Francesco Nuti fa parte di quella generazione fortunata di comici e artisti toscani nati negli anni del boom demografico (lui il 17 maggio 1955) che hanno trovato il successo negli anni ’80 e ’90 (si pensi a Roberto Benigni, Leonardo Pieraccioni, ma anche in tv a Carlo Conti, Giorgio Panariello e tanti altri). Dopo gli esordi televisivi (fa parte del trio dei Giancattivi, con Athina Cenci e Alessandro Benvenuti), con la sua comicità agrodolce e a tratti nevrotica, ha analizzato le varie sfumature del rapporto tra l’uomo e la donna nei suoi film più riusciti come Io, Chiara e Lo Scuro (1983) di Maurizio Ponzi, per il quale ha vinto il David di Donatello e il Nastro d’argento come miglior attore protagonista.
Grazie al successo ottenuto è passato dietro alla macchina da presa: il suo film d’esordio alla regia, Casablanca Casablanca (1985) con Giuliana De Sio, ispirato al classico di Michael Curtiz Casablanca, gli ha fruttato il secondo David della carriera, ancora come attore. Da quel momento egli ha iniziato a dirigere i suoi film, tutti fortunati al botteghino, sempre affiancato da donne bellissime. In Tutta colpa del Paradiso (1985) duetta con Ornella Muti, in Stregati (1986) e nel 1988 in Caruso Pascoski (di padre polacco) con la sua fidanzata dell’epoca Clarissa Burt, lasciata per Isabella Ferrari, scelta non a caso come protagonista femminile di Willy Signori e vengo da lontano (1989).
In quegli anni si dedica anche alla musica (Puppe a pera, cantata nel suo primo film Madonna che silenzio c’è stasera è già popolarissima), partecipando al Festival di Sanremo 1988 con la canzone Sarà per te, duettando con Mietta in Lasciamoci respirare, scritta da Biagio Antonacci.
Francesco Nuti, la depressione e una vita difficile
Il 1991 è l’anno di Donne con le gonne, dove il dentista Renzo Calabrese (Nuti) s’innamora della femminista Margherita (Carole Bouquet): un trionfo che incassa la cifra record di 20 miliardi di lire. Nel 1994 però OcchioPinocchio, ambiziosa rivisitazione di Collodi, è un flop e il contraccolpo è forte. Il suo momento d’oro sembra ormai trascorso e i suoi film successivi, come Il signor Quindicipalle (1998) con Sabrina Ferilli, Io amo Andrea (2000) e Caruso, zero in condotta (2001), da lui stesso prodotto, non riscuotono l’esito sperato.
Francesco Nuti cade preda di una forte depressione che nemmeno la nascita della figlia Ginevra (avuta da Annamaria Malipiero, sua compagna fino al 2000) sembra alleviare. Dopo anni difficili torna a recitare in Concorso di colpa (2005) di Carlo Fragasso, che resterà la sua ultima prova.
Il 3 settembre 2006, poco prima di tornare sul set, ruzzola dalle scale in casa sua, sbattendo la testa. Ricoverato d’urgenza a Roma, entra in coma, dal quale esce il 24 novembre 2006. Seguono ben tre anni durissimi di riabilitazione neuromotoria. Nel 2009 torna in Toscana, assistito dal fratello, ormai però non è più autonomo. Segue un secondo ricovero, in seguito ad un’emorragia cerebrale.
Con la maggiore età la figlia Ginevra assume il ruolo di tutrice del padre, che ha mantenuto fino alla sua morte.
Le reazioni degli amici
La sua scomparsa ha suscitato numerose reazioni, anche nel mondo politico. Il sindaco di Firenze Nardella ha commentato: “Firenze non si era certo dimenticata di te ma aveva organizzato molti eventi e proiezioni per renderti omaggio. Alla famiglia vadano tutta la nostra vicinanza e il nostro cordoglio. Presto cercheremo un modo significativo per rendere la memoria di Francesco legata indissolubilmente alla sua città di origine”.
Commosso anche il saluto di Carlo Conti, il quale ricorda una delle ultime apparizioni pubbliche di Nuti, al Mandela Forum di Firenze, durante lo spettacolo organizzato da lui, Marco Masini e Giorgio Panariello. Sulle note di Sarà per te, Francesco Nuti si alza con grande sforzo dalla sedia a rotelle e ringrazia il pubblico che lo applaude (foto in alto).