lo porterà a conoscere i lati più bui dell’essere umano, ma allo stesso tempo imparerà molto su di sè ed inizierà ad assumersi le responsabilità che il suo sangue e la sua cultura gli richiedono, restando sempre fedele però ai principi umani che sua nonna ha cercato di insegnargli.
“Sai qual è la migliore vendetta? La vendetta.”
Con tutte queste produzioni di qualità offerte dalle piattaforme streaming, mi sono imposta di guardarne almeno due puntate prima di decidere se continuare una serie o meno. Spesso con una sola puntata non si capisce dove la storia ci voglia portare, non riusciamo a ad avere un accenno della personalità dei vari personaggi e nemmeno affezionarsi a loro, ma delle volte ci fa provare un entusiasmo per una nuova serie spesso mal riposto, delusione che andiamo a scoprire solo con l’avanzare degli episodi. Con Hunters ho applicato la solita “regola”, devo dire con soddisfazione.
La serie ha tanti punti a suo favore, a cominciare dal cast con dei personaggi ben caratterizzati, ben costruiti, di cui seguiamo l’evoluzione personale con lo scorrere delle puntate, il quale ci permette di conoscere prima il loro passato e con esso i motivi per cui sono diventati dei cacciatori di nazisti. L’unico personaggio che rimane in ombra è quello di Lonny Flash di cui sappiamo solo essere un ex attore fallito goffo e simpatico, ma di cui non conosciamo nè il passato nè le motivazioni che lo spingono alla caccia.
I vari flashback ci riportano a quegli anni, ci raccontano orribili storie che arrivano dai campi di concentramento, episodi di vita vissuta e di speranze mai perdute anche all’interno di quell’inferno, momenti che ti faranno stringere il cuore dalla commozione, ma che ti accompagneranno in un viaggio che ti farà comprendere meglio i vari protagonisti, le loro motivazioni, la spinta che dà energia alla loro sete di vendetta e giustizia. In molti hanno accusato la serie di aver inventato o esagerato gli eventi che accadono nei campi di concentramento, ma personalmente avendo visto molti film con la solita tematica non vi ho trovato esagerazioni o forzature, anche se le scene sono crude e violente.
Con il procedere delle puntate il confine tra bene e male si fa più sottile, ci vengono mostrati tre modi per sconfiggere i nazisti: quello legale dell’FBI, quello contro ogni tipo di ritorsione che non sia altro che un giusto processo di Simon Wiesenthal, o quello rappresentato dagli Hunters, un gruppo di persone che usano le loro abilità per scovare i nazisti e ucciderli in una sorta di “giusta” vendetta. Ma è a questo punto che si pone la domanda, la solita che si pone Jonah: cosa rende i buoni gli eroi delle storie?
Gli Hunters sono la conseguenza della malvagità dei nazisti e ciò ci spinge a pensare che siano loro i buoni, ma con l’avanzare della storia ci si rende conto che non è così perchè alla fine “…i buoni non fanno mai la scelta migliore, ma sempre la scelta più giusta” come ci dice Meyer Offerman, il quale anche spiega e così giustifica gli atti compiuti dai cacciatori: “Arriva un tempo in cui dobbiamo tutti scegliere tra la luce e l’oscurità. Ma quando al mondo c’è tanta oscurità, forse è qualcun altro a prendere questa decisione per noi. Per millenni, le persone come noi sono state umiliate e sterminate. Non accadrà più. Il male ci circonda e dobbiamo ricordare che all’inizio è solo un puntino sull’anima degli uomini, ma poi cresce fino a diventare una macchia, un flagello, e non possiamo riconoscerlo finché non colpisce. Per cui è arrivato il momento di agire”.
Data la durata degli episodi, circa un’ora, spesso la serie ha lunghi momenti noiosi i quali spesso vanno a spezzare la tensione che si è creata durante le vivaci scene di azione rendendo la visione piuttosto pesante, alleggerita però da alcune scene di Tarantiniana memoria o fumettistiche, alcune quasi assurde come il quiz su i motivi per cui “odiamo gli Ebrei” o quella della presentazione degli Hunters, quasi introdotti come i super eroi della Marvel. Perfetta invece la colonna sonora, con tanti brani degli anni ’70 così come la fotografia ed i costumi che ci riportano ai quei tempi.
L’ultimo episodio ci lascia con la speranza di una seconda stagione la quale, ne sono sicura, anche tu aspetterai con una grande dose di curiosità, viste le sorprendenti rivelazioni che ci vengono fatte, tra cui alcuni volti che pensavamo ormai passati…