Giurato numero 2: il nuovo film di Clint Eastwood

Prodotto e diretto dalla leggenda hollywoodiana Clint Eastwood, il film arriverà al cinema il 14 novembre

Irene Marri Commenta! 21
Giurato numero 2 | Trailer Ufficiale
6.8 Piacevole e intrigante
Giurato numero 2

L’attore protagonista degli anni d’oro degli spaghetti western, Clint Eastwood, torna a dirigere la macchina da presa alla veneranda età di 94 anni. La star hollywoodiana sembra esser inarrestabile. Una carriera che vanta più di 40 film, tra ruoli principali e quelli in regia. Una passione che per l’attore nacque negli anni 50, dopo il rifiuto come militare per la guerra in Corea. Un caso fortunato che lo avvicina al cinema, e al suo primo provino con l’Universal, il resto lo sapete già, è storia. A distanza di tre anni, dall’ultimo film Cry Macho, torna alla regia di Giurato numero 2. Una storia violenta, drammatica che lascia uno spunto di riflessione sociale e umano.

Giurato numero 2: il plot intrigante e originale diretto da Clint Eastwood

Il nuovo film Giurato numero 2 diretto da Clint Eastwood, che uscirà nelle sale il prossimo 14 novembre, vede protagonista l’attore britannico Nicholas Hoult. Nei panni di Justin Kemp, un ex alcolista che da poco ha deciso di cambiare vita, dopo un lungo percorso di disintossicazione, dove incontra la sua anima gemella Allison Crewson, interpretata da Zoey Deutch. I due coronano il loro sogno d’amore, quello di avere una famiglia.. ma la gravidanza della moglie è a rischio e nel mentre lui viene chiamato come giurato per un caso di omicidio.

Nicholas hoult in giurato numero 2

Una giovane ragazza Kendall Carter, viene trovata morta in un fosso. La sentenza è già disputata ad averla uccisa è stato l’attuale compagno James Michael Sythe, definito da molti aggressivo e violento. Ma mentre Justin è immerso nel caso…si rende conto di non esserne totalmente estraneo…

Era lo scorso ottobre. Pioveva e ho colpito qualcosa…

Giurato numero 2

Giurato numero 2: il cinema sociale e drammatico di Eastwood

Giurato numero 2, è diretto e prodotto da Clint Eastwood che come sempre esegue un lavoro maniacale nella sceneggiature del film fino alla regia, che in modo graduale riesce quasi sempre a creare interessanti retroscena. Nulla è mai buttato a caso, e lo spettatore viene coinvolto a 360 gradi nei film e nelle opere che dirige. Sia dal lato umano, e quindi delle provocanti sfumature sociali fino all’intrigante ritmo che segue l’andatura della trama.

In Changeling (2008) ci aveva sorpreso per la cruda e drammatica realtà che aveva portato sullo schermo, grazie all’interpretazione magnifica di Angelina Jolie, nei panni di una giovane madre vittima dell’assassinio del figlio per mano di un pericoloso e spietato killer della California. Una storia realmente accaduta, che ha portato alla luce la vicenda dell’assassino seriale di bambini Gordon Stewart Northcott. Tra l’altro il film ha riscosso successo al 61º Festival di Cannes 2008, dove è stato presentato e Eastwood ha ricevuto un Premio speciale. Coincidenza Changeling usciva nelle sale proprio il 14 novembre del 2008.

Changeling di clint eastwood

Sempre nel 2018 aveva preso in riferimento un’altra storia vera, quella di Leo Sharp, un veterano della guerra di Corea che divenne un corriere della droga per il cartello di Sinaloa, interpretato dallo stesso Eastwood, raccontata dal giornalista Sam Dolnick nell’articolo del The New York Times The Sinaloa Cartel’s 90-Year-Old Drug Mule. Una caricatura a sfumature quasi comiche, che si contempla nell’apice dell’olimpo del cinema sociale e umano, che vede la realtà il punto di sfogo per raccontare i lati psicologici umani, più fragili, quelli danneggiati dall’esistenza umana e le sue continue complicanze.

Il corriere con clint eastwood

Eastwood segue sempre questa linea interpretativa, e questa volta lo fa affidandosi alla sceneggiatura di Jonathan Abrams, dove continua imperterrito a cercare la verità nelle sue opere e le storie più agghiaccianti che confondono e si mescolano al reale. Questa volta, il processo non lo fa il pubblico attraverso la propria interpretazione dei fatti, ma è al centro del film stesso che mette in luce la probabile innocenza o colpevolezza morale dell’imputato che in questo caso è il giurato stesso. Una ricerca che coinvolge fin da sempre l‘analisi psicologica dei personaggi portando al cuore dell’inno giuridico al ragionevole dubbio.

