Heretic, il nuovo horror psicologico di Scott Beck arriverà al cinema il 27 febbraio. Tra i protagonisti il candidato ai Golden Globes come miglior attore protagonista Hugh Grant, e le giovani promesse del cinema Sophie Thatcher reduce dal successo di Companion e Chloe East.
Un film che si sviluppa su una trama lenta, angosciante che si amplifica tramite la dinamicità dei dialoghi, che prendono forma da riflessioni e pensieri sulla fede. Un discorso ampio che per anni è stato al centro della filmografia mondiale. Heretic lo studia e lo teorizza in un film che segue una tipica trama horror, ma con qualche fuoriuscita originale e sempre imprevedibile. Tra miti, testi sacri e iterazioni culturali, la storia si articola su spunti interessanti, credere o non credere? Questo è il dilemma.
Heretic: una trama semplice ma ben strutturata
Quando due giovani missionarie mormone bussano alla porta sbagliata, il loro destino si lega a quello del signor Reed (Hugh Grant), un uomo tanto affascinante quanto spietato.
Intrappolati in un gioco di inganni e terrore, dovranno affidarsi alla fede e all’astuzia, le uniche armi che potrebbero salvarli.
Inizia per loro un percorso di sopravvivenza all’interno della casa labirintica, in cui sarà Mr.Reed a tentare di convertirle all’unica vera religione. Un’esperimento mentale, costruita sulla logica binaria del credere e non credere, che domina l’intero film.
Heretic: in cosa credi veramente?
Heretic si plasma su una solida struttura che mette in contraddizione tutto, non solo i culti religiosi come nel caso del mormonismo, ma il concetto stesso di credere o non credere in qualcosa solo per puro istinto o tramite iterazioni esterne.
Il concetto alla base della fruizione storica, dove fin da sempre, al centro della comunicazione c’era il tramandamento orale o scritto, e tutto a volte era veicolato dalle uniche forme di potere, nel caso della politica e della chiesa. Il controllo fin da sempre, strumento sia della propaganda religiosa che di quella politica, ha forgiato ideali e false costruzioni, come ad esempio la scandalosa vendita delle indulgenze e il testamento di Costantino.
Per anni, nel corso della storia, si è deciso cosa far credere e cosa no. Con l’avvento della stampa e dell’informazione, (anche quella ancora sotto regimi totalitari rimane veicolata e controllata), si è riuscito a far valere la libertà di pensiero e di conoscenza che permette a tutti di poter basare e elaborare la proprie considerazioni. Negli ultimi secoli c’è stato un vero e proprio scisma religioso, che divide e spacca a metà l’umanità, su chi crede in unica e propria fede e chi invece non crede e basta. Due vie che comunque sono uno il magnete dell’altro.
Heretic, le affronta in maniera intelligente e cauta, dando tante domande senza però una risposta precisa poiché non c’è ed è anche questa dipendente da noi. Una riflessione quindi teorica con una serie di considerazioni convincenti, che si sviluppa poi sul gioco dell’ orrido e sfociano in una considerazione personale e basata sul proprio modo di vedere e di percepire tutto il ragionamento del film.
La trama si sviluppa su una linea adiacente alla messa in scena del genere horror, con una graduale ascesa ritmata che intercala dopo la fase iniziale dove vengono presentate le vittime e il loro aguzzino. Tra giochi di potere, strutture labirintiche e personaggi sacri, si sperimenta il miracolo tramite giochetti di sabotaggio e terrore psicologico alle protagoniste.
Un vero e proprio meccanismo psicologico, che lo spettatore è costretto a seguire e a mediare tra le varie ipotesi. Un dibattito politico e religioso, tra sangue, paura e terrore. Un tribunale d’inquisizione, presidiato dal controverso personaggio di Hugh Grant, dove ad essere imputata è la facoltà di comprendere la persuasione della fede, e da quale parte remota essa provenga.
Heretic: Hugh Grant strepitoso nella messa in scena
Un magnifico Hugh Grant, che in scena porta un personaggio complesso, confuso, meschino ma allo stesso tempo sicuro di sè e delle sue teorie antireligiose. Primi piani che si evolvono tramite la camaleontica presenza scenica dell’attore inglese, che con giochi di sguardi ed espressioni dinamiche, dà una lettura quasi psicopatica al signor Reed, un uomo caparbio che sperimenta in modo crudele e soggiogatile la professione del credo, su due ragazzine da sempre educate alla chiesa e al pensiero mormone.
Un’intercalare di apparenze che si inseriscono piano piano nella regia di Scott Beck, con primi piani e riprese quasi sempre con il piano americano, seguendo i protagonisti del gioco, e trascinando direttamente dentro le inquadrature lo spettatore. Tutto non è come sembra, il colloquiale uomo di mezza età che vive ai confini della città, nasconde qualcosa che a prima vista le due predicatrici non riescono ad intercettare.
Solo quando alcuni pezzi del puzzle cominciano a non combaciare, le due ormai sono intrappolate uno schema senza fine, progettato dall’inizio alla fine, e che le porterà a trovare l’una con l’altra la propria fede. Un quadro costruito egregiamente sia alla scrittura che alla regia. Coinvolgente e dinamico se pur al centro non ci sono scene di violenza estreme, solo verso la fine, ma una struttura che si dirama tra dialoghi e affermazioni di ipotesi e teorie che animano sempre di più la pressione psicologica dell’horror.
Heretic: l’horror psicologico che mette in discussione tutto
Dimenticate il sex symbol, Hugh Grant in Heretic si trasforma, immedesimandosi in un personaggio (sempre comunque affascinante) ma spietatamente meschino e senza scrupoli. Un villain intelligente, psicopatico che gioca con due vite innocenti pur di tirare le fila del suo spettacolo di burattini, dove al centro ruota la sua teoria empirica dove l’unica e vera fede è il controllo e niente più.
Dimenticate tutte le convinzione, Heretic contraddirà ogni vostra credenza, riuscendo quasi a convertirvi alle dolci lusinghe teoriche di Mr. Reed, confondendovi, per fino con le vostre più affermate e infime teorie. Un’ esperienza pragmatica, psicologicamente interessante ed emozionalmente persuasiva tramite un misto di giochi orridi e crudeli del genere horror. Un film ben fatto su tutti i fronti, assolutamente da non perdere!