Giù dal vivo è il documentario di Nazareno M. Nicoletti in concorso al 54° Karlovy Vary International Film Festival
Il documentario Giù dal vivo (titolo inglese Up to Down) è una produzione tutta napoletana in concorso al 54° Festival Internazionale del Cinema di Karlovy Vary in Repubblica Ceca. Il festival che ha luogo nell’omonima città termale e si svolge dal 28 giugno al 6 luglio è uno dei più prestigiosi e antichi festival cinematografici di tutto il mondo e conta oltre 200 film, 1200 professionisti da ogni parte del mondo, una platea di circa 150.000 spettatori, e star del calibro di Julianne Moore, Casey Affleck, Emma Thompson, Sergei Loznitsa.
Proprio nel corso del Festival, domenica 30 giugno, è stata proiettata la prima mondiale del film, al Cinema Cas. Scritto, diretto e montato dal giovane regista Nazareno Manuel Nicoletti, appena trentenne, Giù dal vivo è prodotto da Arci Movie, a cura di Antonio Borrelli e in associazione con Antonella Di Nocera per Parallelo 41 Produzioni ed è stato realizzato con il sostegno delle Regione Campania grazie ai fondi Poc Cultura 2014-2020 e con la collaborazione della Film Commission Regione Campania.
Dietro Giù dal vivo, vi è un lavoro lungo e meticoloso durato oltre due anni e mezzo e realizzato con un piccolo budget ma con il talento, la professionalità e la passione di tutte le persone che hanno preso parte al progetto: da Massimiliano Gallo, potente voce narrante nel film, a Marco Messina e Sacha Ricci che hanno curato la colonna sonora originale, da Giuseppe Riccardi come aiuto regia e suono in presa diretta, a Marco Saitta per il sound design, da Simona Infante per la color grading, a Maica Rotondo makeup designer, da Davide Ciaramella che ha realizzato l’artwork del film, a Maria Teresa Panariello che ha seguito l’organizzazione generale, sino a giungere a tutte le persone che hanno contribuito.
Per Arci Movie, storica associazione di Ponticelli, dal 1990 impegnata con il cineforum, le tante rassegne e le arene estive, nella promozione capillare su Napoli e provincia della cultura cinematografica, si tratta di un altro importante tassello legato al campo della produzione cinematografica, che segue innanzitutto un’attività ventennale di piccole produzioni realizzate con gli istituti scolastici. Giù dal vivo si pone, poi, in continuità con gli ultimi cinque anni di produzioni provenienti dal progetto Filmap – Atelier di Cinema del Reale, grazie al quale documentari e cortometraggi diretti da giovani filmmaker hanno ottenuto notevoli riscontri in festival cinematografici nazionali ed internazionali, tutte opere realizzate insieme a Parallelo 41, che ora ha in produzione il primo lungometraggio di finzione, Rosa, Pietra e Stella di Marcello Sannino e che continua il percorso cominciato nel 2002 con l’idea di valorizzare talenti giovani e contenuti indipendenti negli audiovisivi e del cinema del reale.
Il regista Nazareno Manuel Nicoletti, dopo essere stato assistente volontario alla regia di Susanne Bier per il film Love is all you need e aver frequentato il corso di Reportage Cinematografico del Centro Sperimentale di Cinematografia dell’Aquila, col suo primo lungometraggio documentario Moj Brate – Mio fratello del 2015 era stato in concorso al Festival di Locarno nel 2015 nella sezione Cineasti del presente. Giù dal vivo è la sua opera seconda, un progetto completamente ambientato nel cuore di Napoli est, con alcune riprese effettuate anche a Milano e a Dortmund. In una periferia in cui ci sono palazzoni, insiemi di case popolari, progetti pubblici mai attivati, centri diurni, strutture socio-psichiatriche, si svolgono le vite di tre persone ai margini della società, ognuno dei quali è alla ricerca di qualcosa senza sapere bene cosa in una dimensione sospesa tra realtà e sogno: un uomo con la sua voglia di andare altrove, una ragazza e il suo rientro a casa, e un pugile mascherato chiuso nella sua stanza che osserva gli altri personaggi attraverso la sua TV. Sguardi e vite che si toccano, sogni che si incrociano con allucinazioni e si dissolvono, tornando al punto di partenza, o forse no.
