Gino Strada era Venezia in occasione della proiezione di Beyond the Beach: The Hell and the Hope di Graeme A. Scott e Buddy Squires, un documentario sul lavoro delle ONG
Ci sono due italie, una tronfia e pomposa che risale al ventennio, quella dell’Italia patria di poeti, santi e navigatori; l’altra, forse proprio per reazione alla retorica fascista, che denigra il nostro paese, senza motivo. Come spesso accade, la virtù dovrebbe stare nel mezzo: ci sono tanti italiani esecrabili, e non ne facciamo i nomi, e tanti italiani degni e, visto che se ne parla bene, facciamo qualche nome: Dante, Leonardo, Michelangelo, Vivaldi, Verdi, Eduardo De Filippo, Pertini. Gino Strada è uno di loro.
Gino Strada, si sa, ma lo ricordiamo lo stesso, è il fondatore di Emergency, e con questo ho già detto tutto. Riportiamo, quindi, senz’altro le dichiarazioni che ha fatto al Lido durante la presentazione del documentario Beyond the Beach: The Hell and the Hope, inserito nella sezione “sconfini” della Mostra che, come già detto, tratta del lavoro che effettuano le ONG e delle migrazioni. Ovviamente Strada ha sconfinato parlando anche della situazione sociale attuale; parole che riportiamo e che sottoscriviamo: “Stiamo vivendo un periodo molto difficile, in 70 anni non mi ricordo di aver visto un altro momento con così tanto odio sociale, disprezzo per chi sta sotto. C’è tanta rabbia e cattiveria, ma sono convinto che ci siano grossi margini di recupero”. E sulla situazione politica italiana: “Quando leggo i sondaggi non credo a certi numeri. Non penso l’Italia vada dietro a Salvini, non dimentichiamoci che viviamo un periodo di fake news e il seguito del salvinismo secondo me è pompato, soprattutto sulla rete. Non sono ottimista dal punto di vista politico, perché non credo cambierà moltissimo con nuovo governo. Però penso che l’Italia sia spontaneamente solidale. Gli odiatori sono una minoranza rumorosa”.