In uscita il 24 aprile Gli indesiderati d’Europa, realizzato dal regista Fabrizio Ferraro. Girato in bianco e nero, incredibilmente attuale, è stato presentato al Festival di Rotterdam 2018 nella categoria “Perspectives-A History of Shadows”
Se si dovesse giudicare dal titolo, Gli indesiderati d’Europa, del regista indipendente Fabrizio Ferraro, si direbbe un film di estrema attualità. Non è detto che non lo sia, ma la storia è datata circa ottant’anni fa.
Nel 1939, lungo la Route Lister, nei Pirenei sud orientali, i profughi della Guerra Civile spagnola cercavano rifugio in Francia. L’anno dopo, la stessa strada la percorrevano, in senso opposto, gli ebrei in fuga dalla persecuzione nazista. Fra questi profughi c’era anche uno dei più grandi pensatori del secolo scorso, Walter Benjamin, amico di Ernst Bloch, Theodor W. Adorno, Erich Fromm, Bertold Brecht, Max Horkheimer e, come loro, costretto a lasciare la Germania nazista.
È proprio per raggiungere gli amici che si erano già rifugiati negli Stati Uniti che Benjamin tenta di attraversare il confine spagnolo per imbarcarsi. Infatti, nonostante Franco fosse già saldamente al potere, la Spagna era l’unico dei paesi fascisti a non perseguitare gli ebrei. Forse perché l’avevano già fatto pesantemente nel 1492: avevano già dato. Giusto per concludere la storia di Walter Benjamin, una volta arrivato a Port Bou, in Catalogna, gli viene ritirato il visto dalla polizia di frontiera. Spaventato dalla possibilità di essere rispedito in Francia, occupata dai nazisti, il filosofo si suicida e viene seppellito in una fossa comune. Il giorno successivo al suo suicidio arriverà il sospirato visto d’imbarco per gli States.
Il film di Ferraro racconta anche questa storia, con Euplemio Macrì nel ruolo di Benjamin, Catarina Wallenstein è la scrittrice socialista Lisa Fittko e il poeta catalano Vicenç Altaió, in quello del bibliotecario
Questo film, che il critico cinematografico Roberto Silvestri ha definito “un racconto Marvel senza orpelli. Non informa come un telegiornale, lotta come un supereroe” è coraggioso per molti aspetti. Ferraro che, oltre che regista, è anche sceneggiatore, fotografo e montatore del film, lo ha voluto girare in un filologico bianco e nero, ignorando il digitale, e affidandosi esclusivamente alla luce e agli elementi naturali.
L’argomento, come avevamo già accennato, è di scottante attualità
I migranti, che scappino dalla Guerra civile spagnola, dalla persecuzione nazista, dai bombardamenti in Siria o dagli altri 28 conflitti attualmente in corso, sono comunque “indesiderati”, come dice il titolo del film. Molti di loro, come Benjamin, sono morti nel tentativo di salvarsi e il loro corpo è disperso in mare o seppellito in una fossa comune perché non se ne conosce nemmeno il nome, proprio come è successo a Benjamin.