Generazione 56k
Regia: Francesco Ebbasta e Alessio Maria Federici; Soggetto e Sceneggiatura: Francesco “Ebbasta” Capaldo, Costanza Durante, Laura Grimaldi e Davide Orsini; produttore esecutivo: Emanuele Savoini; musiche: Michele Braga; fotografia: Francesco Di Giacomo; casting: Davide Orsini; costumi: Sara Casani; Scenografia: Francesca Casciello; Presa diretta: Elisabetta Zanini; montaggio: Gianluca Scarlata, Valentina Girodo, Christian Lombardi; cast: Angelo Spagnoletti, Cristina Cappelli, Gianluca Fru, Fabio Balsamo, Alfredo Cerrone, Egidio Mercurio; produzione: Cattleya e The Jackal gruppo Ciaopeople; Distribuzione: Netflix; origine: ITALIA – 2021.
Sinossi ufficiale
Al centro della storia Daniel e Matilda, che si conoscono da giovanissimi e s’innamorano da adulti, e che, insieme agli amici di sempre, Luca e Sandro, sono il simbolo di una generazione, quella del modem 56K appunto, travolta dall’arrivo di internet alle soglie dell’adolescenza. Daniel e Matilda vivono una relazione che rivoluzionerà il loro mondo e li costringerà a fare i conti con il passato e quella parte più pura e vera di se stessi che, in modi opposti, hanno dimenticato. Tutti gli episodi della serie intrecciano costantemente due linee temporali, due punti di vista, due fasi della stessa storia d’amore e di amicizia che parte nel 1998 e continua fino ai giorni nostri.
Che Generazione 56k fosse un buon prodotto, lo avrei affermato senza dubbio già prima di vederla e non soltanto per la partecipazione di alcuni membri dei The Jackal (che apprezzo e seguo da tempo), ma dal titolo. Eh si, perché se sono sempre vere tutte quelle sagge massime sull’ingannevolezza dell’apparenza del tipo che “un libro non va giudicato dalla copertina” e via discorrendo, è anche vero che la generazione della connessione a 56k è una generazione fighissima, senza se e senza ma! (Dopotutto…è la mia).
Nella meravigliosa e suggestiva cornice dell’isola di Procida ha inizio quella che non definirei una storia d’amore, ma una storia sull’amore ed intendo un amore per le radici, per i ricordi, per la famiglia, per gli amici, per le passioni che ci hanno fatto crescere, per i segreti e i litigi, per i desideri e le aspirazioni.
Perché Generazione 56k, al netto del racconto della tenera amicizia tra Daniel e Matilda, è un omaggio agli affetti veri, al ritorno alle origini per ripartire più consapevoli, maturi e determinati. E’ una raffinata e classica compilation di ricordi per tutti i trentenni di oggi.
Gli amici rappresentano non soltanto il sostegno ed il supporto morale dei protagonisti, ma anche la sfumatura caratteriale che a loro manca, perché si riveleranno essenziali per scuotere l’indecisione e l’esitazione di Daniel e Matilda, chi con un gesto un po’ maldestro, ma decisivo e chi con qualche provocazione più sfrontata e consigli ben piazzati.
Nulla è lasciato al caso, compresa la scelta di un antieroe (Enea, interpretato da Sebastiano Kiniger) che proprio non si riesce a detestare, in completa aderenza con quanto accade nella realtà, che rende ancora più difficile superare l’esitazione e le paure che si frappongono tra noi e le nostre scelte.
Il successo di Generazione 56k è garantito anche e soprattutto da attori di talento. Gli interpreti sono davvero bravi, ciascuno perfetto nel proprio ruolo, è evidente si tratti di professionisti che hanno lavorato sui personaggi e che hanno studiato.