L’amore eterno in uno zing
Quando il più romantico di tutti i mostri, in un pazzo mondo mostro, ritrova un nuovo, infallibile, inequivocabile Zing, ovvero, in gergo umano: amore eterno, lo fa in grande, sovvertendo ogni regola!
Il nostro Dracula, diventato ormai nonno, si sente solo, ma chi ha conosciuto l’amore vero non si può accontentare di una fotocopia sbiadita, di uno zing da supermercato virtuale dell’innamoramento e così, proprio come nelle più classiche delle filosofie dell’esistenza, l’amore arriva come un’intuizione improvvisa, proprio quando non lo si cerca, con tutta l’immediatezza del colpo di fulmine. Anche lui, come già l’amata figlia, s’innamora di un’umana. E se, da un lato, riconciliarsi col nemico umano, favorisce un’occasione di riflessione sulla diversità, e su come queste allontanino solo chi si ferma alla superficie delle cose, perchè in profondità siamo tutti uguali, come dice il nostro caro Conte, d’altro canto, la risoluzione delle diversità e degli antichi conflitti familiari, in maniera così sbrigativa ed un pò semplicistica, finisce col dare un tono un pò melenso alla storia d’amore. Ci piace o no? Certo tutta l’energia del primo e la curiosità del secondo nel terzo si perdono in un esercizio di manierismo stilistico, privo delle geniali intuizioni dei precedenti. La storia, il ritmo e la familiarità dei personaggi rendono scorrevole e godibile anche questo terzo Hotel Transylvania. Qualche dubbio s’insinua sulla possibilità d’immedesimazione dei più giovani in questa storia d’amore tra adulti in cui lo sguardo sulle ripercussioni emotive su Mavis, la figlia, risultano piuttosto marginali. Come in ogni sequel il rischio è quello di perdere via via mordente e ripercorrere strade già battute con maggior efficacia nei precedenti, ed è accaduto, ma in sé il film è godibile, scorrevole e ben fatto.