Dal 29 ottobre al 18 novembre torna l’appuntamento delle Giornate del Cinema Muto a Parigi grazie alla partnership con la Fondation Jérôme Seydoux-Pathé, che propone nella capitale francese “Le Giornate del Cinema Muto, sélection du festival de Pordenone 2025”: diciotto film, di cui 12 lungometraggi e 6 cortometraggi, tra quelli passati poche settimane fa nel corso della 44a edizione del festival sullo schermo del Teatro Verdi, saranno presentati, sempre con accompagnamento musicale dal vivo, nella sala della Fondazione in Avenue des Gobelins, vicino a Place d’Italie.

Gli spettacoli in programma saranno 14 per un totale di 28 appuntamenti, poiché ogni spettacolo sarà trasmesso due volte. Jay Weissberg, il direttore delle Giornate del Cinema Muto, ha curato la selezione insieme alla Fondation Seydoux-Pathé e sarà a Parigi dal 6 al 12 novembre per introdurre alcune proiezioni; volerà poi in Estonia per intervenire, al Film Museum di Tallin, a una tavola rotonda sulla programmazione dei film d’archivio organizzata nell’ambito della decima edizione della Conferenza sulla storia del cinema nella regione del Mar Baltico.
I film protagonisti della nuova edizione delle Giornate del Cinema Muto a Parigi
Otto su tredici sezioni delle Giornate del Cinema Muto 2025 sono rappresentate a Parigi sia con le ultime entusiasmanti riscoperte del festival sia con capolavori dimenticati riportati in vita grazie a nuovi restauri: fra le prime rientrano indubbiamente L’innamorata, L’ombra e La piccola parrocchia, di cui è protagonista la grande attrice Italia Almirante Manzini, a cui le Giornate dedicheranno un altro capitolo nel 2026, quando ricorreranno gli 85 anni dalla sua scomparsa.

Il programma della Fondation Seydoux-Pathé si apre e si chiude con lo spettacolare Die Dame mit der Maske (Il paese dello scandalo, 1928) di Wilhelm Thiele; sarà previsto anche il titolo che ha inaugurato le Giornate del Cinema Muto con i suoi splendidi colori, il restaurato Cirano di Bergerac (1922-1923) di Augusto Genina (del regista italiano si vedrà anche Il siluramento dell’Oceania), e quello che ha chiuso il festival, Our Hospitality (Accidenti… che ospitalità!, 1923) di Buster Keaton e Jack Blystone.
Fra gli altri lungometraggi, oltre ai tre con Italia Almirante Manzini, le Giornate del Cinema Muto ospiteranno lo splendido The Man Who Came Back (La rinascita, 1924) di Emmett Flynn, inserito anche nel programma del Festival des Fiertés, festival delle culture e identità LGBTQIA+, il capolavoro del regista cinese Richard Poh Love and Duty (1931) con la leggendaria Ruan Lingyu e il film per ragazzi realizzato in Ucraina nel 1929 Pryhody Poltynnyka (Le avventure di una moneta da mezzo rublo) di Axel Lundin.

Un altro film italiano presente sarà La gerla di papà Martin (1923) di Mario Bonnard, tratto dalla pièce francese Les Crochets du Père Martin. Fra i cortometraggi viene riproposta la sinfonia urbana su Kharkiv, Narysy radianskoho mista (Scene di una città sovietica, 1929) di Dmytro Dalskyi insieme a La Capitale du Brésil (1931-32), su una Rio de Janeiro profondamente diversa dalla metropoli odierna, e quattro fra i titoli della retrospettiva sull’avanguardia belga. Per info e calendario proiezioni delle Giornate del Cinema Muto clicca il seguente link: https://www.fondation-jeromeseydoux-pathe.com/event/3032
