E’ sempre interessante scoprire come nasce una canzone e perché nasce. Dietro a una canzone c’è sempre qualcuno che l’ha scritta e l’ha pensata, qualcuno che ha messo insieme le parole e qualcun altro che ha pensato alla melodia giusta da abbinare al testo. Ci sono canzoni che si scrivono perché se ne sente il bisogno, perché si ha qualcosa da dire e da raccontare; altre canzoni, invece, nascono solo perché devono farlo, per raggiungere il numero giusto di tracce da inserire in un nuovo cd.
Solitamente queste canzoni sono quelle più difficili, perché non nascono spontaneamente, ma a fatica. Riuscire a mettere insieme qualche parole diventa un compito incredibilmente arduo, riuscire a trovare un ritornello accattivante ancora di più, per non parlare della musica, che ha il compito di sostenere il tutto. In questi casi, anche i musicisti più esperti non possono far altro che chiedere aiuto ad altre arti, parimenti degne: la letteratura e il cinema.
Abbiamo già parlato del curioso legame tra la bellissima Eleanor Rigby dei Beatles e Psyco di Hitchcock e oggi ci spostiamo in America per parlare invece di ciò che unisce una canzone degli Aerosmith e Frankenstein Junior.
La canzone in questione è Walk this way, ad oggi senza dubbio uno dei brani più famosi della band americana. Pubblicata il 28 agosto del 1975, dopo Sweet Emotion era il secondo estratto dell’album Toys in the Attic, dai forti toni blues e a mio parere uno dei più belli della band. L’album riscosse un successo enorme, vendette oltre otto milioni di copie ed è considerato tutt’oggi da Rolling Stone uno dei 500 dischi più belli di tutti i tempi.
La metà degli anni ’70 era sicuramente un periodo d’oro per gli Aerosmith, che cominciavano a emergere nel panorama musicale non solo statunitense; non ci vuole molto, però, prima che le cose si mettano male per i componenti della band, soprattutto per Steven Tyler, leader e cantante, e Joe Perry, chitarrista. L’industria della musica è un mondo duro e se si è giovani, influenzabili e accecati dal successo (e dai soldi) non sempre si riesce a fare le scelte giuste; come tanti altri musicisti, Steven e Joe cominciarono a fare uso sfrenato di alcol e droghe di ogni tipo, tanto da essere poi rinominati “toxic twins“, nomignolo che da solo rende l’idea del baratro in cui entrambi erano precipitati.
La loro carriera cominciò a risentirne moltissimo, la band non riusciva più a pubblicare un lavoro decente e anche i concerti non erano più al livello di prima. In più, anche la salute dei due musicisti non era delle migliori e i due sfiorarono la morte in più occasioni. Fortunatamente riuscirono a riprendersi in tempo e a tornare a essere una delle rock band più famose e influenti di sempre.
Parte del merito va anche a Walk this way e al gruppo rap dei Run DMC, con cui rimaneggiarono Walk this way e ne ripubblicarono una versione rock-rap, che ha fatto la storia, ha trasformato una canzone di discreto successo in una hit mondiale e ha ridonato popolarità a quella che sembrava ormai una band finita. Ma questa è un’altra storia e, anche se mi piacerebbe raccontartela, mi limito a lasciare l’official video del brano e a rispondere alla nostra domanda iniziale:
Com’è nata Walk this way? E qual è il collegamento con Frankenstein Junior?
1974, The Record Plant, New York. Gli Aerosmith sono in studio di registrazione per ultimare quello che sarebbe stato il loro album successivo, Toys in the Attic. Stremati da una lunga e intensa giornata di lavoro, decidono di prendersi una pausa e di andare al cinema a vedere Frankenstein Junior, nuovo film di Mel Brooks, di cui tutti loro erano grandissimi fan. Il film non delude le aspettative, la band si diverte moltissimo e torna in sala decisamente più riposata e di buon umore.
Steven Tyler, però, continua a essere tormentato da una canzone in particolare, che proprio non riesce a concludere. Non riesce a pensare a un ritornello, né alla maggior parte del testo. L’unica cosa su cui può lavorare è il riff di chitarra, che Steven aveva scritto insieme a Joe Perry durante il soundcheck di un concerto a Honolulu.
Arriva in suo aiuto il produttore Jack Douglas che ricorda al cantante una delle scene di Frankenstein Junior che più li ha fatti ridere, quella in cui Marty Feldman (Igor) dice a Gene Wilder (il dottor Frankenstein) “walk this way” (ndr: in italiano poi tradotto con “segua i miei passi“) e poi procede zoppicando, con il dottore dietro di lui che lo segue, anch’egli zoppicando e aiutandosi con il bastone di Igor. Una delle scene più belle non solo del film, ma di sempre.
Questo semplice suggerimento, nato dalla visione di uno dei film più esilaranti della storia del cinema, fu tutto quello che servì a Steven per completare la sua canzone e, soprattutto il ritornello, un ossessivo e ripetitivo “walk this way”.
Divertente! Fa venire voglia di rivedere il film e di ascoltare (o riascoltare) il disco!