Meeting Gorbachev ha aperto il Trieste film festival di quest’anno. L’ottantasettenne uomo politico parla dei suoi progetti per la Russia; mai realizzati, ma non per colpa sua
“Perestroika” e “Glasnost” sono due termini fra i più usati negli anni ’80, ma che oggi sono diventati privi di significato. In russo significano “ristrutturazione” e “trasparenza” ed erano le due parole d’ordine di Michail Gorbachev, ultimo presidente dell’Unione Sovietica. L’ultimo a sperare di poter riformare la società sovietica dall’interno, a realizzare, finalmente, il socialismo e a porre solide basi alla democrazia.
Di questo sogno infranto parla a lungo l’ex capo di stato, intervistato da Werner Herzog a Mosca durante tre lunghi incontri. Gorbachev è ingrassato, appare stanco ma, nonostante si stia avvicinando ai 90 anni, ha ancora un mente brillante e ripercorre con grande lucidità quegli anni nei quali si era sperato in un comunismo dal volto umano.
Lasciamo agli esperti le considerazioni su cosa sia diventata oggi la Russia, se la democrazia abbia effettivamente trionfato, se i numerosi oppositori politici incarcerati da Putin scontino effettivamente gravi colpe, se i governanti che si sono succeduti a Gorbachev abbiano realizzato qualcosa di meglio di quanto aveva in mente l’ultimo leader comunista.
È anche intuitivo che aprire quello spiraglio abbia fatto esplodere come una pentola a pressione una voglia di libertà compressa troppo a lungo; Gorbachev si è trovato proprio sopra il coperchio e non ha potuto fare nulla, da solo, per impedirlo.
La cosa strana è che ogni rivoluzione, iniziata coi migliori propositi del mondo, finisca sempre con una limitazione della libertà. Se pensiamo alla rivoluzione francese, alla quale guardiamo come il principio e il punto di riferimento di ogni società democratica, è finita col terrore. Il problema, forse, è che quando hai tutto il resto del mondo contro perdi la testa. Come si fa a rimanere fedeli agli ideali quando mancano le cose indispensabili per la sopravvivenza? È successo in Francia a fine XVIII secolo, è successo a Cuba il secolo scorso; piccoli paesi circondati da giganti, ma è successo anche in Unione Sovietica che, pure, era un paese immenso.
Per sapere come avrebbe potuto essere il mondo socialista se fosse andata come voleva Gorbachev, consigliamo di vedere Goodbye Lenin. Magari non sarebbe stato proprio così, ma una possibilità c’era.