Dopo Stan Lee, l’autore di fumetti più ricercato dal cinema è Alan Moore. Per quanto Stan sia nel cuore di tutti, quindi anche nel mio, fra gli autori di storie disegnate ci sono almeno altri sette scrittori che gli preferisco. Li elenco a partire dal settimo: Frank Miller, Will Eisner, Neil Gaiman, Mike Mignola, Art Spiegelman, Hugo Pratt dai cui fumetti, incredibilmente, non sono stati tratti film ma solo cartoni animati (assieme a Eisner, Pratt è anche disegnatore delle proprie storie), e Alan Moore, il più grande di tutti. Alan Moore è il più grande di tutti per lo stesso motivo per cui Stanley Kubrick è il regista più grande o Tom Waits il più grande musicista: questione di affinità, non voglio sminuire nessuno. Vorrei, quindi, fare un confronto fra i graphic novel di Moore e la loro realizzazione cinematografica. Iniziamo con From Hell, per poi passare a V per Vendetta e Watchmen fino ad arrivare a La lega degli straordinari Gentlemen.
From Hell
From Hell è il primo film realizzato dalle opere di Moore; appartiene al cosiddetto “primo periodo indie”, quindi alla piena maturità artistica di Alan Moore. From Hell, per i pochi che non lo sanno, è una delle molte ipotesi sui delitti di Whitechapel, avvenuti nel 1888, commessi da colui che è rimasto negli annali del crimine come Jack the Ripper, Jack lo Squartatore. Secondo questa congettura, il nipote della regina Vittoria, Alberto Vittorio Cristiano Edoardo di Sassonia-Coburgo-Gotha, Duca di Clarence e Avondale, che per noi sarà, da ora, il principe Eddy, ha una figlia da una ex prostituta, Annie, e, addirittura, la sposa in segreto. Messa al corrente, la regina chiede a sir William Gull, medico reale e membro della massoneria, di sistemare la cose e questi fa rapire Annie, la lobotomizza e la richiude in manicomio, mentre la bambina, nel fumetto, viene affidata ai nonni materni, rimane in braccio a Mary Kelly, altra prostituta amica di Annie, nel film, che poi è costretta a piazzarla in un orfanatrofio. Mary Kelly mette al corrente della cosa altre quattro prostituite e decide di ricattare il pittore Walter Sickert, sedicente fratello del principe Eddy. Anche questo arriva alle orecchie di Vittoria che chiede di nuovo a Gull di risolvere la questione e questi la risolve squartando le cinque povere ragazze, con un complesso rituale massonico. Nel film Mary Kelly la scampa, perché a casa sua c’era un’altra donna, e passa il resto della vita in Irlanda, accudendo la infanta, dopo averla prelevata dall’orfanatrofio.
Per ciò che attiene le numerose versioni stampate del fumetto, consiglio il From hell delle edizioni Magic Press, 2005, dato che in appendice Alan Moore annota puntualmente le fonti che gli hanno permesso di scrivere la storia, pagina per pagina, tavola per tavola, oltre a numerose note di grande interesse per capire il lavoro che sta dietro alla sceneggiatura di un fumetto. Per quanto riguarda la parte grafica, i disegni di Eddie Campbell possono non piacere a tutti. Personalmente, trovo stupendi gli sfondi, soprattutto quando usa la china acquerellata, e le rappresentazione architettoniche, mentre le figure umane le avrei preferite disegnate in modo più dettagliato. Si tratta, comunque, di un lavoro monumentale in un bianco e nero duro e inquietante.
Il film
Il film è: La vera storia di Jack lo squartatore (From Hell) del 2001, cinque anni dopo l’uscita fumetto, diretto dai gemelli Hugues, con uno straordinario Johnny Depp,
Mentre nel fumetto c’è un lungo antefatto che dura quattro capitoli, il film inizia subito coi delitti dello Squartatore, anche perché sennò chissà quanto sarebbe durato. Il film
Altra cosa che nel fumetto ha un grosso peso, avvalorata da una serie di rimandi, è che i delitti di Jack sono il seme dal quale nascerà il XX secolo. Questo nel film viene detto in un’epigrafe iniziale, ma il grosso è fatto dall’indagine di Abberline e dalla sua cotta per la bella Mary Kelly. Nel film c’è anche una scena in puro stile Indiana Jones, quando Abberline viene trascinato su una carrozza per essere ucciso e lui, legato come un salame, riesce a mettere fuori combattimento i due malintenzionati e a fuggire indisturbato. La stessa Mary Kelly è una specie di pesce fuor d’acqua nell’ambiente sordido di Whitechapel, fra l’altro, reso ottimamente. Le sue colleghe sembrano effettivamente le classiche prostitute da era vittoriana, lei sembra che si debba mettere a levitare da un momento all’altro. In conclusione, un bel film di amore e azione, che si concentra sui due protagonisti perdendo di vista il lavoro corale imbastito da Moore – Campbell e il vero oggetto della storia. Quindi diciamo che, in questo caso, vince il libro, senza però condannare il film; è un’altra cosa e visto da solo mantiene la sua pregevolezza. Solo il confronto con l’originale lo penalizza.
Una cosa che non c’entra nulla, ma che mi piacerebbe sapere è: il commissario Ricciardi, il noto personaggio dei gialli di Maurizio De Giovanni, anch’egli veggente, ma non oppiomane, e anch’egli assistito dal premuroso e voluminoso brigadiere Maione, non avranno mica una lontana parentela con l’Abberline e Godley cinematografici? Ipotesi non impossibile, visto che il film è del 2001 e il primo romanzo col commissario Ricciardi è del 2006. È chiaro che non voglio accusare De Giovanni di plagio, sarebbe come voler accusare tutti gli autori di libri di avventura di aver plagiato l’Odissea. From hell avrebbe avuto, però, il merito di aver fatto scattare una scintilla. Più che altro, siccome recentemente la Bonelli ha pubblicato i casi del commissario Ricciardi a fumetti (e sottolineerei la somiglianza fra De Giovanni e il brigadiere Maione), troverei curioso che da un fumetto viene tratto un film, che ispira un romanzo, che ridiventa un fumetto; come se, a differenza del Monopoli, si andasse fino al via senza andare in prigione.
Brava
Grazie, felice che ti sia piaciuto. Il prossimo mercoledì uscirà il confronto tra Watchmen fumetto e Watchmen film se può interessarti! Continua a seguirci