Aveva scritto una buona sceneggiatura. È davvero intrigante quando uno scrittore pone un personaggio di fronte a un dilemma morale e questo, ambientato in un’aula di tribunale, è qualcosa in cui tutti possiamo immaginarci o con cui possiamo relazionarci in qualche modo. Ho pensato che fosse una storia forte e che sarebbe stata un buon film. – dice Clint Eastwood sulla sceneggiatura di Abrams

Giurato numero 2: il dubbio morale e il processo alla giustizia (attenzione spoiler)

Il nuovo film di Clint Eastwood è uno scorcio sulla realtà, il quotidiano e le leggi umane pilotate dalla giustizia politica. Il regista scava a fondo nell’interiorità del personaggio che diventa indagine sociale. Si parla di redenzione, di eventi sfortunati o casi che la vita ti mette di fronte, e inevitabilmente ti condiziona o cambia irrevocabilmente. Tutto inizia già dalla prima inquadratura che dice tutto o forse niente. Nel primo frame viene mostrata l’immagine di Themis, dea della giustizia, bendata con bilancia in una mano e glave nell’altra, al contempo in parallelo una donna bendata, che sta per vedere per la prima volta la stanza del suo nascituro. Due storie che si intrecciano, da una parte il delicato momento familiare che distorce e incuriosisce subito, e dall’altro il simbolo della giustizia quella che sarà protagonista e matrice del film.

Infatti il film si apre con un’interessante zoom sulla vita e sul funzionamento della giustizia americana. Una sentenza che vede accusa e difesa sempre presenti con la piccola aggiunta di una giuria civile, presidiata da un piccolo gruppo di persone comuni che sono assemblate su una base temporale allo scopo di decidere se una persona accusata è colpevole di un reato criminale, o quale tra due parti dovrebbe prevalere in un processo civile.

Justin Kemp, è uno di essi. Reduce da un lungo processo di redenzione da alcolismo, intento a costruirsi una vita nuova viene chiamato a presenziare ad un processo dove una giovane ragazza è rimasta vittima di abuso e violenza da parte dell’ex ragazzo. Una dinamica che man man si intreccia fino a raggiungere un clima di suspense e retroscena al limite dell’immaginabile. Il giurato numero 2 si troverà sempre di più al centro dell’omicidio, il caso lo porta a quella notte dove nella strada conseguente al pub dove era stato, camminava Kendall Carter (Francesca Eastwood) la vittima della violata e drammatica morte.

Il protagonista capirà di non essere solo un testimone ma il colpevole stesso del tragico incidente. Tutto si articola sulla linea temporale del visibile e del celato, poiché tutto progressivamente viene messo nel piatto da Eastwood e scoperchiato solo alla fine. La regia fin da subito mette in luce i pezzi mancanti del puzzle, quelli che nessuno dei personaggi vede o rincorre, ma che sono sempre stati davanti agli occhi di tutti. Questo modus operandi confonde e intriga anche lo spettatore, che con un ritmo abbastanza ricalcato, segue e quasi si ingarbuglia con il protagonista.

Justin Kemp interpretato da Nicholas Hoult vede distruggersi davanti a lui, il futuro che aveva costruito dopo l’enorme cambiamento e sacrificio verso l’alcolismo. Tra sensi di colpa e rimorsi, vivrà interiormente un vero e proprio processo morale che alla fine lo condurrà alle più facili delle ipotesi, lasciare l’imputato in pasto alla giustizia. Dato le enormi prove verso di lui, i testimoni e le continue liti della coppia, il caso era chiuso per Faith Killebrew (Toni Collette), l’accusa della vittima. Anche se man mano che si va avanti emerge un’altra ipotesi, scaturita dall’attenta analisi di un’ex poliziotto che presiede in giuria e l’avvocato dell’accusa comincerà a vedere oltre la superficie quello che aveva realmente sotto gli occhi.

Un finale alla Clint Eastwood, quasi aperto e mai banale. Alla fine non vince la giustizia come forma civile ma l’equità morale di fronte alla superficialità e l’egoismo umano. Una bella riflessione, che si sviluppa prettamente su poche scenografie, mantenendo però un alta qualità di inquadrature e riprese che sono tipiche ma che funzionano. Il semplice non sbaglia mai e sicuramente questo è uno degli aspetti della regia di Clint Eastwood. Nulla di eccentrico, regolato però dalla potenza psicologica della trama, non banale e quasi sempre coinvolgente.

Giurato numero 2: la costruzione meticolosa di Clint Eastwood

Dall’inizio fino alla fine, i dettagli e le procedure che il film attua sono spiegate e riportate meticolosamente su schermo. Infatti, fin dalla prima inquadratura ci viene mostrato quello che sarà il tormento e il dualismo che il protagonista dovrà affrontare, giustizia o famiglia, responsabilità o egoismo.

