Meno due alla fine. Sconfitti gli estranei, non si è sconfitta però la tirannia che ancora incombe sui Sette Regni e che, a seconda dei punti di vista, dimora a Sud o marcia da Nord.
Ancora non mi capacito del fatto che stiamo per dire addio a Game Of Thrones, eppure tra due settimane sarà tutto finito. Che sarebbero piovute polemiche e critiche da ogni fronte era certo e che probabilmente gli episodi non avrebbero accontentato tutti, era ovvio. Ma al netto di ogni considerazione personale e di ogni valutazione relativamente alla trama, una cosa è certa: i colpi di scena e i brutali distacchi stanno fioccando. Non ci aspettavamo certo una versione improvvisamente edulcorata della serie che ci ha abituato a massacri e addii inaspettati, però in questo quarto episodio, ci sono state separazioni che avrebbero meritato un pizzico di pathos in più. E magari non avrebbe guastato una maggiore accuratezza. Ma, come sempre, andiamo per gradi.
A Grande Inverno sono stati allestiti altari di legno con le vittime della battaglia, Jon le onora con un toccante tributo su come il loro sacrificio abbia mutato per sempre le sorti dei regni e li abbia sostanzialmente salvati da una tremenda fine. Daenerys saluta Sir Jorah Mormont per l’ultima volta con un gentile bacio sulla fronte e Sansa piange Theon a cui dona il simbolo degli Stark per sottolinearne il legame con la famiglia dei lupi.
Dati alle fiamme i corpi degli eroici cavalieri caduti, è il momento di festeggiare davanti ad un lauto banchetto e di lenire gli animi con dosi di lussuria. Gendry cerca Arya smaniosamente, ma nessuno l’ha vista e invece della ragazza “trova” uno speciale riconoscimento: Daenerys lo nomina ufficialmente discendente della casa Baratheon in quanto legittimo figlio di Re Robert. Il generoso gesto, che nasconde un evidente interesse nella fedeltà del giovane alla casa Targaryen, infastidisce Sansa che coglie in tutti i comportamenti della madre dei draghi, a ragione, una tattica ben precisa. Brienne, Tyrion, Podrick e Jaime fanno un gioco alcolico per il quale, a turno, indovinano un dettaglio del passato di uno di loro e se ci riescono, il “malcapitato” butta giù un calice di vino. Così Tyrion, per far bere Brienne tenta di farle ammettere di non essere mai stata carnalmente con nessuno. La donna glissa e lascia la stanza seguita a ruota da un alticcio Jaime che ormai totalmente rapito dal neo cavaliere, la seduce e si lascia sedurre.
Gendry sorprende Arya ad allenarsi e preso dall’entusiasmo per la nuova investitura, dichiara il proprio amore alla ragazza e le chiede di sposarlo. Arya lo bacia riconoscente, ma proprio come aveva detto al padre da bambina, non ha alcuna intenzione di diventare una Lady, e declina l’offerta rivolgendo a Gendry quello che sembra essere un definitivo saluto.
E siccome Game Of Thrones ci ha abituati bene, vuoi che Jon e Daenerys non si facciano un pò di coccole? I due condividono un momento di tenerezza che viene immediatamente interrotto, ma non tanto dal fatto che siano imparentati quanto dalla paura di Dany che Jon sia legittimato a sedere sul trono di spade, non soltanto per discendenza, ma soprattutto per l’approvazione e la cieca fiducia di cui quest’ultimo gode. Il neo Targaryen le garantisce di non voler regnare sui Sette Regni, ma non può garantirle di non dire a nessun altro la verità sulle sue origini, Sansa ed Arya meritano di sapere la verità.
‘Abbiamo vinto la grande guerra, ora vinceremo anche l’ultima‘ annuncia sicura Daenerys mentre si studia la tattica migliore per attaccare Cersei. Purtroppo, però, la bella nata dalla tempesta non ascolta le ragionevoli obiezioni di Sansa e decide di muovere al più presto verso Approdo del Re, convinta che a ciò che resta dell’esercito non serva riposare e che i suoi draghi basteranno a sconfiggere l’algida regina dei Sette Regni. Jon non discute, e non perché sia d’accordo con Dany, ma per dimostrarle di non voler insidiare il suo trono. Ciononostante, al termine, Sansa ed Arya trattengono Jon e riuniscono ciò che resta del clan Stark presso l’ormai frequentatissimo Albero Diga, dove Bran rivela le origini di Jon alle sorelle. Arya però non ha tempo da perdere e parte in solitaria, seguita dal Mastino che ha avuto la sua stessa idea ed i due condividono il viaggio come anni addietro. E’ bello vederli insieme.
