Sharon Tate è stata molto più che un’attrice, le sue vicissitudini, ancor più che la sua carriera, l’hanno trasformata in un vero e proprio simbolo. Ripercorriamo la vita di questa splendida texana, in omaggio alla persona che era e in ricordo del triste destino che ne ha spezzato l’esistenza nel momento in cui la sua stella brillava di più.
Nata a Dallas il 24 gennaio del 1943, Sharon Tate era figlia di un colonnello dell’esercito, Paul James Tate, e di Doris Gwendolyn Willett, era la maggiore di tre figlie e con le due sorelle, Debra e Patty, visse in moltissime città del mondo, a causa degli spostamenti legati alla carriera militare del padre.
A soli sei anni, complice la particolare e innegabile dolcezza e bellezza dei tratti fisionomici, vinse il titolo di Miss Tiny Tot of Dallas Pageant seguito, nel 1959, dalla vittoria al concorso di Miss Richland, Washington. Ma l’anno successivo, pronta a intraprendere gli studi in psichiatria, fu costretta a trasferirsi con tutta la famiglia e lasciò gli Stati Uniti, rinunciando al concorso di Miss Washington.
Era dunque il 1960 quando Sharon Tate venne ad abitare in Italia, a Verona. Nel nostro paese, la giovane riscosse un grande successo a seguito di un servizio fotografico da copertina per la rivista militare Stars and Stripes e prese a interessarsi al cinema. Questa nuova fase della sua vita la aiutò a superare i problemi di timidezza ed introversione che le rendevano difficile la socializzazione ed iniziò a coltivare amicizie profonde ed importanti.
24La carriera di Sharon iniziò quasi per caso, mentre era con alcune amiche per seguire le riprese del film Le avventure di un giovane, con Paul Newman, Susan Strasberg e Richard Beymer. Sul set, lei e le sue amiche riuscirono a farsi scegliere come comparse e Beymer incoraggiò la bella Sharon a continuare con il cinema e le procurò prima un lavoro per il cantante Pat Boone e poi un ruolo in uno speciale per la TV.
Partecipò, come comparsa, anche al film Barabba e appena un anno dopo fece ritorno negli Stati Uniti dove si trasferì a Los Angeles e non perse tempo. Fu assunta con un contratto di ben sette anni dalla Filmways productions che le valse partecipazioni in diverse serie TV, come Mister Ed, il mulo parlante e The Beverly Hillbillies e sul grande schermo, nel film Tempo di guerra, tempo d’amore e Castelli di sabbia.
Nel 1965 ottenne il primo ruolo importante nel film Cerimonia per un delitto, con David Niven, Deborah Kerr, Donald Pleasence e David Hemmings girato in Inghilterra e in Francia, dove Sharon prese a frequentare le discoteche e gli ambienti di alta moda.
Galeotto fu il periodo trascorso in Europa, perché è qui che Sharon Tate incontrò Roman Polański, giovane regista che che stava lavorando al film Per favore, non mordermi sul collo! (titolo originale: Dance of the Vampires). L’incontro fu provvidenziale, oltre che esaltante per entrambi, perché Sharon fu istantaneamente affascinata da Roman e dal suo viso pulito e lui, dal canto suo, la preferì all’attrice Jill St. John per il ruolo da protagonista nel film.
Nel 1967, Sharon Tate girò un “beach movie” intitolato Piano, piano non t’agitare! (titolo originale: Don’t make waves) al fianco di Tony Curtis e Claudia Cardinale. Del film, che non riscosse il successo sperato, ho trovato il trailer originale. E’ davvero come fare un tuffo nel passato:
https://www.youtube.com/watch?v=EFIrZMTOLwE
Missione compiuta stop. Bacioni Matt Helm, è una commedia per la quale Sharon ottenne un successo incredibile, la critica la travolse di complimenti e di ottime valutazioni in merito alle sue capacità comiche. La donna studiò assiduamente per il ruolo ed assunse Bruce Lee pagandolo 11.000 dollari, perché la allenasse e la aiutasse ad interpretare il suo personaggio al meglio.
