Il 2 novembre al Cinema Centrale durante Lucca Comics 2024 ho avuto la possibilità di vedere in anteprima Flow – Un Mondo da Salvare; il film d’animazione mi ha subito rapito per il suo aspetto visivo unico e per il sonoro coinvolgente, oltre ad una storia interessante e a tratti divertente. Dopo aver affascinato i critici di Cannes e conquistato quattro premi ad Annecy, uscirà al cinema in Italia con Teodora dal 7 novembre e, prima di Lucca, è stato presentato già al festival Alice nella Città.
La sala della cittadina toscana era sold out, ricca di persone che indossavano il cappellino avuto in omaggio con gli occhi del gattino protagonista. Ho ricevuto anche uno splendido poster double face di Flow – Un Mondo da Salvare. E dopo il ringraziamento a Teodora Film, il giovanissimo Gints Zilbalodis è comparso in un video saluto e ha parlato di una vera orchestra per la colonna sonora del film e del lavoro di squadra: prima aveva sempre realizzato film da solo, ma ora deve imparare a lavorare con gli altri, come il gatto protagonista di Flow.
Trailer e sinossi di Flow- Un Mondo da Salvare
In un mondo in cui gli esseri umani sembrano essere scomparsi, l’arrivo di un’inondazione costringe un gatto a mettersi in salvo su una barca, insieme a un variopinto gruppo di animali; andare d’accordo con loro si rivela una sfida più ardua della sua paura dell’acqua. Tra paesaggi di abbagliante bellezza e pericoli imprevisti, il viaggio farà capire a tutti che l’unione è la loro vera forza.
Flow, un mondo inondato da colori e da speranza
“Magnifico, lascia senza fiato. É il futuro dell’animazione”
Con tale affermazione Guillermo del Toro è uno dei tanti autori ad osannare il lavoro di Gints Zilbalodis (Away), mentre Movieplayer e Variety lo collocano tra i favoriti nella corsa all’Oscar. Presentato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes il 22 maggio 2024, ha ricevuto il premio della giuria, il premio del pubblico e il Gan Foundation Award for Distribution nella categoria Lungometraggio all’Annecy International Animation Film Festival 2024; Flow ha poi conquistato il Gran Premio per il Lungometraggio d’animazione all’Ottawa International Animation Festival 2024.
Prodotto, diretto e coscritto (insieme a Matīss Kaža) dal giovane filmaker lettone, Flow è stato selezionato come candidato della Lettonia per il miglior lungometraggio internazionale ai 97° Academy Awards. Dall’uscita del film in patria il 28 agosto 2024, ha venduto oltre 100.000 biglietti, diventando uno dei film nazionali più popolari del paese. L’enorme successo riscontrato da questo progetto indipendente risiede nel semplice ritorno alla purezza del cinema: senza dialoghi, ma con un forte uso di immagine e suono il messaggio riesce ad impattare sullo spettatore con naturalezza.
In un’intervista a FRAMED Magazine Gints Zilbalodis parla appunto di voler creare “un’esperienza immersiva. Volevo che il pubblico si sentisse come il gatto protagonista del film.” Poi continua definendo Flow un film “naturalistico. Per questo, per esempio, gli animali protagonisti hanno un tratto più stilizzato (rispetto ai ricchissimi sfondi, ndr) perché ritengo che l’animazione quando è iperrealistica, quando diventa troppo simile alla realtà, rischia di diventare fredda”.
Il regista prosegue focalizzandosi sul tema del cambiamento climatico in Flow: “Tutto inizia dal gatto. Inizio sempre dai personaggi principali e ho capito che volevo raccontare la storia di un gatto terrorizzato dall’acqua che trova il modo di superare la sua paura. Una storia potenzialmente universale, anche senza dialoghi. Non ho voluto inserire personaggi cattivi o antagonisti diretti, nemmeno l’acqua lo è, nonostante possa sembrarlo all’inizio. In realtà rispecchia a tutti gli effetti le emozioni del gatto anche nei confronti degli altri animali: è calma quando è calmo, si agita quando il gatto si agita”.
La relazione con gli altri animali rende diversa questa favola utopistica adatta a un pubblico di ogni età: anche se non esistono veri e propri dialoghi, seguendo il naturalismo dell’opera ogni personaggio ha il suo verso e cerca di comunicare con l’altro in qualche modo. Sotto questa luce Flow diventa sinonimo di una società in cui tanti individui appartenenti a gruppi diversi cercano di comunicare, ma non trovano un punto d’incontro per il bene comune perché sembra che ognuno parli una lingua diversa.
Vivendo spesso situazioni di crisi, i personaggi principali ci mostrano come le persone potrebbero far prevalere il lato animale al posto di quello umano nei momenti difficili. In una versione moderna dell’Arca di Noè senza più gli uomini, lo spettatore è posto davanti a interrogativi come salvare prima i simili in una lotta di specie o cercare di riunire tutte le comunità; ma anche se cercare di salvare i beni materiali a discapito quasi della stessa vita o di quella altrui. Flow si chiude con un messaggio di speranza: cercare l’unione dei fratelli al di là delle singole diversità.