Cersei intanto attende lo scontro più in forma che mai, con un fedele Euron a cui annuncia (forse mentendo spudoratamente) una lieta gravidanza, quel tanto che basta a fomentarlo ancora di più e a Grande Inverno giunge, ancora una volta, il momento dei saluti: Jon saluta Thormund e gli affida Spettro che di certo soffrirebbe con il clima fin troppo temperato del Sud, ma l’addio è quasi troppo rapido ed è davvero deludente non vedere il Re del Nord quantomeno abbracciare l’adorato e fedele metalupo con cui è cresciuto fin dal primissimo episodio di Game Of Thrones. Più soddisfacente ed emozionante è invece il saluto tra Jon e Sam nel corso del quale si apprende che Gilly è di nuovo incinta.
Irragionevolmente, apparendo dal nulla e senza che nessuno tenti di fermarlo (la sicurezza di Winterfell lascia molto a desiderare) Bronn giunge a Grande Inverno a turbare la serenità di Tyrion e Jaime. L’uomo rivela il compito affidatogli da Cersei e la ricompensa promessa. Determinato a non restare a mani vuote, Bronn si rivela il bastardo arrivista che è sempre stato e si convince a risparmiare entrambi solo dietro la promessa di ottenere Alto Giardino.
Giungiamo quindi all’addio più difficile da interpretare e peggio realizzato: quello tra Jaime e Brienne. Lo sterminatore di re tenta di defilarsi in piena notte, ma Brienne lo intercetta e tenta di convincerlo a restare. Jaime forse sconvolto dalla visita di Bronn, forse divorato dai sensi di colpa, le ricorda quanto sia stato spietato e quanto orribili siano le cose che ha fatto in passato per amore di Cersei. Vuole fermarla personalmente, lui che sa meglio di chiunque quanto possa essere terrificante, lui che è stato terrificante a propria volta. Jaime esce di scena troppo rapidamente e le lacrime di Brienne fanno male, ma c’è da scommettere che non esiterà a seguire l’uomo di cui è ormai perdutamente innamorata.
Tyrion, in viaggio con Varys verso Approdo del Re, condivide con lui il segreto di Jon Snow, appreso da Sansa prima della partenza e questo significa che ora tutti i Sette Regni verranno a saperlo e, scherzi a parte, che nei due sta maturando l’idea di impedire a Daenerys, a cui il potere sta decisamente dando alla testa, l’ascesa al trono a beneficio di un ben più cauto, saggio e “democratico” Jon.
Ma nonostante le navi di Daenerys veleggino fiere verso King’s Landing, con i vessilli Targaryen bene in mostra, la Compagnia Dorata è stranamente già in agguato, che qualcuno abbia avvisato Cersei dell’arrivo della madre dei draghi?
Fatto sta, che ad un tratto veniamo sorpresi da una morte inaspettata! In meno di due minuti, Rhaegal viene abbattuto dalla gigantesca balestra ammazza-draghi di cui Cersei è sempre andata tanto fiera, montata sull’ammiraglia di Euron. Neanche il tempo di processare la cosa, che la flotta di Daenerys finisce in fondo al mare e Missandei viene rapita.
Una furente e vendicativa Daenerys accetta di percorrere una strada più diplomatica di quella che le suggerirebbe l’istinto e propone a Cersei di arrendersi e risolvere il conflitto senza spargimenti di sangue, o meglio, senza barbecue. Cersei, dal canto suo, invita la bella Targaryen alla resa promettendo di lasciare Missandei libera solo in quel caso. Tyrion rincara la dose pregando la sorella di guardare dentro sé, di proteggere almeno la creatura che porta in grembo, evitando la guerra. Cersei però non ascolta ragioni e ordina alla Montagna di uccidere Missandei i cui sogni di vivere felice con Verme Grigio a Naath, vengono spazzati via come la sua testa. Prima di essere giustiziata, la bellissima consigliera di Daenerys, pronuncia le sue ultime parole: ‘Dracarys‘.
Guerra sia!
A te il quarto episodio è piaciuto? Ti lascio il promo della prossima puntata!
https://www.youtube.com/watch?v=kbMFMi_T1Ik
Questo quarto episodio ha inserito degli elementi interessanti ( tra tutti la deriva folle che sta prendendo Daenerys) ma vediamo ancora meglio come l’aumento di pubblico abbia portato alla “censura” di alcune scene. La morte di Missandei per esempio la vediamo da lontano e fuori fuoco, quando le prime stagioni di GoT ci ha abituato a decapitazioni in primissimo piano.
Concordo e sottoscrivo, hanno edulcorato le scene di sesso e quelle cruente modificando un po’ la natura stessa dello show che comunque shockava ad ogni episodio. Vedremo il seguito!