Dal principio il regista ci mostra il complicato apparato legislativo e giuridico americano. Che comporta la selezione dei dodici membri della giuria popolare. Intenta a giudicare e omettere il giudizio verso il caso dell’omicidio di Carter. Tutto sembra essere già deciso, ma il regista mette in ombra alcuni dettagli che i personaggi non vedono e automaticamente neanche lo spettatore, che senza spoiler e vie d’uscite scoprirà a colpi di flashback inseriti armoniosamente e in modo sensato nell’arco della trama.

Nicholas hoult è justin kemp in giurato numero 2

La scenografia di Abrams crea un’intercalare di emozioni che si fanno spazio in un climax ascendentale, che trasporta la certezza e la verità in un picco di dubbio e mistero. La riflessione infatti non sta sul vertice della decisione che il protagonista deve prendere, ma la coscienza della verità e il contesto giusto dove applicarlo.Poiché il caso è un fattore retrospettivo, ma comunque modificato e traslato dai nostri comportamenti.

Infatti il punto di vista cambierà, in questo caso come ti saresti aspettato, non è l’eroe che alla fine fa un passo indietro ma colui che dava per certo le proprie convinzioni. Non è il vissero per sempre felici e contenti, anche perché in questo caso sarebbe una strada non percorribile e anticonformista alla giustizia stessa. Non vince la resilienza umana e la sua bontà, ma l’egoismo e la superficialità che la imbevono fin da sempre. Infatti quella che busserà ancora una volta alla porta, sarà la giustizia.

Nicholas hoult e toni collette in giurato numero 2

Giurato numero 2: le curiosità dal set

Da una recente intervista, è stato riportato qualche retroscena e curiosità sul lavoro di Giurato numero 2. Il regista ha parlato della collaborazione con i due attori protagonisti; Nicholas Hoult e Toni Collette…

Sono stati entrambi dei grandi protagonisti. Nick è quello che penso sia una star del
cinema. Mi ha veramente impressionato. Ha dato al suo personaggio diverse sfaccettature nel film. Ho pensato che Toni Collette sarebbe stata fantastica nel ruolo del nostro procuratore. Ha una grande presenza scenica e ha dato davvero molto del suo al personaggio. Sono felice di averla scelta perché è una persona con cui volevo lavorare da tempo. È così versatile e si è rivelata perfetta per noi.

Nicholas hoult e clint eastwood in giurato numero 2

Sicuramente lavorare con una leggenda del cinema come Clint Eastwood non dove essere stato facile, infatti il protagonista Nicholas Hoult, che interpreta Justin Kemp ha raccontato:

La prima volta che ho sentito parlare di questo progetto, è stato in una mail del mio agente, che diceva: ‘Ehi, Clint Eastwood vorrebbe parlarti’. E io ho pensato: ‘L’hai mandata alla persona giusta? Cosa sta succedendo? E allora mi hanno detto: “Ci manderanno un copione e poi la prossima settimana, se hai tempo, potrai sentirlo al telefono, gli piacerebbe parlarne con te”. E io ho pensato: “Il vero Clint Eastwood? Stiamo parlando dello stesso Clint Eastwood? Come fa a sapere chi sono? Come è possibile? Ero davvero entusiasta di avere la possibilità di chiacchierare con lui.
Naturalmente, se Clint Eastwood mi dicesse: “Vuoi fare un film?”, la risposta è sì. A prescindere da tutto, sì.

Sulla sua esperienza di lavoro con Clint Eastwood…

Mi sono dato un pizzicotto ogni giorno, perché è davvero un’icona del cinema per i
personaggi che ha interpretato e per le interpretazioni che ha dato nel corso degli anni. Lo ammiro come attore per i tanti personaggi meravigliosi che ha portato sullo schermo. E poi anche come regista, per i film e le storie incredibili che ha raccontato. Mi sono sentito davvero fortunato a passare del tempo con lui e vedere come lavora. Solo per dare un’occhiata sotto il cofano e pensare:
“Oh, ok, questo è l’uomo che sta dietro a tutto questo”. E vedere quanto è calmo, quanto è gentile, il suo meraviglioso senso dell’umorismo.

