Violenza, abusi, e la nascita di una nuova vita nello spazio. High Life, il nuovo film di Claire Denis, è pieno di sorprese, scopriamole tutte!
Nello spazio conosciamo ogni tipo di storia, da Star Wars a Gravity, abbiamo avuto modo di immaginare quello che può succedere in una dimensione che è per noi impossibile da raggiungere… o quasi.
Sta di fatto che in ogni storia c’è sempre qualcosa di poetico, distaccato dalla realtà che viviamo sulla Terra, ma in High Life non è così. La novità di questa spiazzante opera di Claire Denis è che proprio le cose peggiori vissute nel nostro ambiente vengono trasportate nello spazio con una potenza visiva ed estetica a tratti difficile da reggere.
High Life – Una storia assurda
Chi sono gli astronauti? Criminali che stanno scontando la propria pena nello spazio, manipolati dalla dottoressa Dibs (Juliette Binoche), sadica e cinica, dedita alla fertilità e alla riproduzione. La donna si trova lì per inseminare artificialmente una delle detenute, ma si ritroverà a fare vari esperimenti, anche all’insaputa degli altri, come nel caso di Monte (Robert Pattinson) al quale ruberà lo sperma, generando una bambina di cui Monte si prenderà cura quando tutto il resto dell’equipaggio morirà.
In High Life abbiamo una sorta di climax, Claire Denis nelle prime sequenze ci fa vivere il calore del rapporto padre/figlia, con toni tenui, accoglienti, quello che vediamo andando avanti, col delirio acceso nella mente della dottoressa, sono i flashback di Monte che ripercorre l’orrore della permanenza nella navicella, prima di porre fine alla missione spaziale insieme alla figlia: attraversare il buco nero più vicino alla Terra.
High Life – La filosofia di temi forti affrontanti nello spazio
Perché uscire fuori dall’orbita terrestre per raccontare cattiverie di cui sentiamo parlare spesso? La Denis è la prima a fare un grande esperimento, incontra la poesia e la maestosità del cielo con la brutalità della violenza che esiste sul nostro pianeta. Sulla navicella c’è una ricerca sfrenata del sesso, c’è una stanza del piacere in cui vedremo la dottoressa cimentarsi in una sequenza da brivido, c’è la criminalità e le molestie sulle detenute indifese da parte degli uomini che lì hanno perso il senno, anziché ritrovarlo. Non c’è spazio decisionale, passiamo, come detto precedentemente, dai respiri ampi e dal calore, alla claustrofobia, ai colori sempre più cupi, come i capelli della Dibs, lunghi, scuri, da strega maledetta. Un climax, ma forse uno spazio circolare, perché dopo ritorniamo alla dolcezza iniziale, con la piccola Willow, ormai adolescente, che asseconda l’idea del padre e si perde tra le stelle insieme a lui.
Anche stavolta la A24 (di cui abbiamo parlato anche in quest’articolo) non ci delude. Non si scherza con i film di questa promettente casa produttrice, c’è fiducia nell’autore, ci si esprime con tutto l’ardore artistico. Robert Pattinson, inoltre, sembra consacrato a questa nuova casa, è soprattutto grazia alla A24 che c’è una rivalutazione dello statico vampiro di Twilight ad attore grande a tutti gli effetti. Lo ricordiamo anche nell’interpretazione magistrale in The Lighthouse di Robert Eggers, un altro gioiellino della A24.
Con High Life confermiamo ancora una volta il talento della francese Juliette Binoche, della quale nel film abbiamo quasi paura. La sua impersonificazione della follia non lascia spazio alla comprensione e alla tenerezza. Troppo riduttivo definirla scienziata pazza, lei è più violenta anche del male perché non lascia scelta.
High Life – Curiosità e conclusioni
Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival nel 2018 e ha riscosso una buona parte di recensioni positive da parte della critica.
Claire Denis ha pensato al concepimento di un bambino che nasce nello spazio dopo aver appreso la teoria di Stephen Hawking sull’impossibilità dell’essere umano di esplorare lo spazio proprio perché sarebbe morto a bordo della navicella prima di poter portare a termine la sua missione.
Monte deve scontare la pena di un omicidio commesso nella sua infanzia (come possiamo carpire da uno dei flashback) e la regista si è ispirata al caso di James Bulger del 1993, una storia agghiacciante di un bambino di 2 anni ucciso da ragazzini di 10.
High Life è il primo film in cui Claire Denis ha utilizzato la lingua inglese perché non immaginava persone che nello spazio parlassero il francese. La scelta era tra inglese o russo.
Robert Pattinson si è preparato al suo ruolo studiando la teoria delle stringhe e dei buchi neri.
In conclusione High Life è un esperimento ben riuscito, un binomio tra temi e tecnica che non dispiace affatto, sicuramente uno dei migliori film ambientati nello spazio degli ultimi 10 anni, da non perdere!