Ricevette anche una nomination ai Golden Globes nella categoria Attrice rivelazione dell’anno per la sua interpretazione in La valle delle bambole. Ma il successo ottenuto le fece scoprire le sue naturali doti di intrattenitrice ed interprete comica, per cui Sharon iniziò a scegliere esclusivamente ruoli di questo genere e decise di recitare con Orson Welles e Vittorio Gassman in Una su 13 e volò nuovamente in Italia, stavolta a Roma, per le riprese.
https://www.youtube.com/watch?v=q0zO2fYEFUg
E questo è, tristemente, l’ultimo film con Sharon Tate. Un giornalista, nel corso di un’intervista, domandò a Sharon se credesse nel destino, la sua risposta fu:
Certo. Tutta la mia vita è stata decisa dal destino. Penso che qualcosa di più potente di noi decida i nostri destini per noi. So una cosa, non ho mai pianificato niente di ciò che mi è successo
Il beffardo destino di Sharon Tate
Al termine delle riprese, mentre Polanski rimase in Inghilterra per la promozione di Rosemary’s Baby (per il quale, ironia della sorte, al posto di Sharon nel ruolo da protagonista, fu scelta Mia Farrow) lei fece ritorno a Los Angeles, nella casa di Bel Air, al 10050 di Cielo Drive a bordo del transatlantico Queen Elizabeth 2. Roman sarebbe dovuto tornare il 12 agosto, per non perdersi la nascita del loro bambino.
Vita Privata:
Sharon Tate, a Los Angeles, conobbe l’attore francese Philippe Forquet ed ebbe con lui una difficile relazione sentimentale, ma la prima storia seria può considerarsi quella con Jay Sebring, un noto parrucchiere di Hollywood con un passato da marinaio. I due si amarono molto, ma la loro relazione divenne più un rapporto tra fratelli e quando lui le chiese di sposarlo, lei rifiutò e, poco dopo aver fatto la conoscenza di Roman Polanski, ruppe con lui. Sharon e Roman si sposarono nel quartiere di Chelsea, a Londra, il 20 gennaio 1968, ed andarono a vivere nell’elegante quartiere di Belgravia. Il fotografo Peter Evans, li descrisse come ‘la coppia imperfetta. Cool, nomadi, di talento e scioccanti’.
I coniugi Polanski, dunque, tornarono a Los Angeles e la loro vita divenne un’intensa frequentazione di party ai quali si avvicendavano i personaggi di maggior successo dell’industria cinematografica: Steve McQueen, Warren Beatty, Mia Farrow, Peter Sellers, Jacqueline Bisset, Joan Collins, Peter Fonda, Kirk Douglas.
Jay Sebring non abbandonò mai Sharon e strinse anzi una bella amicizia con Roman, tant’è che i tre sconvolsero Hollywood nel presentarsi spesso tutti insieme alle occasioni mondane. Verso la fine del 1968, al culmine della sua carriera, Sharon Tate rimase incinta e il 15 febbraio 1969 si trasferì con il marito nella splendida villa di Bel Air, al 10050 di Cielo Drive.
La gravidanza rese Sharon ancora più bella e solare, era innamorata dell’idea di diventare madre e prese a dedicarsi mente e corpo al nascituro, un maschio. Lei e Roman avevano già scelto il nome del bambino quando la follia omicida di Charles Manson si abbatté sulla casa di Cielo Drive.
Questa è l’ultima immagine di Sharon Tate e Jay, risale alla mattina dell’8 agosto 1969, mancavano due settimane al parto e lei, fiera del suo pancione, si stava facendo fotografare in giardino da Jay. Qualche ora dopo, i due in compagnia di due amici: Abigail Folger e Wojciech Frykowski furono massacrati da quattro membri della setta guidata da Charles Manson e la favola di Sharon Tate si interruppe. Brutalmente. Ingiustamente. Sharon, che lottò strenuamente per salvare il suo bambino e non se stessa, è sepolta nel cimitero di Holy Cross, a Culver City, in California, con Paul Richard, suo figlio, tra le braccia.
Conosco la storia di Sharon Tate dall’estate 1985. Avevo quasi 14 anni e rimasi così colpita dalla sua triste fine che non riuscivo a levarmela dalla testa. Nel tempo mi sono interessata alla sua breve ma intensa vita, ai suoi film, alle sue interviste. Da molti anni ormai non c’è 8/9 agosto che io non pensi a lei…
Grazie per il tuo commento, sincero ed emozionale. Spero di averle reso giustizia nel mio piccolo, anch’io ho sempre trovato sconvolgente la storia di quella notte e nonostante sia trascorso tanto tempo, sono sempre più convinta che Sharon avrebbe dato ancora tanto al cinema
Quando ero piccola ho letto la sua storia su una rivista. Mi era rimasta impressa… Il suo bellissimo volto e la sua carriera spero siano ricordati più della sua tragica fine. Sono sicura che tutti la amano ancora e la ricordano.
Grazie Simona, anche io sono sempre stata colpita dalla vita di Sharon…troppo breve e troppo tragica per una persona così dolce e buona. Non sarà dimenticata