L’attore ha rivelato anche l’emotività con il personaggio interpretato e le sue caratteristiche psicologiche:

Justin Kemp è un alcolista in via di guarigione. Frequenta gli Alcolisti Anonimi. Scrive per
una rivista regionale di lifestyle. Ha incontrato la sua compagna, Allison, interpretata da Zoey
Deutch, che è fantastica e dà al suo personaggio onestà ed emotività. Allison ha cambiato
completamente la sua vita e hanno un bambino in arrivo. Si è assunto la responsabilità del suo
passato, in cui commetteva errori, beveva troppo e non si assumeva la responsabilità di sé stesso.
Quindi, quando lo incontriamo in questa storia, ha cambiato vita. Poi viene scelto come giurato e,
mentre ascolta le argomentazioni della difesa e dell’accusa, si rende conto che avrebbe potuto essere lui. E ci sono momenti in cui pensi: ‘“Oh, questo è quanto successo al 100%, è stato lui”. Ma poi ci sono volte in cui pensi: “Ok, forse c’è una piccola possibilità in cui potrebbe non essere stato così, l’imputato potrebbe averlo fatto o forse lei si è sbagliata, oppure è successo qualcos’altro”. Non voglio dire che questa sia la verità della situazione, ma è una di quelle cose in cui, nel suo cervello, fa sempre ragionamenti, pensando sempre: “Qual è la mia responsabilità in questo? Che cosa ho fatto?”, ma anche: ‘C’è qualche speranza o possibilità che forse lo scenario peggiore non sia quello peggiore?’.

Sul perché il pubblico dovrebbe vedere “Giurato numero due” nelle sale…

Spero che le persone vedano questo film perché penso che ponga domande davvero
difficili, che le faranno pensare e parlare a lungo dopo aver lasciato il cinema, dicendo: “Cosa avrei
fatto io in quello scenario?”. Perché è molto facile, credo, dal punto di vista del giudizio, guardare
le cose e dire: “Beh, io avrei fatto così”. È la cosa giusta da fare”. Ma credo che questa sia una zona
grigia. Si può dire, realisticamente, qual è la cosa giusta, ma la realtà è che se si tratta di te e della
tua vita e della tua famiglia e tutto è in gioco, allora forse inizi a mettere in discussione certe cose e
a fare delle eccezioni. Penso che sia un grande racconto umano che terrà le persone con il fiato
sospeso, ma che darà loro anche molti spunti di riflessione.

L’attrice che affianca Hoult come consorte, Zoey Deutch, ha affermato che:

Non avrei potuto amare di più lavorare con Clint Eastwood. Non ero mai stata su un set più calmo
e confortevole. Si fida dei suoi attori e di come immaginano i personaggi. Sono grata per questa
opportunità irripetibile di imparare da un tale maestro del suo mestiere.” Su chi interpreta e cosa ha
trovato di intrigante nella storia di “Juror #2″… “Interpreto Allison Crewson, la moglie di Justin,
interpretato da Nick Hoult. Allison è al nono mese di gravidanza ad alto rischio. Ha avuto gravi
complicazioni in passato e si trovano in un momento davvero tenero e intenso della loro vita. Si
amano e vogliono solo che questo nuovo capitolo inizi in modo sano e sicuro quando questa nuova
informazione che Justin scopre minaccia la possibilità di questo futuro più luminoso per entrambi. Gran parte di questa storia è l’esame di cosa significhi moralità… Chi è “buono” e chi è “cattivo?”
Chi merita di essere punito e chi no? E come decidiamo queste cose?

Protagonisti del film sono, Nicholas Hoult (l’imminente Superman, The Menu), la candidata all’Oscar®, Toni Collette (l’imminente Mickey 17, Il 6° senso), il premio Oscar®, J.K. Simmons (Whiplash), Chris Messina (Air, Based on a True Story), Gabriel Basso (The Night Agent), Zoey Deutch (The Politician, Zombieland: Double Tap), Cedric Yarbrough (Unfrosted), Leslie Bibb (Palm Royale, Tag) Kiefer Sutherland (Designated Survivor, 24); del film fanno parte anche, Amy Aquino (Bosch) e Adrienne C. Moore (Orange Is the New Black).

Il premio Oscar® Eastwood, dirige da una sceneggiatura di Jonathan Abrams (Escape Plan). Il film è prodotto da Eastwood, Tim Moore, Jessica Meier, Adam Goodman e Matt Skiena, mentre i produttori esecutivi sono, David M. Bernstein, Ellen Goldsmith-Vein, Jeremy Bell. Il team principale di Eastwood include suoi collaboratori di lungo corso, come il direttore della fotografia Yves Bélanger, lo scenografo Ron Reiss, il montatore premio Oscar® Joel Cox (Unforgiven) e il montatore David Cox, la costumista candidata ai BAFTA, Deborah Hopper (Changeling); Mark Mancina è l’autore della colonna sonora.

Giurato Numero 2 sarà in sala a partire dal 14 novembre distribuito da Warner Bros.Pictures.

Giurato numero 2
Piacevole e intrigante 6.8
Trama 7.5 | 10
Regia 7 | 10
Scenografia 6 | 10
Sceneggiatura 7 | 10
Recitazione 6.5 | 10
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