La selezione ufficiale di Giù dal vivo al Festival di Karlovy Vary nella sezione Documentari Internazionali, rappresenta doppiamente un successo perché il documentario napoletano è l’unico titolo italiano in competizione degli 8 film nostrani selezionati dal Festival, tra cui Il traditore di Marco Bellocchio, Tommaso di Abel Ferrara, Che cosa fare quando il mondo è in fiamme? di Roberto Minervini, che saranno presenti al Festival in una delegazione guidata da FilmItalia dell’Istituto Luce Cinecittà. Testimonianza di quanto un cinema frutto di idee e talento, possa ambire a varcare i confini nazionali e a parlare al mondo in un momento storico in cui si rischia, invece, di restare avvinghiati, artisticamente e non, all’interno dei propri confini nazionali. Già lo scorso anno il film, allora in piena fase di sviluppo ottenne un importante riconoscimento al 49° Visions du Réel di Nyon in Svizzera, uno dei più importanti festival internazionali di cinema del reale, vincendo il premio come Miglior Progetto al Rough Cut Lab.
Dopo la proiezione di domenica e quella di lunedì 1 luglio alle 17.00 al Cinema Drahomira con un Q&A insieme al regista, Giù dal vivo sarà proiettato ancora Mercoledì 3 luglio alle 9 al Cinema B dell’Hotel Termal. Interverranno al Festival il regista Nazareno M. Nicoletti e i produttori Antonio Borrelli e Antonella Di Nocera.
NOTE DI REGIA
‘Tre anni fa avevo tutte altre idee, in quel periodo Giù dal vivo aveva un altro titolo, avevo individuato altri protagonisti, le storie avevano un altro fuoco. Avevo iniziato con dei laboratori di cinema e fotografia dentro Ponticelli, in un Centro Diurno della Salute Mentale. Ed ogni mattina passavo tra San Giovanni, il Lotto Zero, le case popolari. Stavo cercando qualcosa. Ma non volevo parlare dei matti, almeno così come li conoscevo. Di letteratura, cinema, televisione ce n’è già troppa. Volevo che la realtà tradisse le mie aspettative, volevo sorprendermi nel trovare qualcosa di diverso da ciò che già sapevo. Ho incontrato i miei protagonisti ed ho iniziato a girare, lasciandomi guidare dai loro desideri, dal mio istinto. Poi durante la lavorazione ho capito che il film diventava qualcos’altro, di molto più complesso. Ho lasciato entrare tutto quello che potevo. Il film parlava delle periferie. Ci sono Napoli, Milano, perfino Dortmund. Ma sembrano tutte la stessa città. Perché uno crede che basti fotografare questi spazi per spiegare tutto, la misera, il dolore, eppure per me c’è qualcosa di misterioso. A ogni angolo di strada ti dici che il prossimo svincolo è la via d’uscita, eppure le strade ti soffocano, e ti riportano sempre al punto di partenza. Come un labirinto. Ma a conti fatti credo che nel film si parli solo di noi stessi. Oggi posso dire che Giù dal vivo racconta un’ossessione. Forse una mia ossessione. Ed è un po’ come lo scorrere del tempo. Come nella quotidianità dei miei protagonisti. Ci si ritrova nel presente, a galleggiare. Si va avanti e indietro, come se nulla possa interferire. Come se tutto fosse un falso movimento‘ – Nazareno M. Nicoletti
NOTA DI PRODUZIONE
‘La selezione al Festival Internazionale del Cinema di Karlovy Vary è la chiusura di un cerchio di oltre due anni di lavorazione che Nazareno ha condotto con grande passione e raro talento e che è diventato realtà grazie alla partecipazione di tante persone e di tanti professionisti che hanno dato tutti un contributo fondamentale, dimostrando ancora una volta come le energie e le risorse napoletane siano in grado di superare ogni ostacolo. Giù dal vivo è stata una avventura coraggiosa, un pezzo di cinema del reale nato con la voglia di partire dai margini, senza retorica e senza oleografia, ma con la bussola orientata al rispetto della delicatezza di situazioni di vita complicate e problematiche, e, al tempo stesso, rivolta ad una sperimentazione cinematografica ambiziosa e intraprendente. Alla fine gli sforzi di tutti hanno trovato la magnifica ribalta internazionale di un festival estremamente quotato che fa parte della serie A dei festival mondiali di cinema, una categoria che comprende Cannes, Venezia, Berlino, Locarno e Toronto. Questo ripaga tutto il sacrificio fatto e il ringraziamento non può che andare innanzitutto alle persone che hanno accettato di essere nel film, aprendoci la porta sulle proprie fragili esistenze, a tutti quelli che hanno creduto che questa impresa fosse possibile e alla struttura produttiva guidata da Arci Movie insieme a Parallelo 41, a cui si aggiungono il sostegno della Regione Campania e la collaborazione della Film Commission.‘ – Antonio Borrelli